Il Castello Aragonese di Ischia è una delle tante attrattive offerte dalla splendida isola dell’Arcipelago Campano, meta di un turismo balneare e termale di livello internazionale.
In cima a una piccola isola di roccia trachitica, creata da un’eruzione vulcanica avvenuta oltre trecentomila anni fa, campeggia il Castello Aragonese di Ischia, sul lato orientale dell’isola. Un ponte in muratura metri collega la piccola isola a quella di Ischia, nei pressi dell’antico borgo di Ischia Ponte. Al castello si accede percorrendo un tunnel lungo quattrocento metri che fu scavato nella roccia a metà del XV secolo per volere di Alfonso V d’Aragona, dal momento che fino ad allora era possibile accedervi solo via mare. Superato il percorso, si sale verso il castello seguendo una mulattiera che raggiunge il punto più alto dell’isola.
La storia del Castello Aragonese di Ischia
Il Castello originario, costruito nel 474 a.C. come Castrum Gironis, forse da Gerone tiranno di Siracusa, che sarebbe stato anche titolare del primo insediamento greco dell’isola, cadde poi nelle mani dei romani, e nel Medioevo si arricchì della cripta della Cattedrale dell’Assunta, dotata di pregevoli affreschi. Fino ad assumere il nome attuale, legato ad Alfonso d’Aragona e alla sua dinastia.
L’attuale aspetto del castello, dunque, si deve all’intervento degli aragonesi, che lo trasformarono in una solida fortezza di forma quadrangolare, con mura dotate di quattro torri, sullo stile di quello usato per il Maschio Angioino di Napoli. Un primo ponte di legno fu posto a collegamento dell’isolotto all’isola maggiore, e vennero aggiunte altre fortificazioni, come i piombatoi, le fessure da dove venivano lanciati pietre, piombo fuso, acque ed olio bollente contro gli assedianti. Alla fine del XVI secolo il castello ospitò il Convento delle Clarisse, l’abbazia dei monaci basiliani di Grecia, il capitolo e il seminario vescovile, oltre al principe e alla guarnigione. Nel complesso vi sorgevano ben tredici chiese.
La Cappella votiva del Traforo
Il traforo che consente, attraverso la viva roccia, di accedere al Castello Aragonese di Ischia, custodisce un piccolo altare, originariamente dedicato a San Leonardo, con un dipinto che raffigura il ritratto di san Giovan Giuseppe della Croce, legato a una guarigione miracolosa dalla peste.
La Chiesa dell’Immacolata
La cupola della settecentesca Chiesa dell’Immacolata domina il castello. Fu costruita solo parzialmente per volere di Giovanna Battista Lanfreschi, badessa del vicino convento delle Clarisse, a causa dell’enorme impegno economico che aveva richiesto: la facciata e gli interni dell’edificio non furono rifiniti, e le pareti restarono completamente bianche.
Il Convento delle Clarisse
Il convento risale al 1575. Fu fondato da Beatrice Quadra, vedova di Muzio d’Avalos, che si trasferì qui insieme ad altre sette suore del convento di San Nicola, sul monte Epomeo. Un’ala dell’edificio ospita un albergo, e le celle delle monache sono state trasformate in stanze da letto. Da vedere anche il cimitero sotterraneo delle Clarisse, che presenta lungo le pareti i sedili di pietra su cui venivano posti in posizione seduta i corpi delle suore defunte in modo che si mummificassero.
La Cattedrale dell’Assunta
La Cattedrale dell’Assunta fu voluta dal popolo e costruita nel 1306, in modo da sostituire quella che, sull’isola maggiore, era stata distrutta da un’eruzione vulcanica. Qui, nel 1509, furono celebrate le nozze tra Fernando Francesco d’Avalos e Vittoria Colonna. Nel 1809 fu distrutta dalle cannonate inglesi, e oggi si presenta con la sua struttura a tre navate su cui doveva sorgere una cupola a sesto acuto. Al suo interno rimane la cripta costruita tra l’XI e il XII secolo, dove sono ancora visibili affreschi di scuola giottesca.
Il Carcere borbonico
Il carcere fu commissionato da Ferdinando I di Borbone, nel 1723. Qui furono imprigionati i patrioti Carlo Poerio, Michele Pironti e Silvio Spaventa.
Completano la straordinaria panoramica offerta dal complesso del Castello Aragonese di Ischia anche la chiesa di San Pietro a Pantaniello, attribuita a Jacopo Barozzi, oggi completamente spoglia e priva di tracce che ne possano far intuire la forma originaria, e la chiesa di Santa Maria delle Grazie, con il terrazzo panoramico degli ulivi, e l’abbazia dei Basiliani di Grecia.
Foto di copertina: Case Vacanza