Quante volte siamo rimasti ammaliati dalla bellezza di alcuni capi in cuoio, conciati da artigiani e messi in vendita nelle piccole botteghe delle nostre città d’arte? Il cuoio, ricavato dalla lavorazione di pellame animale, è uno dei più grandi evergreen della moda. Ma come si lavora? E, soprattutto, qual è la differenza tra cuoio e pelle, se entrambi derivano dalla stessa materia prima? In questo articolo, cerchiamo di scoprire insieme le caratteristiche, la storia e la lavorazione del cuoio.
Metti un giorno, in primavera, una bella passeggiata per le vie di Firenze. Tante piccole botteghe, una dietro l’altra, espongono fiere le loro lavorazioni in cuoio. Borse, cinture, giacche, scarpe. C’è di tutto. Allora ci fermiamo a guardare, a toccare con le nostre mani quel materiale duro, reso liscio o ruvido a seconda delle sapienti mani che lo hanno lavorato – o conciato – per renderlo ciò che è. Sentiamo l’odore inconfondibile di nuovo e antico allo stesso tempo, l’odore di una tradizione che da millenni viene padroneggiata senza indugio e senza perplessità.
Si tratta della lavorazione del cuoio, una lavorazione storica che mantiene tutt’ora i suoi tratti artigianali e che ha reso alcune delle nostre città – come Firenze, appunto – famose in tutto il mondo. Siete curiosi di sapere come viene lavorato il cuoio e quali sono tutti i passaggi? Seguitemi nella lettura di questo articolo e vi sarà tutto molto più chiaro, promesso!
Pelle o cuoio? Facciamo chiarezza!
Prima di proseguire, è bene fare chiarezza sulla terminologia. Molto spesso ci siamo chiesti “ma si dice pelle o cuoio?” oppure “qual è la differenza?”, e altrettanto spesso questa domanda è poi caduta nel dimenticatoio. Ebbene, ecco svelato l’arcano mistero: tra i termini pelle e cuoio non c’è alcuna differenza!
Per quanto possa suonare strano, è proprio così. Non c’è differenza. Si tratta dello stesso prodotto che, semplicemente, tendiamo a chiamare in modo diverso a seconda degli impieghi che ne vengono fatti. Di solito, infatti, riconosciamo nel termine cuoio qualcosa di più duro o di più liscio e quasi sempre di un color marrone…cuoio, appunto!
Siamo quindi portati a definire di cuoio suole delle scarpe, cinture e anche qualche borsa, ma difficilmente diremmo giacca di cuoio o borsa di cuoio, articoli per i quali continuiamo a preferire il termine pelle.
Prima della concia, la conservazione
Prima di procedere con la concia, è necessario conservare al meglio la pelle in modo da poterla rendere più lavorabile. Ci sono diversi metodi di conservazione ma i principali sono la salatura e l’essiccamento.
La salatura consiste nel salare la pelle con del comune sale, facendo così in modo di eliminare eventuali liquidi rimasti, ed è adatta alle pelli più spesse come quelle bovine. Si tratta di un metodo altamente economico e facile da applicare, ma che ha come unico problema il rilascio finale di quantitativi eccessivi di sale che rischiano di contaminare le acque dei corpi ricettori in cui vengono riversati gli scarti.
Il processo di essiccamento, invece, consiste in un essiccamento meccanico che non produce inquinamento ma che è adatto solamente a pelli molto sottili, come quelle ovine e caprine.
Le fasi della concia
Il processo conciario è un processo articolato che si svolge in diverse fasi, cui si arriva dopo aver preparato il cuoio attraverso le fasi di rinverdimento, scarnatura, depilazione, calcinazione, spaccatura, decalcinazione, macerazione e sgrassaggio. Lo scopo di tutte queste fasi è quello di ottenere un prodotto facile da lavorare, tuttavia ancora possibile di putrefazione.
La concia è, invece, il processo che trasforma il materiale ancora putrescibile in un materiale non putrescibile e di conseguenza più duraturo. Si tratta di un processo chimico che viene effettuato attraverso agenti concianti che reagiscono con la pelle.
Il metodo più diffuso è quello in cui si utilizza il cromo, con il quale si stima vengano prodotti quasi il 90% degli articoli in cuoio esistenti. Si tratta di un metodo piuttosto economico e veloce e che produce al termine una pelle di colore verde-azzurro, chiamata anche wet-blue.
L’altro metodo, il più antico, è invece la concia con tannini vegetali, ed era il metodo più usato fino al XIX secolo ma molto più complesso articolato, per cui generalmente si preferisce il metodo al cromo.
Successivamente alla concia, infine, il cuoio subisce una serie di ulteriori trattamenti che lo rendono flessibile e pronto per creare degli articoli. Le fasi post-concia sono riassumibili in: messa a vento, rasatura, spaccatura, riconcia, tintura, ingrasso, messa a vento, asciugaggio e rifinizione. Al termine di tutti questi passaggi, finalmente, il cuoio è pronto per essere venduto o per creare meravigliosi pezzi artigianali.
Immagine di Copertina: stamperiamast