
Moschino è il brand che con il suo spirito irriverente e giocoso ha cambiato la storia della moda italiana.
Il desiderio di Franco Moschino era quello di essere un artista. Nato ad Abbiategrasso nel 1950 egli studia all’Accademia di Belle Arti di Milano per diventare pittore, il caso volle invece che una delle sue prime esperienze lavorative più importati fu nella moda, e niente meno che una collaborazione con Gianni Versace. In seguito divenne designer per il marchio Cadette, che lasciò nel 1983 per fondare la propria casa di moda: Moschino Couture! Da allora la sua passione iniziale per l’arte e l’illustrazione ha iniziato ad esprimersi attraverso gli abiti, caratterizzati appunto da stampe vivaci e colori decisi.

L’universo pop di Moschino
In un periodo storico in cui l’abbigliamento era piuttosto sobrio, la capacità di Moschino di reinterpretare i classici capi sartoriali in una nuova chiave creativa fa affermare rapidamente il brand: già nel 1985 viene introdotta la linea maschile, nel 1986 nasce Moschino Jeans e nel 1989 la linea più accessibile chiamata Cheap & Chic, sostituita oggi da Moschino Boutique. In contemporanea vengono lanciate anche diverse fragranze di profumi che hanno successo immediato grazie ai packaging ispirati alla cultura pop, come la figura di Olivia compagna di Braccio di Ferro.

L’universo pop è infatti sempre protagonista nelle creazioni Moschino, con riferimenti alla contemporaneità, all’arte ma anche agli elementi che ci circondano nella quotidianità. Gli abiti sono ricoperti di stampe variopinte che ritraggono cuori, simboli della pace, frutta, nuvole, mucche, forchette e uova. Non manca anche l’autoironia con magliette che recitano slogan come: Moschino, No dress No stress e Stop the Fashion System.
L’innovazione di Franco Moschino non si ferma all’aspetto estetico, egli ha decisamente anticipato i tempi, per esempio è tra i primi a introdurre l’uso di pellicce ecologiche e a portare avanti una campagna di sensibilizzazione in favore dell’ecologismo: “la natura è meglio della couture” è il suo mantra.
I dieci anni della Maison vengono festeggiati con una sfilata evento, una mostra retrospettiva e il libro “X anni di caos”; poco dopo, nel 1994, Franco Moschino muore prematuramente lasciando la direzione creativa del marchio al suo braccio destro Rossella Jardini. Nel 1999 la casa di moda viene rilevata da Aeffe, già produttrice del brand fin dagli esordi. Rossella Jardini resta fedele all’immaginario Moschino e conclude la sua collaborazione con una sfilata, in occasione dei 30 anni della Maison, che porta in passerella i capi d’archivio più iconici.

L’era di Jeremy Scott
L’ennesima svolta avviene nel 2013 quando Jeremy Scott viene nominato nuovo direttore creativo. Egli è nato negli Stati Uniti ma, nonostante le origini totalmente diverse, la sua visione è molto simile a quella di Franco Moschino. Egli ha rilanciato il brand presentando collezioni in linea con le tendenze dello street style, caratterizzate da capi più sportivi ma mantenendo lo stile provocatorio e spiritoso che ha caratterizzato da sempre Moschino. Le sue creazioni sono pop tanto quelle del fondatore ma fanno riferimento all’iconografia mediatica di oggi.

Durante la sua prima collezione presentata a Febbraio 2014 le modelle sfilano con abiti che ricordano le divise di McDonald’s, custodie per il telefono a forma di patatine fritte e capi con il logo a M del fast food americano trasformato nel cuore simbolo di Moschino. In seguito le collezioni di Jeremy Scott hanno portato in passerella altre icone contemporanee come i personaggi dei cartoni animati, le Barbie e i videogiochi.

Un’altra idea assolutamente innovativa del marchio è stata quella di stravolgere i tempi del fashion system, in base i quali le collezioni vengono presentate sei mesi prima della messa in vendita, introducendo all’interno delle sfilate una Capsule Collection che è immediatamente disponibile nei negozi. Moschino non realizza solo abiti ma fa sognare, divertire e riflettere sul mondo che ci circonda.
Foto copertina: Vogue