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San Pancrazio e Torre dell’Elefante a Cagliari

A partire dal 1217 i Pisani si insediarono a Cagliari, stabilendosi sul colle che oggi ospita il quartiere di Castello. Qui edificarono una fortezza con torri e mura difensive: la cinta muraria, intervallata da oltre 20 torri collegate da un cammino di ronda protetto da un parapetto merlato, si estendeva per 1640 metri. 

Di questa fortificazione oggi restano soltanto due torri bianche, che sembra non abbiano mai abbandonato il loro compito di guardie silenziose della città. La Torre di S. Pancrazio e la Torre dell’Elefante costituiscono il monumento simbolo della città di Cagliari e uno tra i migliori esempi di architettura militare medievale in Italia.  

Entrambe le torri si possono visitare internamente per poi accedere alle terrazze, dalle quali si gode una bellissima vista sulla città. Quando sono interessate da lavori di restauro è comunque possibile ammirarle dal basso, lasciandosi incantare dalla loro maestosità.  

La Torre dell’Elefante tra storia e macabra leggenda 

Osservandone l’aspetto ci si rende conto che le due torri di San Pancrazio e dell’Elefante sono sorelle gemelle, anche se la Torre dell’Elefante è più giovane di due anni. Le accomuna anche l’altezza, compresa tra i 30 e i 36 metri. Entrambe sono inoltre costruite con la pietra forte di Cagliari, un materiale calcareo bianco proveniente dai colli di Bonaria. 

La Torre dell’Elefante è stata costruita all’inizio del XIV secolo e si trova all’ingresso quartiere di Castello, nella zona del Bastione di Santa Croce, accanto alla Chiesa di San Giuseppe di Calasanzio. 

Edificata nel 1307 su richiesta dei consoli pisani Giovanni De Vecchi e Giovanni Cinquini (e su progetto dell’architetto cagliaritano Giovanni Capula) la torre aveva lo scopo di difendere l’accesso al Castello, che fungeva da centro del potere politico, militare e religioso della città di Casteddu

La torre presenta tre lati esterni massicci e chiusi e un quarto lato aperto secondo lo stile pisano, con quattro piani costruiti su soppalchi in legno aggiunti durante i restauri del XIX secolo. L’altezza dell’edificio raggiunge i 30 metri, 35 considerando anche il torrino. Sulle pareti esterne sono ancora visibili alcuni stemmi del XIV secolo e una scultura a forma di elefante che sovrasta l’arco d’ingresso, simbolo dei Pisani. 

Originariamente la torre serviva come postazioni di vedetta verso il mare e l’interno dell’isola, ma durante la dominazione spagnola e fino a metà Ottocento fu utilizzata come prigione ed edificio di tortura.  

È un luogo che sa parlare solo all’orecchio di chi ne conosce un po’ la storia, anche se a tratti è piuttosto lugubre. 

Durante il periodo della dominazione spagnola, quando la torre iniziò ad essere utilizzata come carcere, le teste dei condannati a morte venivano esposte alle sue porte come monito per la popolazione. È noto in particolare l’episodio dell’assassinio del viceré di Sardegna, operato da Manuel Gomez de los Cobos e dai suoi complici, le cui teste restarono esposte sulla Torre dell’Elefante per ben 17 anni. 

Nella piazzetta accanto alla Torre dell’Elefante venivano eseguite le condanne a morte: secondo una superstizione popolare nelle notti di forte vento si possono ancora ascoltare i lamenti delle anime dei giustiziati. 

Foto : Estate in Sardegna

Torre di San Pancrazio, l’ultimo baluardo pisano 

La Torre di S. Pancrazio prende il nome dalla vicina chiesetta di S. Pancrazio, ma anticamente era conosciuta come “Torre del Leone” perché reca, sulle sue mura, una scultura dell’animale. 

Costruita nel 1305, è la più alta delle torri cagliaritane. La struttura originaria prevedeva tre livelli interni collegati da scale a chiocciola. È dotata di feritoie, che permettevano l’osservazione e l’uso delle armi contro eventuali assalitori.  

La torre ha resistito a vari assedi nel corso dei secoli e durante la guerra tra Aragona e Pisa fu uno degli ultimi baluardi pisani a cadere. 

Nel corso dei secoli la torre ha subito restauri e interventi di rafforzamento, con lo scopo di metterla in sicurezza ma anche di ben preservare la sua struttura originale. È un punto d’osservazione privilegiato sulla città, sul Golfo degli Angeli e sulla pianura circostante.  

Durante le visite guidate al monumento potreste sentirvi percorrere da un brivido: anche questa torre è oggetto di leggende locali spaventose, perché si dice che lo spirito di un prigioniero ingiustamente incarcerato vi si aggiri durante le notti di luna piena. 

Le altre torri di Cagliari 

Le torri di San Pancrazio e dell’Elefante sono le più note, anche perché ancora visitabili, ma in città esistono -in realtà- molte altre fortificazioni realizzate dai Pisani nel XIII secolo.  

Queste costruzioni servivano come difesa militare in un’epoca in cui la Sardegna era un crocevia strategico nel Mediterraneo e oggetto delle mire di conquista di vari popoli. Tuttavia, il dominio pisano su Cagliari finì con l’arrivo degli aragonesi e nel corso della storia le torri cambiarono spesso destinazione d’uso. 

Molte di queste strutture sono state successivamente integrate nei palazzi. Tra queste, c’è, per esempio, la Torre dell’Aquila, che è stata incorporata nel Palazzo Boyl, situato dietro il Bastione di S. Remy. La torre controllava il lato sud del Castello verso il mare, ma fu quasi completamente distrutta dagli attacchi navali inglesi e spagnoli del primo Settecento e da quello francese del 1793.  

Cagliari a morsi 

Mentre passeggiate per Cagliari non perdete l’occasione di “assaggiarla”: in città troverete tutta le specilità gastronomiche tipiche della Sardegna, con piatti che spaziano dalla tradizione pastorale a quella marittima.  

Non mancano i ristoranti di alto livello -nei quali gli chef sapranno stupirvi con estrose rivisitazioni delle portate tipiche- e non manca nemmeno lo street food. Tra le specialità imperdibili si annoverano le seadas, dolci fritti ripieni di formaggio e miele, i culurgiones, ravioli ripieni di patate e menta e, naturalmente, il croccante pane carasau. 

Una dritta? Se vi trovate in città tra novembre e maggio andate a provare i ricci di mare appena pescati, accompagnati da pane e vino: sul lungomare Su Siccu troverete molte bancarelle pronte a deliziare il vostro palato.  

Copertina: Estate in Sardegna

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