Le lenticchie e la tradizione del Capodanno
Dopo la festa dell’Immacolata, la vigilia di Natale, Nata e Santo Stefano è il turno della notte di San Silvestro (il 31 Dicembre) e Capodanno. Se per Natale vi sono determinati piatti caratteristici che variano da regione a regione, è invece una tradizione riconosciuta in tutta Italia quella di mangiare lenticchie il 31 Dicembre o il giorno di Capodanno. Ma com’è nata questa usanza e cosa simboleggiano le lenticchie?

Caratteristiche delle lenticchie
Innanzitutto, è importante conoscere alcune delle caratteristiche della lenticchia, dal nome scientifico Lens culinaris: si tratta di una pianta erbacea con ciclo annuale che fa parte della famiglia delle Leguminosae, così come le fave, i piselli o i ceci. Questi legumi sono originari del Medio Oriente: infatti nascono tra la Siria e l’Iraq e si sono poi diffuse in tutto il Mediterraneo, anche fra i Greci e i Romani.
La lenticchia è una pianta piuttosto piccola, che non cresce oltre i 40 centimetri circa e fiorisce da Maggio a Luglio. Il frutto della pianta si trova all’interno di un piccolo baccello corto e appiattito: in ogni baccello è possibile trovare soltanto due lenticchie, dalle dimensioni massime di 8 millimetri di diametro.
Una cosa che non tutti sanno riguardo la lenticchia è che questa rende il terreno più fertile, poiché le radici effettuano importanti simbiosi con batteri del genere Rhizobium, che arricchiscono il terreno di azoto, fondamentale per la corretta crescita dei vegetali.
Un’altra curiosità molto interessante è che questi vegetali hanno un alto valore nutritivo, sono ricche infatti di carboidrati, proteine, vitamine, fibre, ferro, fosforo ma non soltanto: sono note infatti per avere proprietà antidepressive, depurative e favoriscono la normale funzione cardiaca grazie alla presenza di tiamina.
In passato le lenticchie sono state sempre considerate “la carne dei poveri”, poiché avevano un valore commerciale decisamente basso ed erano relativamente semplici da coltivare anche nei terreni difficili e dai climi aridi. In realtà adesso sono considerate diversamente rispetto al passato: vi sono infatti diverse città italiane, fra cui Castelluccio di Norcia, Altamura e Colfiorito dove vengono coltivate delle lenticchie pregiate e di facile cottura, apprezzate in tutto il mondo.

Ma perché si mangiano le lenticchie a Capodanno?
Dopo aver scoperto alcune delle caratteristiche più importanti di questi famosi legumi, ecco quindi perché si mangiano a Capodanno. La tradizione racconta che già ai tempi degli antichi romani il 1° Gennaio di ogni anno si consumava un piatto di lenticchie, per dare un segno di buon auspicio e ricchezze per l’anno nuovo.
Questa usanza probabilmente deriva dal fatto che le lenticchie hanno una forma rotonda ed appiattita che ricorda le monete d’oro: inoltre durante la cottura aumentano di volume e ciò fa pensare ad un aumento della ricchezza.
In passato era spesso molto apprezzato in regalo il 31 Dicembre un borsellino pieno di questi legumi , per augurare non soltanto ricchezza in termini economici ma anche affettivi e lavorativi.
Al giorno d’oggi le lenticchie vengono spesso consumate la notte del 31 Dicembre, allo scattare della mezzanotte, accompagnate dal cotechino, dallo zampone o dalla salsiccia.

Le lenticchie italiane, le migliori
Come accennato prima, in Italia vengono prodotte alcune delle varietà migliori di lenticchie: fra queste sono molto famose quelle di Colfiorito in Umbria dove grazie ad un terreno particolare, acquisiscono qualità e sapore. Le lenticchie di Colfiorito prendono appunto il nome dalla zona in cui sono prodotte: si tratta di legumi piccoli, con diverse colorazioni che vanno dal rosso al giallo al verde. Dalla consistenza molto tenera, non hanno bisogno di ammollo e per la cottura sono sufficienti soltanto una ventina di minuti a fiamma bassa.
Un’altra varietà molto conosciuta, che ha anche ottenuto il marchio IGP sono le lenticchie di Castelluccio di Norcia, sempre in Umbria. Le lenticchie di Castelluccio sono minuscole, dalla buccia tenera e sottile: vengono prodotte in terreni carsici non molto fertili, a circa 1500 metri dove il clima è particolarmente freddo.
Una piccola curiosità legata al posto è che i contadini della zona, soprattutto i più anziani, fanno dei riti ad inizio Maggio contro tutto ciò che potrebbe danneggiare le colture, ovvero siccità, fuoco, cavallette e tempeste. Piantano quindi nel terreno dei ramoscelli di ulivo che formano una piccola croce e poi spargono nel terreno carboni benedetti e gocce di acqua santa.
Altre lenticchie molto note sono quelle giganti di Altamura: la loro caratteristica è quella di avere un colore verde e delle dimensioni notevoli, fino a quasi 5 millimetri. Sono molto diffuse in Salento e anche dopo la cottura mantengono una consistenza decisamente compatta, grazie appunto alle loro grandi dimensioni.
Infine, delle lenticchie da record sono quelle di Ustica, riconosciute come le più piccole d’Italia: vengono prodotte sull’isoletta siciliana, dove si trovano terreni vulcanici e fertili che danno un sapore unico ai legumi.
Vengono tutt’oggi coltivate rigorosamente a mano e la loro produzione è implementata da una trebbia che facilita le operazioni di “spagliatura”. Quest’ultime sono state inserite nell’Elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) dal ministero delle Politiche Agricole, Alimentare e Forestali.
Adesso che conosci la storia delle lenticchie a Capodanno, prepara la tradizionale ricetta e invita i tuoi amici a cena per passare tutti insieme un felice anno nuovo!

Immagine di copertina: chedonna
Bonjour
Je voudrais savoir pour les lentilles, il faut les manger le 31 décembre a minuit ? moi je les manges le 1er janvier midi et soir, est ce qu’il faut faire 1 vœux ? merci pour votre article sur les lentilles, je ne connaissais pas les lentilles d’Italie, je vais m’en acheter, j’adore les lentilles