I più curiosi si domanderanno di sicuro quali siano i procedimenti per ottenere il prodotto finale bevibile! Per produrre la birra, il malto deve essere immerso in acqua calda dove, grazie all’azione di alcuni enzimi presenti nella radichetta che si forma durante la germinazione, gli amidi presenti vengono convertiti in zuccheri fermentescibili. Questo mosto zuccheroso può essere aromatizzato con erbe, frutta o più comunemente con il luppolo. Successivamente viene impiegato un lievito che dà inizio alla fermentazione e porta alla formazione di alcool, unitamente ad anidride carbonica, che viene per la maggior parte espulsa, ed altri prodotti di scarto derivanti dalla respirazione anaerobica dei lieviti.In questo processo si utilizzano ingredienti, tradizioni e metodi produttivi diversi. Il tipo di lievito e il metodo di produzione, aiutano a classificare le birre in ale, lager o birre a fermentazione spontanea. Quello della birra è un business mondiale, ma accanto ad esso stupisce la produzione casalinga che con successo ha preso piede in tempi recenti. La produzione casalinga di birra è attiva in Italia solamente dal 1995, anno in cui viene approvata legalmente.
Questa realtà ha previsto la fabbricazione di attrezzature necessarie per la birrificazione casalinga, raccolte in kit e distribuite da ditte specializzate. Sempre più diffusa è però la tendenza a procurarsi e costruirsi da soli gli strumenti necessari. Uno stile di birra contraddistingue la bevanda tenendo conto delle caratteristiche citate in precedenza quali colore, sapore, gradazione alcolica, ingredienti e ricetta, tipo di lievito utilizzato, tipo di fermentazione. Ogni stile ha una suo origine e storia evoluto seguendo non solo tendenze di mercato, ma anche successo tecnologico e convenienza economica. Visti i vari tipi di classificazione possibili, una rigorosa suddivisione tassonomica non è applicabile: per comodità si possono suddividere a grandi linee, a seconda del tipo di fermentazione, fra le birre ad alta fermentazione per stout e birre di frumento, in cui non viene solitamente usata la denominazione di ale.
Micro birrifici e brewpub nascono numerosi e le birre artigianali nostrane si trovano sempre più frequentemente non solo nei luoghi specializzati, quali pubs e beer-shops, ma anche nei templi del vino come enoteche, wine-bar e, dulcis in fundo, ristoranti di alto livello che vantano una carta delle birre a fianco della tradizionale carta dei vini. Le birre artigianali Made in Italy sono diventate le protagoniste di sempre più numerosi eventi, degustazioni pubbliche, corsi di cultura e grandi rassegne nazionali e internazionali che richiamano una folla di appassionati birrofili. Interviste, articoli, dibattiti, interventi in trasmissioni radiofoniche e televisive si susseguono a ritmo incalzante. Anche i media stranieri si stanno interessando al nostro fenomeno. Oggi possiamo contare più di circa 250 produttori tra micro birrerie e brewpub, ancora più concentrate al nord ma ormai ben presenti in tutto il territorio, isole comprese.