Tra i prodotti di eccellenza che l’Italia produce ed esporta in tutto il mondo rientra indubbiamente il vino; bianco o rosso, con o senza bollicine, dolce o brut poco importa: sulle tavole italiane non può mai mancare, così come almeno un turista su due porta via con sé una bottiglia di vino nostrano per gustarlo una volta rientrato a casa e ricordare con aria sognante il soggiorno nel Bel paese.
Grazie alla sua capacità di rinfrescare il palato e soddisfare anche i gusti più difficili ed esigenti, resistere a un buon calice di vino può diventare semplicemente impossibile! Tra l’altro, questa bevanda nasconde una serie di curiosità e aneddoti sconosciuti anche agli amatori più fedeli che, una volta venuti a galla, non faranno altro che aumentare la voglia di assaggiare produzioni diverse e sperimentare nuovi aromi avvolgenti!
5 cose da sapere sul vino italiano (ma che in molti non sanno)
Le curiosità sul vino italiano sono talmente numerose che è difficile contarle e raggrupparle! Alcune derivano da modi di dire, altre invece fanno riferimento a veri e propri dati statistici in grado di lasciare semplicemente a bocca aperta.
Ecco la top 5 delle chicche che tutti dovrebbero sapere:
1. Reale numero di vitigni in Italia
Per chi non lo sapesse, è proprio in Italia che si concentra il maggior numero di vitigni autoctoni al mondo: secondo i dati del 2019, esistono ben 545 varietà di vite su un totale di 1.300 sparse in tutto il pianeta!
2. Cos’è il vino novello?
L’aggettivo trarrebbe in inganno chiunque: non si tratta di vino nuovo, ma di una tipologia molto particolare che viene messa in vendita nello stesso anno della vendemmia e seguendo una normativa ben precisa.
A differenza del vino tradizionale, il novello viene prodotto con il metodo della macerazione carbonica: i grappoli d’uva vengono inseriti all’interno di un serbatoio ermetico pieno di anidride carbonica per un periodo di tempo che oscilla da poche ore a diversi giorni.
Il risultato è un vino dal gusto fresco e leggero, perfetto da gustare da solo o per accompagnare secondi piatti a base di carne, taglieri di salumi e formaggi e frutta secca come le castagne!
3. A ogni tipologia di vino il suo bicchiere
Se si scelgono varietà diverse di vino bisogna, al contempo, cambiare anche il bicchiere. Ma quanti tipi ne esistono? E come scegliere quello più adatto? Partiamo con i vini rossi:
- ballon piccolo: classico bicchiere da vino rosso, soprattutto quelli giovani e non eccessivamente corposi;
- grand ballon: modello ampio, perfetto per i vini rossi corposi.
Per quanto riguarda, invece, i vini bianchi abbiamo:
- flute: alto e stretto, indicato per lo spumante e il prosecco;
- tulipano: è composto da una coppa bombata e si restringe nella parte superiore, ideale per vii bianchi leggeri e freschi;
- regnano: rotondo e ampio, ottimo per vini bianchi strutturati e per il Chianti classico.
Per completare in bellezza, ecco anche i bicchieri per i vini italiani da dessert:
- coppa Asti: si sviluppa in larghezza ed è adatto per lo spumante dolce;
- tulipano piccolo: più piccolo e stretto rispetto al tulipano da vino bianco, viene usato per sorseggiare il passito;
- sautern: ampio in cima e stretto alla base, perfetto per i “vini muffati”, cioè passiti dal bouquet più strutturato.
4. Bottiglie di vino con colori diversi
In molti si saranno accorti che le bottiglie di vino non hanno sempre lo stesso colore, anzi, spaziano dal verde al trasparente passando per il marrone, e il motivo non è legato solo e soltanto all’estetica. Sveliamo l’arcano:
- bottiglie in vetro trasparente: si utilizzano per i vini bianchi, che devono essere bevuti quando ancora giovani;
- bottiglie in vetro verde: si usano per i vini bianchi che hanno bisogno di un periodo di affinamento e per i vini rossi che richiedono un lasso di tempo di maturazione più o meno lungo;
- bottiglie in vetro marrone o nero: garantiscono massima protezione dalla luce solare, quindi sono indicate per i vini rossi che necessitano di lunghi periodi di invecchiamento.
5. Cos’è il “bicchiere della staffa”?
Solitamente, l’ultimo bicchiere di vino gustato a fine serata viene denominato “bicchiere della staffa”. Ma perchè? Si tratta di un modo di dire risalente all’Ottocento, quando i signori si recavano nelle locande a bere e, a serata ultimata, bevevano l’ultimo bicchiere con un piede già fuori dal locale, cioè sulla staffa del cavallo.
Inoltre, l’espressione veniva utilizzata anche quando si riceveva la visita di qualcuno e, per buona educazione, il padrone di casa offriva un bicchiere di vino in fase di congedo o quando l’ospite si accingeva a salire a cavallo. Secondo le usanze dell’epoca, era un modo gentile per augurare buon viaggio e un ritorno sereno.
Altre 13 curiosità sul vino italiano
E non è ancora finita: oltre le 5 curiosità più particolari legate al vino italiano, ne esistono almeno altre 13 in grado di stupire e fare luce su credenze che, in verità, non hanno un riscontro reale!
Ecco quali sono:
- Il vigneto più alto di tutta Europa si trova proprio in Italia, a Cortina d’Ampezzo, a un’altitudine di ben 1350 m.l.m.;
- Il vino contiene al suo interno un’alta quantità di sostanze benefiche per l’organismo quindi, se bevuto nelle dosi giornaliere consigliate e senza esagerare, fa bene e mette di buonumore;
- La più antica Doc italiana è quella del Vino Nobile di Moltepulciano, risalente al 1980;
- In Italia viene prodotto talmente tanto vino che si potrebbero riempire circa 2mila piscine olimpioniche;
- Per la produzione dei vini bianchi si possono utilizzare anche tipologie di uva a bacca rossa;
- L’usanza di “chiudere” una bottiglia di vino con un cucchiaino non serve praticamente a nulla;
- Il nome “sommelier” deriva dall’unione di due termini francesi, cioè “somme” (bestia da somme) e “lier” (legare) e, quindi, significa letteralmente “conducente di bestie da soma”. La scelta deriva dall’abitudine dei soldati napoleonici di legare le botti di vino sulle bestie da soma per trasportarle e, colui che si occupava di fare ciò, nel corso del tempo ha iniziato a seguire il vino in modo totalmente diverso;
- Le bottiglie di vino più diffuse sono quelle da 0,75 cl per due motivi: in passato, gli antichi soffiatori di vetro riuscivano a dar vita a bottiglie di questa capacità con un unico soffio; in territorio anglosassone, per ovviare alle tasse portuali e ai costi di trasporto, una cassa di vino poteva contenere solo 2 galloni. Considerando che 1 gallone equivale a 4,5 litri, che ciascuna cassa poteva ospitare 12 bottiglie, che 2 galloni corrispondono a 9 litri e che 9 litri divisi in 12 bottiglie danno 0,75 cl, si capisce perché fosse il formato più comodo, diffuso e conveniente;
- La maggiore varietà di Vitis Vinifera al mondo è proprio in Italia, che ne ospita più di 350 tipi diversi;
- I “profumi” del vino sono più di 500: tra floreale, fruttato, fragrante, aromatico e così via, il naso va ben allenato per riconoscerli tutti;
- I reperti fossili più antichi che testimoniano la presenza e la coltivazione della vite risalgono a circa 2 milioni di anni fa e precisamente in Toscana;
- Per produrre una bottiglia di vino da 0,75 cl servono in media 1,2 kg di uva;
- Dulcis in fundo: il Paese in cui si beve più vino è Città del Vaticano!