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Breve storia del fumetto

 

Il racconto per immagini fa parte da sempre dell’arte di ogni epoca. Basti pensare alle colonne romane istoriate per narrare al popolo le gesta degli imperatori, oppure ai cicli musivi che ornano gran parte delle chiese antiche.

Il fumetto è certamente uno dei mezzi di comunicazione di massa moderni più interessanti, anche per la sua collocazione al confine tra arti visuali e letteratura; il suo linguaggio, infatti, ha una vasta gamma di possibilità semantiche ed espressive e si fonda sulla stretta interdipendenza tra immagine disegnata e testo scritto, che possiamo assimilare al genere della “letteratura disegnata”. Si è soliti far risalire la sua nascita al personaggio di Yellow Kid, nato dalla penna di Richard Felton Outcault e pubblicato per la prima volta sul supplemento domenicale del quotidiano New York World nel 1895. Tuttavia, sono emersi molti altri casi, precedenti ad Outcault, di narrazioni per immagini molto simili al fumetto, come ad esempio Rodolphe Töppfer che, già nel 1827, aveva realizzato una serie di immagini accompagnate da didascalie in cui veniva raccontata, come esplica anche il titolo, la Histoire de M.Vieux Bois. Dopo il successo di Yellow Kid, il fumetto divenne un mezzo espressivo molto diffuso e prese posto soprattutto tra gli interessi di bambini e ragazzi.

Il 1897 è un altro anno importante per la storia del graphic novel: sulla Comic Section domenicale della rivista tedesca Hearst viene pubblicato The Katzenjammer Kids, in Italia conosciuto come Bibì e Bibò, un fumetto che racconta le vicende di due ragazzi e le loro marachelle. In queste strisce appare l’ultima caratteristica fondamentale di quello che oggi definiamo fumetto: il balloon. Con Bibì e Bibò, quindi, le didascalie tipiche delle prime strisce di Yellow Kid vengono inglobate, nel vero senso della parola, in nuvolette, utilizzate come l’espressione testuale principale. Fino a quel momento, il fumetto era considerato un divertimento domenicale rivolto in particolare a ragazzi e bambini. La svolta, però, avviene agli inizi del novecento, quando il San Francisco Chronicle decide di pubblicare le strisce di “A. Mutt” di Bud Fisher, anche nei giorni feriali.

Come non ricordare l’uscita del primo fumetto di Topolino (Mickey Mouse), pubblicato il 5 maggio del 1930 e nato dalla penna di Walt Disney, che darà il via a tutta una serie di successivi personaggi immaginari conosciuti oggi come i protagonisti Disney. In questi anni in America iniziano a svilupparsi i primi generi fumettistici: avventura, western, spionaggio, supereroi e fantascienza, il mercato del fumetto cresce con nuove idee e nuovi soggetti!

In Italia, gli anni ’60 sono molto fertili dal punto di vista della produzione e delle avanguardie e nel mondo del fumetto fanno il loro ingresso personaggi diventati icone come Valentina di Guido Crepax (1965), Corto Maltese di Hugo Pratt (1967), Sturmtruppen, Cattivik, Diabolik, Lupo Alberto e ovviamente tutti i fumetti Disney. Si arriva, così, agli anni ’80 e ai fumetti “controcorrente” di Andrea Pazienza con i suoi controversi personaggi di Francesco Stella, L’investigatore senza nome e Zanardi. Impossibile poi non ricordare la grande novità di fine ‘900 proveniente dal Giappone, i Manga, un tipo di fumetto che si differenzia rispetto al classico fumetto occidentale soprattutto nell’uso della tecnica grafica nella raffigurazione dei personaggi.

Ancora oggi, negli anni 2000, il mondo del fumetto continua la sua sperimentazione grazie alla contaminazione con altri media, come il web, e con gli strumenti di progettazione multimediale che ne hanno mutato la produzione, la realizzazione, senza però alterarne il valore.
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