Ti stai chiedendo dove andare a Pasqua in Italia? Ho un’idea che fa al caso tuo. La processione del Venerdì Santo a San Pier Niceto, a Messina, detta anche delle “Varette”, è una tradizione di origini spagnole ricca di particolari caratteristiche che la rendono unica nel suo genere. Purtroppo gli aspetti più “barocchi” del rito vennero progressivamente soppressi, soprattutto in seguito al Concilio Vaticano II. Tali singolari usanze avevano un profondo significato religioso, ma per alcuni potevano apparire più folkloristiche, quasi pagane.
Per questo entrarono in contrasto con la visione di una chiesa nuova che andava depurata da inutili “sovrammissioni” e da metodi dottrinali ormai superati. Oltre ai vari simulacri, vi erano molti personaggi viventi ai quali veniva dato il compito di “animare” la processione, mettendo in atto dei veri e propri drammi della passione di Cristo. Lo scopo era quello di far comprendere, soprattutto alla popolazione povera e ignorante, la storia del sacrificio di Gesù e tutti i significati più importanti che la contornano.
Di seguito sono elencati alcuni di questi personaggi, quasi degli attori, non più riscontrabili nel rito odierno. Vale la pena comunque prendere in considerazione San Pier Niceto come meta se stai pensando a dove andare a Pasqua in Italia.
Personaggi del rito antico
-“Donna Vana”- una giovane ragazza fiera della propria bellezza, vestita con un abito ornato da gioielli e recante nelle mani un pettine e uno specchio, simboli appunto di futilità. In poche parole più apparenza che sostanza. Si può assimilare questa figura alla Maddalena prima dell’incontro con Cristo. Inoltre lei ostentava delle catene in cui vi erano simbolicamente raccolte le fedi degli uomini che avevano commesso adulterio con lei, abbagliati dalla sua bellezza e dalla sua disponibilità. Questo personaggio aveva ovviamente un significato negativo.
-“A Pintita”- seguiva subito la figura di Donna Vana. La pentita simboleggia la donna (come Maria Maddalena) che grazie a Cristo si redime e adotta un comportamento più sobrio e di penitenza. La ragazza appariva vestita con un abito povero e i capelli che le coprivano il viso.
-“Le Pie Donne”- Le donne di Gerusalemme che piangono e si lamentano per la condanna fatta a Gesù. Le attrici improvvisate da gruppi di popolane, dovevano veramente urlare e lamentarsi.
-“U Signuri all’ortu”- su una varetta venivano disposti quattro bambini: Gesù in preghiera ai piedi di un albero di ulivo, gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni sdraiati come se dormissero.
-“A Cena” – Una tavola apparecchiata a festa e posta su una vara, con Gesù e i dodici apostoli, sempre rappresentati da bambini, mentre consumano l’ultimo pasto prima della Passione.
-“U Signuri ca Cruci”- un ragazzino vestito da Gesù con la croce in spalla, attorniato da altri ragazzi-soldato che dovevano simulare anche gli insulti e le bastonate.
Queste “stazioni” venivano accompagnate dalle confraternite appartenenti alle varie chiese del paese. Durante la settimana Santa i Confrati indossavano l’abito bianco con un cappuccio che copriva il volto, e tenevano sul capo una corona di spine. Le varie confraternite si differenziavano grazie a una fascia del colore della chiesa di provenienza, ad esempio verde la indossavano i confrati di San Giacomo, rossa invece quelli di Santa Caterina.
Di queste antiche usanze sopravvive per fortuna la più interessante, ovvero quella di vestire e agghindare con monili d’oro e oggetti preziosi vari bambini e bambine che prendono le sembianze di angioletti e monachelle. Tutto parte da un voto fatto al Crocifisso oppure come ringraziamento per una particolare grazia ricevuta. Il lavoro più importante è quello di raccogliere l’oro di casa in casa, cucirlo pazientemente sull’abito dei bambini e riconsegnarlo alla fine della processione. Anticamente per realizzare le ali dell’angelo si sacrificava una colomba bianca da cui venivano prelevate le piume.
Si tratta senza dubbio di una delle tradizioni italiane più belle, assolutamente imperdibile se non sai dove andare a Pasqua in Italia.