Ciò si vede bene nell’Egitto, paese che non produceva buon legname da costruzione. Il materiale usato in Egitto per fabbricare le barche destinate alla navigazione fluviale, fu il papiro. I fusti di questa pianta venivano strettamente legati a fasci, con cui si metteva assieme una grossa stuoia della forma voluta che veniva poi curvata e legata alle estremità. Stiamo parlando della nota zattera, ricavata unendo dei materiali grezzi in natura, in maniera tale da poter trasportare il proprio peso rimanendo a galla. Poi l’uomo scavò quel tronco internamente e nacque così la piroga, piccola imbarcazione simile ad una canoa generalmente associata ai pescatori. In seguito, poi, inventò il remo per spostarsi agilmente sul corso d’acqua, scegliendo la direzione di navigazione e, per finire, aggiunse la vela, sfruttando la potenza del vento per spostarsi.
La Marina Bizantina, invece, poteva contare su vari tipi di imbarcazioni armate con remi e vele latine: Dromoni, Chelandie, Corsieri, Acazie. Fu su queste ultime che apparve per la prima volta il timone a poppa. Particolari, ed ancora visibili nel Museo delle navi ad Oslo, furono le navi vichinghe: lunghe, snelle, basse di bordo, con prua e poppa rialzate e ricurve. Nel IX sec. apparve la Galea, una nave veloce, leggera e di grande perfezione tecnica. Le Galee furono le navi con le quali le Repubbliche Marinare parteciparono alle famose Crociate.
Facendo un salto nel tempo, arriviamo alle celebri Caravelle, navi dai fianchi alti e arrotondati, veloci, munite di coperta, castello a prua e cassero a poppa, inaugurate per i grandi viaggi transoceanici. In seguito si diffusero i Galeoni, velieri con i fianchi altissimi, molto capaci, che venivano adoperati per il trasporto di forti quantità di merce, dotati di 2 o 3 ponti, con un gran numero di vele e diversi strumenti di artiglieria. Nel momento in cui servirono altri tipi di navi, principalmente da guerra, apparvero i Vascelli, le Fregate e le Corvette.
Le prime traversate atlantiche furono compiute da piroscafi: il Sirus di 700 ton., il Great Western di 1.400 ton. e il Transatlantico di ferro con propulsione ad elica Great Britain. In seguito, grazie all’impiego della turbina a vapore e della nafta al posto del carbone, furono raggiunte maggiori velocità e, dopo la prima Guerra Mondiale, si diffuse l’uso del motore a combustione interna tipo Diesel. Nacquero così le prime motonavi, molto simili a quelle utilizzate attualmente.