Severa e monacale al suo esterno è in realtà uno scrigno di tesori pittorici e un caleidoscopio cromatico. La Certosa di Garegnano è un antico e affascinante complesso situato nel quartiere di Garegnano di Milano, a nord ovest del capoluogo lombardo.
Oltre ad essere un importante luogo di culto, ospita una vasta collezione di opere d’arte, tra cui spiccano i capolavori del pittore milanese Daniele Crespi. In questo articolo, esploreremo la storia della Certosa di Garegnano e il contributo artistico di Daniele Crespi, svelando i tesori nascosti di questo luogo suggestivo.
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Immersa nella tranquillità del quartiere di Garegnano, la Certosa sorge come un misterioso e affascinante scrigno di storia nella città di Milano. Questo antico monastero certosino ha attraversato i secoli con grazia e imponenza, custodendo gelosamente il suo patrimonio artistico e spirituale.
Tra le sue pareti, la Certosa ospita un tesoro di opere d’arte, alcune delle quali realizzate dal maestro milanese Daniele Crespi. Non a caso è una delle due chiese definite come Cappella Sistina di Milano (l’altra è la Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore).
Dove si trova la Certosa? Ecco come arrivare
Situata fuori dalle antiche mura cittadine e più precisamente nella periferia nord-ovest della città, la Certosa di Milano rappresentava un punto di rifugio per pellegrini e viandanti.
Oggi, il complesso si trova all’interno di un contesto urbano accessibile attraverso Via Garegnano, una traversa di Viale Certosa, prima del Cimitero Maggiore. È possibile raggiungerla in auto o con i mezzi pubblici (bus, metro e tram).
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La storia della Certosa di Garegnano
La Certosa di Garegnano ha origini antiche. Fondata intorno alla metà del Trecento dall’arcivescovo Giovanni Visconti con l’obiettivo di permettere ai frati certosini, un ordine monastico rigoroso ed eremita, di far fronte agli aspetti ai quali lui (signore temporale) non riusciva a occuparsi e di vivere di lettura, contemplazione, preghiera e riflessione spirituale.
Nel corso dei secoli, il complesso ha subito diverse trasformazioni architettoniche ma, pur perdendo molti elementi, ha preservato la sua atmosfera mistica e il suo fascino unico. Oggi, è considerato uno dei migliori esempi di architettura religiosa lombarda.
Tra gli elementi architettonici sopravvissuti ci sono il Chiostro Piccolo (edificato e completato intorno al Quattrocento) sul lato destro della chiesa e l’abside quadrangolare caratterizzato da un tiburio ottagonale.
È impossibile non soffermarsi sulla facciata della Certosa (con la sua mescolanza tra stile rinascimentale e barocco e tre ordini simmetrici), sul Cortile dell’Elemosina (caratterizzato da un porticato dalle linee classiche) e sul Cortile d’Onore (con il suo vestibolo ellittico contraddistinto da tre esedre).
Percorrendo il chiostro della Foresteria, si arriva all’antico refettorio monastico, oggi trasformato in cappella delle suore francescane missionarie. Questo ambiente carico di storia e spiritualità è un luogo di preghiera e contemplazione.
Del chiostro dei monaci, purtroppo, rimangono solo frammenti che offrono un’idea di ciò che un tempo era. Le linee del portico ricordano l’imponenza e la grandiosità di un tempo.
L’interno della Certosa è altrettanto affascinante. Gli affreschi e le opere scultoree presenti negli ambienti interni raccontano storie religiose e testimoniano la devozione e la passione degli artisti che hanno contribuito alla sua bellezza.
Ogni dettaglio architettonico e ogni opera trasmettono un senso di maestosità e solennità, avvolgendo i visitatori in un’atmosfera di sacralità.
Certosa di Garegnano, gli affreschi di Daniele Crespi
Daniele Crespi è uno degli artisti che hanno lasciato un segno indelebile nella Certosa di Garegnano. Nato a Milano a fine Cinquecento, fu un pittore barocco noto per i suoi dipinti religiosi di grande impatto emotivo.
Il pittore aveva una profonda connessione con il divino e una ricerca costante della bellezza e della verità. Questa dimensione spirituale si riflette nella sua scelta di soggetti religiosi e nella capacità di trasmettere un senso di sacralità attraverso la sua pennellata e l’utilizzo sapiente della luce e dei particolari.
Il pennello del pittore lombardo ha animato la navata unica della chiesa con la sua magia artistica. Le sette lunette dipinte con maestria raccontano gli episodi salienti della vita di San Bruno (il fondatore dell’ordine certosino nell’ Alto Delfinato), offrendo un affascinante spettacolo visivo ai visitatori. Queste opere sono affiancate dagli affreschi di Simone Peterzano nell’abside e nel presbiterio.
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Le “Storie di San Bruno” della navata sono composte da vari episodi: la resurrezione di Raimondo Diocrès (il medico risorge al proprio funerale per rivelare a San Bruno la propria dannazione); il sogno del vescovo Ugo di Grenoble (rappresentazione del sogno premonitore del vescovo in cui si mostra appisolato al suo tavolo mentre gli angeli costruiscono il complesso predicendo l’arrivo del santo); il vescovo riceve il santo (San Bruno e compagni chiedono al vescovo un luogo di ritiro); il vescovo benedice il monastero (rappresentazione della benedizione della Certosa); la Vergine con il Bambino, S. Pietro e monaci (la Vergine e San Pietro approvano la regola certosina ); Ruggero di Calabria incontra il santo (l’episodio si svolge nel luogo in cui sorgerà la prima certosa italiana); San Bruno appare in sogno al conte Ruggero (il santo lo avverte della congiura del capitano delle guardie).
Non solo le lunette, ma anche i lati della porta d’ingresso sono adornati da figure raffigurative. Le monache certosine Beata Beatrice e S. Margherita d’Oingt accolgono i visitatori con la loro presenza, evocando la vita di contemplazione e dedizione delle monache all’interno della Certosa.
Guardando verso l’alto, la volta a botte cattura l’occhio con un’esplosione di colore con la volta della navata decorata da scene sacre policrome e coinvolgenti. La navata ha due elementi decorativi distinti. Da un lato ci sono i riquadri con i busti di monaci certosini e dall’altro lato ci sono i medaglioni esagonali che raffigurano episodi tratti dall’Antico e Nuovo Testamento (il sacrificio di Isacco, Maria Maddalena, Giovanni Battista, l’Ascensione di Gesù), creando un dialogo visivo tra il mondo biblico e quello certosino.
Questi dettagli decorativi mostrano l’abilità e la cura di Daniele Crespi nel creare un’atmosfera unica all’interno della Certosa di Garegnano. Ogni dipinto e ogni motivo decorativo contribuisce a una narrazione visiva che parla di fede, spiritualità e dedizione alla vita monastica. Un’esperienza straordinaria per chiunque abbia la fortuna di ammirare queste opere d’arte nel loro contesto originale.
Certosa di Garegnano: visite
Oggi, la Certosa di Milano è aperta al pubblico quando non ci sono messe o celebrazioni e rappresenta una tappa imprescindibile per gli amanti dell’arte e della storia. Questo luogo magico è diventato così un punto di incontro tra passato e presente, dove l’arte, la cultura e la spiritualità si fondono in un connubio affascinante.
Copertina: elledecor