Il pandoro Melegatti è il pandoro di Verona per eccellenza. È a Domenico Melegatti, fondatore dell’omonima e celebre azienda, che dobbiamo infatti l’invenzione della ricetta del primo vero pandoro italiano. Ad oggi il dolce non è cambiato rispetto agli albori: ciò che è cambiato è stato invece il metodo di produzione, che dal 1800 ad oggi è stato ovviamente “contaminato” dalle tecniche di produzione più moderne ed efficaci, che alternano i macchinari alla rigorosa cura artigianale.
La nascita del pandoro Melegatti
Ben 124 anni di storia collegano la tradizione del pandoro veronese (il famoso Pane d’Oro) al brand di Domenico Melegatti, noto creatore del marchio italiano di produzione dolciaria. Il marchio, che ha di recente rischiato il fallimento, è ad oggi fervidamente attivo. Con esso erano incerte anche le sorti del prodotto più tipico di sempre del Natale veronese, ovvero il pandoro, ma fortunatamente la situazione si è stabilizzata. Il 18 novembre 2018 è terminata la riapertura dello stabilimento con 35 impiegati, ai quali ne seguiranno molti altri con il proseguire della ripresa delle attività. Nel periodo di mancata attività, alcuni dipendenti dell’azienda si sono impegnati a tenere “vivo” l’ingrediente che distingue e caratterizza la produzione dell’azienda: il “lievito madre” che va “nutrito” ogni giorno (in effetti è tenuto in vita da 124 anni) e sull’impiego del quale, fin dai tempi del fondatore, si sono basate le fortune della Melegatti.
Quello che non tutti sanno, però, è che il pandoro non è soltanto “tipico” di Melegatti: bensì il vero ed unico pandoro “E’” Melegatti! Questo perché la ricetta originale è stata inventata proprio da Domenico Melegatti, fondatore dell’azienda nel lontano 1894. Ad oggi cresciuta a tal punto da diventare uno tra i capisaldi della produzione dolciaria a livello internazionale. Le due linee principali proposte dall’azienda sono quella dei Granleggeri (dolci croissant con il 70% di zuccheri e il 30% di grassi in meno rispetto alle alternative commerciali più comuni) e quella dei “morbidi risvegli”; croissant preparati con ingredienti di primissima scelta e buoni tanto quanto quelli del bar.
Pandoro di Verona Melegatti: la storia
Era il 14 Ottobre del 1984 quando Domenico Melegatti e la sua azienda ricevettero il Certificato di Privativa Industriale dal Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio del Regno d’Italia. Titolo conquistato grazie alla creazione (dal nome alla ricetta) del pandoro, ad oggi divenuto dolce tipico della tradizione natalizia del bel paese. Il pandoro nasceva in realtà come dolce da colazione, leggero e soffice, e soltanto più in là (con l’industrializzazione degli anni 50 e la creazione di infinite varietà di prodotti confezionati) diveniva una tipicità esclusivamente natalizia.
La ricetta del pandoro: perché è così difficile farlo in casa?
Fare il pandoro in casa è difficilissimo per via della lunga lievitazione del preparato. Tradizione vuole, infatti, che la ricetta di base nasca da un dolce tipico veronese (il levà) preparato a più mani dalle donne in occasione delle grandi cene nelle corti venete. Domenico Melegatti toglie dal levà gli ingredienti superflui, ostacolanti per la lievitazione, e aggiunge alle farine e al lievito il burro e le uova. L’impasto viene fatto lievitare per 36 lunghissime ore e ripreso dalle 6 alle 7 volte, inglobando aria e divenendo soffice all’inverosimile, oltre che alto e particolarmente delicato.
Dove assaggiare il Pandoro veronese per eccellenza
Il pandoro di Verona più celebre in tutta Italia è sicuramente quello di Melegatti. Ma ciò non toglie che la bella Verona sia talmente legata alla tradizione del dolce da consentire ai suoi visitatori anche degustazioni “gourmet”, soprattutto nel periodo delle feste. Se sei a Verona e vuoi provare il migliore pandoro artigianale veronese, possiamo suggerirti alcuni indirizzi utili. Celebre è la linea di pandori “Pandorzero”, privi di burro e perfetti per gli intolleranti al lattosio, preparati nella pizzeria Saporé di Renato Bosco. Celebri anche i pandori della Pasticceria Perbellini, caratterizzati da un fondo un po’ più scuro e da un sapore eccellente. Per i puristi dei gusti più antichi, invece, segnaliamo la Pasticceria Tomasi , in centro a Verona, che fa degli ottimi “Nadalin”, gli antenati un po’ poveri ma sicuramente molto leggeri del classico pandoro.
Soy de Argentina y hoy una amiga que vive en España me mandó la foto de su Pandoro para mostrarme que su nombre se escribe casi igual que mí apellido . Seremos parientes??