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Chianti, Storia, cultura e curiosità

La presenza della vite nella zona del Chianti in Toscana risale al tempo degli Etruschi e se ne trovano testimonianze sui vasi del sesto secolo a.C. presenti a Castellina in Chianti. Gran parte della regione era coltivata a vigneti, cosa che continuò anche durante l’Impero Romano e oltre, grazie all’intervento dei monaci dell’ordine benedettino e vallombrosiano. Costoro curavano non solo lo spirito, ma anche la coltivazione dei terreni con viti e ulivi, e promuovevano queste attività anche presso gli abitanti della zona. Dopo l’anno Mille la coltivazione della vite era ormai diffusa, tanto che in alcuni casi i filari erano protetti con recinzioni, contro incursioni di ladri e animali.

Qualche data

– 790: si ha una prima traccia della parola Chianti in una pergamena.

– 913: notizie di attività di vinificazione in una pergamena nella chiesa di Santa Cristina a Lucignano.

– 1023: a un colono sono concessi terreni da coltivare a vite a Grignano.

– Medio Evo e XII secolo: si diffonde la cultura vitivinicola, forte dell’insegnamento dei monaci, con l’attività di case poi diventate famose, come Ricasoli e Antinori.

– L’epoca dei Comuni: la loro nascita è legata alla crescita della produzione di vino, che porta al commercio, quindi alla ricchezza e all’affermazione del potere dei signori. Nella metà del Duecento nasce l’Arte dei Vinattieri, fra quelle Minori, e aprono osterie e celle vinarie.

 

Consumo

Da bevanda riservata ai nobili, il vino si diffonde rapidamente e in breve lo si trova nelle famiglie di ogni ceto sociale. È usato sia per smorzare l’acqua malsana, che come alimento e, in alcuni casi, come medicina.

Bianco, rosso

In alcuni documenti antichi è menzionato un vino vermiglio o rutilante (rosso) e vernaccia (bianco). In altri, medievali, si trova traccia del Chianti come vino bianco. Non è noto come e quando il vino cambiò colore, ma già prima che si chiamasse con il nome oggi conosciuto, le caratteristiche di freschezza e vivacità erano presenti grazie al lavoro di Durante e Ruberto di Guido Bernardi. Secondo loro, al vino dovevano essere aggiunti uvette per togliere le impurità, albume, mandorle e sale per chiarificarlo, pepe e petali di rosa per il colore.

Protezione

All’inizio del quindicesimo secolo è ormai chiaro che il vino deve essere protetto, sia per nome e qualità (non si potrà vendemmiare prima del 29 settembre), sia contro le contraffazioni. La tutela continua nei secoli successivi e nel 1716 Cosimo III emana un decreto che regola nome, produzione, vendita del vino e aree di produzione.

Tappe di produzione e composizione

– Il suo decreto motu definisce le regole per la produzione dei quattro vini della regione: Chianti, Pomino, Carmignano e Val d’Arno di Sopra.

– Nella seconda metà del diciottesimo secolo l’Accademia dei Georgofili inizia gli esperimenti sui vitigni, mischiandoli fra loro ed esaminandone le caratteristiche prima della vinificazione.

– Bettino Ricasoli, detto il Barone di ferro, decide che i raspi e gli acini devono essere divisi (diraspatura), che la fermentazione deve essere fatta in vasi chiusi e che la svinatura (l’estrazione del vino dal mosto) deve essere veloce e il governo fatto all’uso toscano (rifermentazione con aggiunta di mosto).

– Nel 1874 si arriva alla definizione dell’uvaggio disciplinato poi nel 1984.

Chianti e personaggi illustri

– Dopo la pace medìcea i fiorentini cominciano a guardare all’attività vitivinicola come a una fonte di guadagno, e non solo.

– Michelangelo compra case e terreni nel Chianti e si dedica alla viticoltura.

– Machiavelli nel 1512 si rifugia nei poderi che aveva nel territorio dopo l’accusa di congiura contro i Medici.

– Galilei va lì per riposarsi dalle discussioni con il mondo scientifico ed ecclesiastico.

– Verdi, secondo le parole della moglie, apprezza molto il Chianti.

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