Borgo Pace è un paesino posto nel cuore dell’Appennino marchigiano, in provincia di Pesaro – Urbino, non distante dal confine con la Toscana. In questo luogo si tramanda ancora l’antica tradizione del mestiere di carbonaio, ed è ancora possibile assistere allo spettacolo della legna accumulata e lavorata per diventare carbone.
Il Borgo dei carbonai
In cima ai 500 metri di altezza di un colle situato alla confluenza tra i fiumi Meta e Auro, che danno vita insieme al fiume Metauro, Borgo Pace ha solo 700 abitanti, e conserva un forte radicamento con la terra e il territorio agreste che lo circonda. L’abitato è composto da numerose frazioni, spesso originate da antichi castelli medioevali, presso cui un tempo si rifugiava la popolazione della zona. La zona era nota, nell’antichità, come Massa Trabaria, perché era dai boschi del territorio che provenivano i “trabes”, i grandi tronchi destinati alla costruzione di basiliche ed edifici pubblici di Roma. Il borgo è raccolto intorno a Piazza del Pino, su cui si affacciano la chiesa di Santa Maria Nuova, il Municipio e i più importanti edifici del paese. In Santa Maria Nuova è conservato un dipinto di Scuola Umbra, che risale al XVI secolo, e una Madonna con Bambino in maiolica policroma. In Località Lemoli, invece, si può visitare la basilica di San Michele Arcangelo, dove spiccano gli affreschi del XV secolo.
E qui, per rimanere in tema, si svolge anche – nella seconda domenica di ottobre – la tradizionale Sagra del Carbonaio.
Il Museo del Carbonaio
In questo piccolo borgo è nato il Museo del Carbonaio, che ospita la documentazione fotografica, realizzata da Pier Paolo Zani, dedicata alla vita e al lavoro dei carbonai. Ad accompagnare le immagini ci sono anche le trascrizioni delle testimonianze orali raccolte in loco, ma anche materiali storici e letterari, tra cui il romanzo Il taglio del bosco di Carlo Cassola, e L’industria del carbone dolce nelle Marche, un reportage firmato da Luigi Rinaldi.
Il Museo, allestito all’interno di una antica conceria dismessa, sorge non lontano dal centro, in Località Le Conce. Il percorso, un vero e proprio viaggio antropologico, ricostruisce tutte le fasi dell’attività dei carbonai, dalla raccolta della legna fino alla trasformazione in carbone.
L’antico mestiere del carbonaio
Quello del carbonaio è un mestiere davvero antico, che sta scomparendo dinanzi all’avanzata del più economico carbone ottenuto industrialmente. Tuttavia, a Borgo Pace il carbone si produce ancora utilizzando legna proveniente dai boschi della zona, con una resa qualitativa di gran lunga superiore a quello ottenuto industrialmente (e che emana cattivo odore).
La produzione artigianale di carbone costituisce un processo lungo e laborioso. Per allestire la catasta di legna e per la sua “cottura”, il carbonaio impiega mediamente quindici giorni. Prima c’è la fase della raccolta – che comprende anche quella per la vendita di legna di uso domestico – durante la quale si prepara la materia prima destinata alla produzione di carbone. Successivamente, la legna selezionata viene disposta intorno a dei pali, formando una piramide di circa due metri e mezzo percorsa all’interno da una sorta di canna fumaria. La piramide, all’interno della quale viene posta la brace ardente, viene poi ricoperta da terra e paglia. A questo punto il carbonaio attende che il fuoco divampi all’interno della struttura, provvedendo costantemente a fornire la giusta ventilazione e, soprattutto, facendo sì che le fiamme non creino problemi.
Quando l’operazione è terminata si getta sulla struttura della terra, in modo da far spegnere completamente il fuoco e far raffreddare il carbone. Infine, il carbonaio provvede a separare il carbone ottenuto dagli altri elementi presenti. In molti casi, poi, il mestiere del carbonaio coincide con quello del contadino, e con quello dell’allevatore. La sola attività di carbonaio, infatti, non sarebbe sufficiente a mantenere una famiglia per tutto l’anno. Di solito, infatti, un carbonaio provvede a fare quattro o cinque carbonaie all’anno, vendendo il proprio prodotto ai grossisti di zona o ai ristoratori che ancora intendono utilizzare carbone di qualità e prodotto artigianalmente. A ciò si aggiunge, anche, che i carbonai sono portatori di un importante valore in senso ambientale: provvedono alla gestione dei boschi da cui traggono la legna necessaria, controllandoli, tutelandoli e mantenendoli puliti.