Alveare che dice sì è uno splendido progetto, famosissimo in Europa e che da poco è sbarcato in Italia per promuovere l’ecosostenibilità e l’alimentazione consapevole. Si tratta di una rete di vendita a filiera corta (km 0) che riduce al minimo gli spostamenti di materie prime e i tempi di attesa per l’acquisto da parte degli acquirenti. Durante i giorni “di alveare”, infatti, i compratori non saranno dirottati presso un mercato rionale, ma presso location esclusive per effettuare semplicemente i ritiri della merce GIA’ ordinata da casa. L’alveare è infatti di per sé un momento di scambio: di prodotti, di idee e di esperienze collettive.
Alveare che dice sì
Alveare che dice sì è un progetto innovativo ed ecosostenibile che non ha molto a che vedere con il miele e le api. Si tratta infatti di un progetto volto alla creazione di piccoli punti di ritrovo (gli alveari, per l’appunto) che consentano l’acquisto di prodotti della terra km 0 e di buona qualità. Con l’accrescimento dell’agricoltura di serra, degli OGM e dell’urbanizzazione, è sempre meno semplice, soprattutto in città, acquistare frutta, verdura e altri prodotti non raffinati (dai legumi alle carni) che siano realmente di ottima qualità e che provengano da allevamenti e colture biologiche. Alveare è dunque una rete di vendita a filiera corta.
Alveare che dice sì: di cosa si tratta?
L’alveare che dice di sì è un progetto volto all’ecosostenibilità a km zero. Si tratta di un evento (solitamente settimanale) che consente l’incontro tra produttori locali di materie prime e acquirenti. Al contrario di quanto accade al mercato rionale, tuttavia, gli acquisti non vengono effettuati in loco. Gli acquirenti faranno infatti i loro ordini direttamente da casa, durante la settimana. Il giorno di riunione dell’alveare sarà soltanto un momento di ritiro e scambio di idee. In questo modo si riduce incredibilmente il costo dei trasporti. I produttori dovranno portare con sé soltanto i prodotti prenotati senza far fare avanti e indietro alla loro merce. I consumatori, invece, dovranno semplicemente preoccuparsi di recarsi all’alveare per il ritiro, senza inutili file o perdite di tempo. Insomma: un modo come un altro per mangiar sano e nutrirsi con alimenti di qualità, ma in maniera smart e innovativa.
Come aprire un alveare?
Alveare che dice sì è un progetto in continua espansione. I suoi creatori non vogliono porre limite alcuno alle sue potenzialità di crescita, ecco perché chiunque, ma davvero chiunque, può aprire il proprio alveare a Km zero. Cosa serve?
Semplicissimo. Per “superare” i controlli e ottenere un alveare riconosciuto, è necessario avere la giusta motivazione e sufficiente tempo da dedicare al progetto. E’ necessario che l’alveare possa riunirsi in una location prestabilita. Può trattarsi di un luogo pubblico (una piazza, un museo) o anche di un luogo privato (bar, saloni per le feste e via discorrendo). Successivamente, sarà necessario organizzare delle campagne pubblicitarie locali, possibilmente “face to face”, distribuendo volantini o organizzando eventi che consentano la diffusione del progetto ma soprattutto la spiegazione al pubblico dello stesso.
Cosa succede nell’alveare?
All’interno di un alveare che dice sì può succedere davvero di tutto! Trattandosi prevalentemente di un evento volto al ritiro dei prodotti già acquistati, e non alla scelta degli stessi, venditori e acquirenti potranno spendere il tempo risparmiato per effettuare la spesa vera e propria scambiandosi idee e consigli. Sarà un momento cruciale per proporre nuovi prodotti, magari organizzando piccoli eventi o banchetti per l’assaggio. Non ci sono limiti alla fantasia, l’Alveare che dice sì è un progetto in piena espansione! La lista degli alveari attualmente presenti in Italia è consultabile presso la pagina dedicata del sito web ufficiale, per il momento sono interessate soprattutto le grandi città, come Roma e Torino.