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Il movimento Slow Food, eccellenza italiana

Il movimento Slow Food nasce oltre trent’anni fa con l’intento di sensibilizzare la popolazione, italiana e non, circa l’importanza di dare il giusto rilievo alle aziende locali e alle piccole realtà in campo di produzione agroalimentare, andando a contrastare un minimo l’invadenza delle grandi lobby alimentari. Slow Food è rappresentato dal celebre logo a chiocciola, presente anche sull’etichetta di tutti quei prodotti immessi sul mercato da aziende che sono riuscite ad accaparrarsi il riconoscimento di “slow food”. Il movimento, oltre ad essere attivo per mezzo di campagne, fiere e attività promozionali online e offline, è anche una casa editrice e una rivista di successo.

Il movimento Slow Food, purtroppo ancora poco noto al di fuori dei confini italiani, nasce nella città di Bra nel 1986 al fine di promuovere una maggiore consapevolezza alimentare e di contrastare i processi di industrializzazione di massa e di omologazione dei sapori. Lo Slow Food vuole far sì che si ricominci a concepire l’alimentazione come un qualcosa che ha prima di tutto a che vedere con il piacere: niente sapori omologati e meno importanza alle lobby dell’agroalimentare, per favorire le realtà locali, i metodi di produzione antichi e i sapori più genuini.

La denominazione slow food

La denominazione slow food, sebbene non sia tutt’oggi riconosciuta ai livelli di altre denominazioni (come IGP e DOP) è altrettanto valida ai fini di garantire la qualità dei prodotti che possono vantarla in etichetta. Essa viene infatti rilasciata soltanto dopo un’attenta valutazione da parte del comitato preposto. La denominazione slow food, oltre ad essere rilasciata a etichette alimentari, viene rilasciata a comuni italiani particolarmente dediti alla diffusione di una cultura alimentare più genuina e alla protezione della biodiversità.

Le città slow food, una volta entrate a far parte della rete, mantengono il titolo per tre anni e devono essere comuni di meno di 50.000 abitanti e che non siano al contempo capoluoghi di provincia.

Il manifesto del movimento e la diffusione delle informazioni

Il movimento Slow Food si avvale di un’ampia rete promozionale per diffondere il proprio messaggio. Il manifesto del movimento ha a che vedere soprattutto con la biodiversità e con il piacere legato alla tradizione culinaria tipicamente italiana. Vuole favorire l’operato di piccoli produttori e realtà locali, andando a minare, in maniera pacifica, l’azione commerciale delle grandi industrie alimentari. Per diffondere il proprio messaggio, il movimento slow food ha lanciato una vera e propria casa editrice, che si preoccupa di pubblicare libri in grado di abbracciare l’universo culinario a 360° (dai libri di ricette ai libri di pura recensione dei locali presenti sul territorio) e una rivista periodica dedicata al mondo slow food.

Aziende slow food in Italia

Le aziende slow food italiane sono davvero moltissime: è possibile consultare la lista completa dei partner presso il sito web ufficiale dedicato. Tra queste, ovviamente, ve ne sono alcune che spiccano tra le altre per via della loro longevità di adesione al movimento stesso. Quattro, in particolar modo, hanno potuto festeggiare i 30 anni dello slow food: Acquarello, Leone, Di Martino e Sapori.

Acquarello produce riso italiano di altissima qualità. Di Martino è un pastificio tradizionale. Sapori e Leone sono invece correlati al mondo dolciario: Sapori produce prevalentemente biscotti, amaretti e piccoli dolciumi da tavola, mentre Leone produce caramelle e cioccolato.

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