Un’altra possibile derivazione, anche se piuttosto debole, è dal personaggio Buffalmacco del Decameron di Giovanni Boccaccio; se un legame con lo scrittore esiste, tuttavia, è da ricercarsi invece nello pseudonimo da lui usato in alcune sue opere. Infine, un collegamento storico: Francesco Burlamacchi fu un politico della Repubblica di Lucca, vissuto nella prima metà del Cinquecento. Il cappello che Burlamacco indossa è quello usato dagli ambasciatori di Lucca e i suoi colori (bianco e rosso) richiamano quelli della città.
Origini e composizione della maschera
La maschera è stata creata, insieme alla sua compagna Ondina (che richiama le maschere femminili come Colombina e Isabella), nel 1930 dal pittore futurista Uberto Bonetti di Viareggio, che ne ha costruito anche delle sculture di cartapesta, e un anno dopo li si trova insieme in un cartellone pubblicitario. Sono uno di fianco all’altra, che arrivano dal molo, lui dalla parte dei cantieri e lei che rappresenta l’estate, le vacanze e il carattere mondano della Versilia (zona della Toscana nord-occidentale). L’immagine piacque talmente tanto, da diventare presto il simbolo del carnevale della Versilia.
Dal punto di vista estetico, è un misto di diverse maschere regionali:
- Il cappello è di Rugantino (Roma).
- Il mantello è di Balanzone (Bologna).
- Il costume a scacchi è di Arlecchino (Bergamo).
- La gorgiera è di Capitan Fracassa (Liguria).
- Il pompon bianco è di Pierrot.
Trasformazioni
Dopo la sua nascita, la maschera è rimasta anonima per molti anni (fino al 1940) e in quelli seguenti ha subito diverse trasformazioni, insieme alla sua compagna Ondina, alcune delle quali fatte dallo stesso Bonetti nei suoi cartelloni pubblicitari. Nel 1988 entra al Museo delle Arti e delle Tradizioni di Roma, come maschera ufficiale del carnevale di Viareggio.