Una penisola nella penisola, un gioiello baciato dal sole e incorniciato dal mare che fa invidia a tutto il mondo. Questo – e molto di più – è il Salento, la regione fisica che si trova all’estremità meridionale della Puglia e che costituisce un universo a sé stante fatto di bellezze naturali, architettoniche, gastronomiche e particolarità linguistiche del tutto singolari.

All’estremità meridionale della regione pugliese, troviamo una subregione che prende il nome di penisola salentina. Essa si contraddistingue per peculiarità culturali, linguistiche e storiche che la rendono, a tutti gli effetti, un piccolo universo a sé stante, che ogni anno attira milioni di visitatori da tutto il mondo.
Il Salento comprende infatti l’intera provincia di Lecce, parte della provincia di Brindisi e di quella di Taranto, con caratteristiche storiche, glottologiche e culturali nettamente diverse dal resto della regione.
Salento: l’origine del nome
L’origine del nome Salento è incerta e molto dibattuta. Le teorie sono molteplici, ma quasi tutte fanno riferimento ad uno degli elementi più caratteristici della regione e motivi di orgoglio per i locali: il mare. Stando ad alcune fonti, infatti, il termine Salento deriverebbe da Salum, ovvero “terra circondata dal mare”, mentre i Romani erano soliti definire Sallentini gli abitanti delle paludi che si estendevano attorno al Golfo di Taranto.

Un’altra probabile origine del nome deriverebbe da una alleanza stipulata in salo cioè proprio in mare, tra Cretesi, Illiri e Locresi, le tre comunità che colonizzarono la regione. Altri storici, ancora, ritengono che il toponimo derivi dal nome dei Cretesi, che si facevano chiamare Salenti perché originari della città di Salenzia.

Per non tralasciare la mitologia, poi, un’altra delle origini del nome Salento viene ricondotta ad una leggenda secondo cui il nipote del Re Salo, re dei Messapi, avrebbe fondato le città di Roca, Lecce e Rudiae, dando alla regione il nome del nonno.
Una storia di migrazioni e contaminazioni
La storia del Salento è caratterizzata da contaminazioni tra popoli che sono venuti a contatto l’uno con l’altro attraverso il mare, molte volte pacificamente, altre volte in modo belligerante. Proprio per questo, infatti, il Salento vanta un’eredità culturale completamente diversa dal resto della Puglia e d’Italia, a cominciare dal dialetto.

Il dialetto salentino è infatti molto diverso da quello pugliese e viene classificato come variante della lingua siciliana. Sì, avete capito bene: siciliana. Per ragioni dovute alle contaminazioni linguistiche di popoli provenienti dalla Grecia, in Salento si parla un dialetto molto più assimilabile a quello della Sicilia orientale.
Al contrario, invece, nella provincia di Taranto il dialetto non è lo stesso parlato nel resto del Salento, per via delle influenze di Saraceni, Normanni, Angioini, Spagnoli e Francesi.

Non solo: in Salento sono presenti comunità greche e arbereshe, riconosciute dallo Stato Italiano come gruppi etnici distinti e tutelati in quanto minoranze etniche e linguistiche.
Cosa vedere in Salento?
La semplice e breve domanda “cosa vedere in Salento?” non potrà mai avere una risposta tanto semplice e breve. Si va dalle lunghissime coste caratterizzate da un mare dai colori che vanno dal turchese al verde al blu profondo, a città caratterizzate da architettura greca – sulla costa – o dal tipico stile barocco leccese – nei centri storici.

Tra le località di mare più famose troviamo Torre dell’Orso, Porto Cesareo, Santa Maria di Leuca, Otranto (area marina protetta), Gallipoli, Castro e Porto Badisco. Tra i centri storici più importanti, invece, il centro di Ostuni, Lecce, Brindisi e tutte le fortificazioni medievali sparse per la regione.

Infine, un’altra importantissima caratteristica del Salento è legata all’enogastronomia. I numerosi parchi ricchi di ulivi disseminati per tutta la penisola sono infatti inseriti tra i luoghi italiani da salvaguardare e sono tipici della cultura salentina.

Allo stesso modo, la gastronomia salentina si contraddistingue per vini come il Primitivo di Manduria o il Negroamaro di Salento e per piatti tipici come la pitta di patate, le pittule, la puccia salentina, il pasticciotto leccese, la pasta di mandorle e il tipico caffè salentino con latte di mandorla.
