Inaugurato nel maggio dell’anno scorso, il dedalo ha una pianta a stella che ricopre 7 ettari e si trova all’interno di una grande tenuta popolata da decine di migliaia di bambù di specie diverse e delimitata da imponenti filari di pioppi. Ispirato alla forma classica dei labirinti romani, a quattro campi interconnessi che si sviluppano intorno a un quadrato centrale, ha il pregio di introdurre bivi e biforcazioni che nei labirinti romani, rigorosamente univiari, non esistono.
Progettato insieme agli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto ed entrato a far parte del prestigioso circuito dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza, il Labirinto della Masone si estende per oltre tre chilometri. Le varietà di bambù presenti a Masone sono state importate e coltivate a lungo fino a risultare perfettamente acclimatate e integrate nel paesaggio locale. La scelta del bambù si deve alla maggior velocità di accrescimento rispetto alla tradizionale essenza da labirinto, il bosso. Ogni corridoio è largo tre metri.
All’interno del parco sono presenti, oltre ad una cappella cattolica, circa cinquemila metri quadrati di spazi destinati alla cultura: un museo, che ospita una collezione permanente, una grande biblioteca e spazi per eventi, concerti, esposizioni e altre manifestazioni culturali.
Compito della Fondazione Franco Maria Ricci, proprietaria del Labirinto, è quello di conservare i libri e le collezioni d’arte del suo creator, e favorire attività culturali e di intrattenimento. Un altro, cui Ricci tiene molto, è di carattere paesaggistico: promuovere l’utilizzo del bambù – pianta robusta, esuberante e sempreverde – per eseguire, con le sue delicate cortine verdi, un opportuno quanto semplice maquillage a quei disadorni capannoni industriali che spesso rovinano il paesaggio italiano.