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Mosaico della Grande Caccia, Piazza Armerina 

In Sicilia, ad Enna, precisamente a Piazza Armerina, sorge la Villa del Casale, un meraviglioso esemplare di costruzione di lusso romana del periodo tardo-imperiale e importante testimonianza per studiare e comprendere a fondo la vita della civiltà romana grazie ai preziosi mosaici perfettamente conservati che illustrano scene del quotidiano. Viste le molte dominazioni passate su queste terre è incredibile come i mosaici siano stati rispettati e preservati. Evidentemente la loro bellezza era ben comprensibile per chiunque. 

La villa testimonia la presenza dei Romani sul territorio per la gestione dell’economia rurale dell’Impero d’Occidente ed è un concentrato di sfarzo e ricchezza, una costruzione tra le più lussuose nel suo genere.  

Si estende per circa 3.500 metri quadri e comprende quarantotto ambienti ricoperti da mosaici conservati in perfetto stato. 

Le scene rappresentate dai mosaici consentono di ricostruire la storia del popolo Romano tramite scene di vita quotidiana, usi e costumi, raffigurazioni di caccia, giochi, eroi e divinità. 

Sono proprio i mosaici presenti all’interno della Villa di Piazza Armerina che l’hanno resa famosa e che, grazie alla loro magnificenza, sono stati riconosciuti come i mosaici romani più belli della zona. 

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Breve storia della Villa di Piazza Armerina 

La Villa romana di Piazza Armerina è stata costruita in una zona, ai tempi, già abitata e tra i proprietari che sono stati ipotizzati potrebbe esserci l’imperatore Massimiano oppure suo figlio Massenzio.  

Un’altra ipotesi abbastanza accreditata è quella che vede come proprietario della lussuosa villa Lucio Aradio Valerio Proculo, un politico attivo anche a Roma  nello stesso periodo in cui fu costruita la villa. 

Comunque, nel corso dei secoli, la villa vide un alternarsi di proprietari che la abitarono, molti dei quali si presero cura della sua conservazione: ad esempio, sappiamo che in epoca bizantina gli abitanti della villa si adoperarono addirittura in opere di restauro. 

Poi, quando i normanni conquistarono la Sicilia, a metà del secolo XI, fu il loro turno di abitare la Villa di Piazza Armerina.  

Grazie, quindi, ad un susseguirsi di abitanti che si presero cura dello stato della Villa del Casale, i meravigliosi mosaici di Piazza Armerina sono giunti a noi  intatti e ben conservati 

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Il Mosaico della Grande Caccia  

Dei mosaici di Villa Armerina sicuramente due sono i più importanti: il Mosaico della Piccola Caccia e il Mosaico della Grande Caccia

Il primo raffigura la cattura e l’uccisione di una lepre da parte di un cavaliere. 

Il secondo, il Mosaico della Grande Caccia, è il più grande della Villa del Casale e si estende per tutto il pavimento del corridoio che separa zona pubblica e zona privata della costruzione, lungo circa sessantasei metri e largo cinque.

Dagli studi effettuati negli anni grazie ai rilievi stratigrafici, il mosaico sembra risalire al 330 d.C. 

Il suo nome, se non lo si ha davanti agli occhi, può ingannare perché, in realtà, non raffigura una battuta di caccia bensì della cattura di animali selvatici per i giochi negli anfiteatri dell’impero a Roma, in cui nessun animale viene ucciso e in cui i cacciatori usano le armi solo per difesa. 

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Caratteristiche del Mosaico della Grande Caccia 

Il Mosaico della Grande Caccia è ricchissimo di episodi e di raffigurazioni particolari: ad esempio, ci sono due figure femminili che rappresenterebbero una l’Africa, con una lancia in mano e affiancata da un leopardo e un leone, l’altra l’Egitto, con un elefante, una tigre e una fenice vicino a lei. 

In generale, nelle scene rappresentate ai lati si racconta la cattura degli animali mentre, in quelle centrali, viene rappresentato il loro trasporto a Roma e sullo sfondo si vede il mare e delle navi da carico in lontananza. 

L’interpretazione, quindi, ci dice che le zone dell’Africa e dell’Egitto rappresentano i luoghi in cui venivano presi gli animali mentre il paesaggio con il mare e le navi raffigurano, appunto, il viaggio che questi animali faranno per essere trasportati negli anfiteatri romani, dove si svolgeranno i giochi. 

I mosaici della Villa di Piazza Armerina rappresentano una testimonianza fondamentale e un’occasione unica per entrare in contatto con la vita passata del popolo romano, capirne usi e abitudini e studiare a fondo la loro civiltà provando a immaginare cosa volesse dire gestire un impero di quelle proporzioni. 

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