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Ennesima, Le varie facce dell’arte made in Italy

Una mostra che ne contiene al suo interno altre sette. Sì, avete capito bene, anche se paradossale questa affermazione è vera. Infatti Ennesima, l’originale esposizione d’arte allestita alla Triennale di Milano il 26 novembre scorso e che finirà il 6 marzo, è (citando le parole del curatore Vincenzo De Bellis) “Non una mostra dedicata all’arte italiana nella sua totalità, piuttosto un percorso indagatore di format espositivi attraverso l’immagine, le immagini che l’arte italiana ha trasmesso di sé”. Noi di Italian Traditions siamo andati a vedere, ed ecco quello che abbiamo trovato!

Prendendo il nome da un’opera di Giulio Paolini, Ennesima (appunti per la descrizione di sette tele datate 1973), la cui prima versione è suddivisa, per l’appunto, in sette tele, è stata data vita a una serie di progetti espositivi che si mostrano a noi sotto forma di sette mostre diverse, eppur legate tra di loro. Infatti, come spiega lo stesso De Bellis, cercare di raccogliere e compattare in un’unica mostra tutta la storia dell’arte anche solo contemporanea del Belpaese sarebbe impresa impossibile, e forse anche sbagliata. Invece, suddividendola in sette piccoli sottotemi, si può essere più precisi e cogliere meglio le singole realtà che vanno a comporre l’enorme e stupendo mosaico d’insieme. Intanto i numeri, già di per sé capaci di rendere l’idea dell’evento: 120 opere di oltre settanta artisti attivi dagli anni ’60 fino a oggi, divisi in sette stanze e arrivando a occupare l’intero primo piano della Triennale.

E quindi le mostre, a partire dalla collettiva tematica sulla scrittura d’immagine, per poi virare sull’immagine della scrittura, con il famoso Gruppo 70 e la poesia visiva. La sala successiva è dedicata alla personale di Alessandro Pessoli, italiano classe ’63 che vive e lavora a Los Angeles. A dare però la svolta all’intero percorso è la meravigliosa sezione dedicata alle performance, che de Bellis ha analizzato concentrandosi sulle specificità italiane nell’approccio a questa particolare forma espressiva. La quinta sala è poi dedicata al tema della documentazione e dell’archivio dello Spazio di via Lazzaro Palazzi, e qui ci si imbatte anche in “Avanblob”, una vera e propria mostra nelle mostre cui si accede attraverso una piccola porta rossa. Nella sesta ci si imbatte nella collettiva generazionale con artisti più giovani e lavori datati 2015, e ne resta una settima, ovviamente ennesima mostra: quella dedicata al Site-Specific, con i “Temporali” di Alberto Garutti che fanno accendere delle luci quando cade un fulmine in Italia.

Sette tentativi, sette suggerimenti, sette possibili analisi e interpretazioni dell’arte italiana contemporanea, che privilegiano quindi una frammentazione di prospettiva rispetto a una riduttiva visione univoca, permettendo così di avvicinarsi al vastissimo e spesso generalizzato mondo dell’arte contemporanea italiana con una forte visione singola e d’insieme, senza mai perdere il filo rosso che le lega.

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