Come tanti altri viaggiatori, ad un certo punto di questa pandemia ho realizzato che avrei dovuto adattare i miei piani a questo nuovo stile di vita. Mi sono guardata allo specchio e mi sono chiesta: quanto conosco il mio paese? La risposta è stata molto vaga. E mentre pensavo di dover necessariamente fare qualcosa, ecco l’idea: isole Pontine in barca a vela.
Le isole Pontine: un po’ di storia
Prima di raccontarvi il mio breve ma intenso viaggio alle isole Pontine in barca a vela, vediamo insieme un po’ di storia di questo antichissimo arcipelago del Mar Tirreno. L’arcipelago delle isole Pontine, o isole Ponziane, è composto da sei isole, divise in due sottogruppi. Le isole del gruppo nord-ovest, in cui troviamo Ponza, Palmarola, Zannone e Gavi, e le isole del gruppo sud-est, in cui troviamo Ventotene e Santo Stefano. Si tratta di isole di origine vulcanica caratterizzate da alte scogliere frastagliate, dai fondali chiari, limpidi e profondi.
Viaggio alle isole Pontine in barca a vela: un’esperienza di slow tourism
Decido quindi di partire per le isole Pontine in un modo un po’ particolare: la barca a vela. C’è da dire che Ponza si raggiunge in modo molto più veloce in aliscafo, con partenza da Anzio. L’aliscafo impiega circa un’ora, a differenza della barca a vela che può impiegare tra le 4 e le 6 ore. La barca a vela offre a tutti gli effetti una vera e propria esperienza di slow tourism che ho voluto provare sulla mia pelle lasciandomi letteralmente cullare dalle onde del mare.
Risveglio a Palmarola: come ritrovarsi in una favola
Partiamo venerdì pomeriggio per il nostro viaggio alle isole Pontine in barca a vela, dal porto di Nettuno, uno dei porti più popolari del litorale, godendoci uno dei tramonti più belli durante la navigazione. Accompagnati, come sempre, da un buon bicchiere di vino e una bella cenetta fresca ed estiva, giungiamo a destinazione intorno alle 22:00.
Dopo aver dormito come un sasso, apro gli occhi all’alba. Esco fuori e quello che mi si para davanti è uno scenario da favola. Ai miei piedi acqua turchese e cristallina, limpida, calma, fresca. Davanti a me, il sole che sorge da dietro le scogliere altissime che mi si parano davanti maestose e le colora di arancione. Intorno a me, ancora in gran parte il silenzio, interrotto ogni tanto dal vociare di chi si sta risvegliando sulle altre barche. Il paradiso. A così poche ore da casa mia.
Navigazione verso Ponza e tramonto a Cala Feola
Dopo aver esplorato le bellissime grotte naturali di Palmarola, un’isola del tutto disabitata in cui si può assaporare la vera essenza della natura marina, ci spostiamo verso Ponza, più precisamente a Cala Feola. Un’insenatura famosa per le sue piscine naturali e per ospitare l’unica spiaggia interamente di sabbia dell’isola. Nel 2017, inoltre, Skyscanner l’ha menzionata fra le tre spiagge più belle d’Italia. Decidiamo poi di goderci uno splendido tramonto, questa volta da terra. Seduti sugli scogli di Cala Feola, guardiamo il sole scomparire dietro Palmarola, colorando il cielo di rosso e il mare di un blu sempre più profondo e avvolgente.
Rientro a casa con una certezza: vale sempre la pena esplorare
Ultimo giorno di relax, poi si torna a lavoro. Ci svegliamo tra le acque cristalline di Ponza e nel pomeriggio ci rimettiamo in moto per rientrare al porto di Nettuno. Il vento si è alzato, possiamo sfruttare maggiormente le vele, quindi viaggiamo molto più veloci che all’andata. Mentre ci muoviamo, sotto il sole, in mezzo ad un mare che non sembra il solito, ripenso a quanto sia bello ed essenziale il contatto con la natura. Ripenso a tutte le mete belle e vicine che ho, di cui ignoro l’esistenza, e che vale assolutamente la pena scoprire ed esplorare.