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Benvenuto Brunello, le nuove annate di Montalcino

Benvenuto Brunello è l’annuale manifestazione, promossa dal Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, che presenta ufficialmente la nuova annata di uno dei più pregiati e apprezzati vini italiani. L’appuntamento che si tiene nel centro di Montalcino – dopo oltre un ventennio è stato spostato momentaneamente dal mese di febbraio, periodo in cui di solito questo vino viene emesso in commercio, a quello di novembre – rappresenta un’importante occasione di incontro tra gli operatori del settore oltre che un’imperdibile evento per i giornalisti italiani e stranieri e per gli appassionati. L’attività di Benvenuto Brunello, tra l’altro, prevede la proclamazione delle “Stelle” da attribuire all’ultima vendemmia, con la collocazione di una speciale piastrella sulla facciata dello storico Municipio di Montalcino, e la premiazione del “Leccio d’Oro”, riservata a ristoranti ed enoteche per la loro proposta di vino Brunello.

Fonte: Consorzio del vino Brunello di Montalcino

Il Brunello di Montalcino

Il Brunello di Montalcino è un vino rosso, a cui è stata riconosciuta la Denominazione di Origine Controllata e Garantita nel 1980 (dopo la certificazione DOC del 1966), la cui area di produzione è compresa nel comune di Montalcino, in provincia di Siena. Prodotto a partire dall’800, il suo nome deriva dal termine brunello, originariamente attribuito a una varietà di vitigno che veniva considerato locale, ma che – nel 1879 – fu poi riconosciuto ufficialmente come Sangiovese. Benché già prodotto abitualmente dai contadini locali, il Brunello fu in qualche modo “inventato” da Clemente Santi, che di fatto iniziò a sperimentare la produzione di questo vino rosso, vincendo nel 1865 due medaglie d’argento alla Fiera Agricola di Montepulciano.

Fonte: Consorzio del vino Brunello di Montalcino

In seguito, la produzione del Brunello andò diffondendosi, e all’attività della famiglia Biondi Santi si aggiunsero sempre nuovi produttori. Si passò così da una produzione in quantità limitate a una produzione sempre più ampia e i grado di affermarsi prima in Italia e poi anche all’estero, diventando uno dei prodotti simbolo del Made in Italy.

Un tesoro a Montalcino: storia della Tenuta Greppo-Biondi Santi, dove  nacque il Brunello
Fonte: Cookist

Oggi, il Brunello rappresenta un vino la cui produzione è prevista in purezza da uve di Sangiovese, e si distingue per il colore rosso rubino brillante, tendente al granato, per un profumo intenso ricco di aromi di ciliegia spezie e sottobosco, e distinto da un sapore asciutto e caldo, robusto e persistente, e leggermente tannico. Insieme al Barolo, è anche il vino che sopporta i più lunghi invecchiamenti, migliorando nel tempo le sue caratteristiche organolettiche, tanto da garantire invecchiamenti da un minimo di dieci a un massimo di giungere a un massimo di trent’anni, a seconda dell’annata. Si affina per due anni in botti di rovere, e poi quattro mesi in bottiglia, che diventano sei nel caso del Brunello Riserva, e viene commercializzato solo in bottiglie bordolesi.

Fonte: Consorzio del vino Brunello di Montalcino

Montalcino

Il borgo medievale di Montalcino si trova nella parte meridionale della provincia di Siena, immersa nello splendido territorio del Parco Naturale della Val d’Orcia, e si presenta come un luogo incantevole, circondato da una grande cinta muraria e dominato da un castello di notevole struttura architettonica.

Il paese del Brunello vale quindi una visita non solo per il suo straordinario vino, ma anche per il suo aspetto storico e culturale, conservando praticamente intatto il suo aspetto risalente al XVI secolo. La Rocca, trecentesca, che offre un’impagabile vista su tutto il territorio circostante, ospita tra l’altro numerosi eventi di richiamo, tra cui il Jazz & Wine Festival (a luglio).

Nel centro storico, invece, spiccano la torre e la loggia del Palazzo dei Priori, in Piazza del Popolo, oltre alle chiese di Sant’Agostino, Sant’Egidio e San Francesco, insieme al Palazzo Vescovile. Per gli appassionati d’arte, poi, si consiglia una visita al Museo Civico di Arte Sacra, e il Museo del Vetro.

Fonte: Tuscany Tourist Guide

Tutt’intorno, si apre un affascinante reticolo di vicoli e stette stradine su cui si aprono negozi d’arte, ristoranti e, naturalmente, botteghe dove acquistare qualche bottiglia di prezioso Brunello. Fuori dal centro abitato, invece, è consigliata una visita alla bella abbazia di Sant’Antimo, risalente al XII secolo, che secondo la leggenda sarebbe stata costruita da Carlo Magno, cui si giunge dopo aver attraversato strade fiancheggiate da vigneti e oliveti.

Tour enogastronomico delle cantine di Montalcino

Sono numerose le cantine, attive nel territorio di Montalcino, dove è possibile degustare il Brunello ma anche soffermarsi per un’ottima tappa enogastronomica.

Capanna di Montalcino

La Capanna di Montalcino è un una cantina a conduzione familiare che, dal 1957, ha ampliato progressivamente i vigneti di competenza e la sua produzione. Consigliabile per le degustazioni di vini di Montalcino, e per la degustazione verticale di quattro Brunello – di differenti annate – di solito accompagnata da visita guidata del vigneto e della cantina.

Fonte: Capanna di Montalcino

Col d’Orcia

La tenuta di Col d’Orcia comprende, oltre ai vigneti, anche oliveti, il parco e i giardini. La coltivazione è biologica. Il tour prevede una passeggiata nel parco naturale, la visita della cantina e l’assaggio di Brunello direttamente dalle botti di affinamento. Il tutto accompagnato da una selezione di taglieri di prodotti gastronomici locali.

Col d'Orcia - xtrawine IT
Fonte: XtraWine

Cantina Biondi Santi

La Cantina Biondi Santi si trova presso la Tenuta Greppo, ed è una delle più antiche del territorio. È grazie ai suoi vigneti, infatti, che la famiglia ottenne il riconoscimento di “Vino rosso scelto del 1865” con il suo Brunello.

Tra i vigneti Biondi Santi - InformaCibo
Fonte: InFormaCibo

Castello di Banfi

Il Castello di Banfi si trova nel borgo di Poggio alle Mura, e vanta una splendida cantina e una grande produzione di barrique e botti, oltre a essere dotata di un museo dedicato alla storia del vetro. Presso il castello è anche possibile pernottare.

Castello Banfi - Il Borgo, Montalcino – Prezzi aggiornati per il 2022
Fonte: Booking

La Poderina

Posta davanti all’antica Abbazia di Sant’Antimo, nel Parco Naturale della Val d’Orcia, La Poderina è un luogo ideale per la degustazione del Brunello ma anche per un soggiorno. Le visite guidate portano alla scoperta del Bottaia, dove viene prodotto il Brunello, e poi si concludono nella degustazione dei vini.

La Poderina
Fonte: Tenute del Cerro

Piatti tipici di Montalcino

L’estrema eleganza e corposità fanno del Brunello un vino particolarmente indicato nell’abbinamento con piatti dal sapore deciso e marcato, soprattutto selvaggina, carni rosse, formaggi strutturati, funghi e tartufi. Naturalmente, questo vino si sposa in maniera eccellente con i piatti tipici della tradizione culinaria montalcinese.

Come abbinare vino e pecorino - Bindi Enzo Pienza
Fonte:Bindi Enzo Pienza

Al centro della tradizione gastronomica di Montalcino ci sono i principali elementi della cucina toscana e, in particolar modo, senese. Si parte da crostini di milza e fegato, o con i funghi, per poi scoprire il gusto delle salsicce di cinghiale o di “cinta senese”, e gli insaccati come la “finocchiata”, il prosciutto e il salame.

Produzione salumi e Cinta Senese | Poderi Tognetti
Fonte: Poderi Tognetti

Tra i primi piatti spiccano i “pici” al sugo, le pappardelle con lepre o cinghiale, ma anche zuppa di funghi e di cipolle.

Pappardelle al sugo di lepre: ricetta toscana deliziosa
Fonte: ricette di Gusto

Tra i secondi si impone la caratteristica bistecca di maiale con le rape, La cacciagione la fa da padrona, cotta allo spiedo o in umido, come nel caso di fagiano, lepre, tordi e l’immancabile cinghiale. Una nota particolare merita il pecorino toscano, che nel borgo di Montalcino viene proposto anche in abbinamento al miele e ai migliori vini locali.

LA SCAMERITA UNA PERLA DELLA CUCINA TOSCANA
Fonte: BraciamiAncora

In fine, tra i dolci secchi sono assolutamente da provare i “brutti e boni” e i “cantucci” con le mandorle, oltre al castagnaccio, preparato con farina di castagne, uvetta, noci pinoli e rosmarino.

Cantucci toscani, ricetta veloce e semplicissima della tradizione
Fonte: Giallo Zafferano
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