Nata a Roma nel 1908, Anna Magnani visse un’infanzia difficile a causa dell’abbandono della madre, con la quale anche da adulta continuerà ad avere un rapporto tormentato. Affidata alle cure della nonna subito dopo la sua nascita, verrà cresciuta da quest’ultima e dalle sue cinque zie, dedicandosi allo studio della musica e, dal 1927, della recitazione, iscrivendosi alla Scuola d’arte Eleonora Duse diretta da Silvio D’Amico. Dopo l’esordio cinematografico nel film “La cieca di Sorrento”, è nel 1941 che il regista Vittorio De Sica le dà la possibilità di esprimersi in un ruolo di primo piano, quello della cabarettista nel film “Teresa Venerdì”.
La fama internazionale arriva nel 1945 con il film capolavoro e simbolo del Neorealismo italiano “Roma città aperta” di Rossellini – con il quale vivrà una lunga storia d’amore – in cui Anna Magnani è protagonista di una delle sequenze più celebri della storia del cinema: la corsa dietro un camion tedesco, nel quale è rinchiuso il marito, al termine della quale il suo personaggio (la ‘Sora Pina’) viene ucciso dai mitra nazisti.
“Ho capito che ero nata attrice”, ha dichiarato Anna Magnani in un’intervista, “ho deciso di diventarlo nella culla, tra una lacrima di troppo e una carezza di meno. Per tutta la vita ho urlato con tutta me stessa per questa lacrima, ho implorato questa carezza”. Lo stretto legame tra il suo vissuto personale e la sua grandezza di attrice è stato riconosciuto ovunque, non solo in Italia, tanto che il Time la definì “divina, semplicemente divina” e aggiunse: “In confronto a lei, le nostre attrici sembrano manichini di cera paragonati a un essere umano”.
Nel 1972 la sua ultima apparizione cinematografica, nel cameo fortemente voluto da Federico Fellini per il suo film “Roma”. Di notte, una dolente Anna Magnani attraversa i vicoli di Roma. Risponde a Fellini e, ridendo, chiude il portone davanti alla macchina da presa e lì conclude la sua lunga e magnifica carriera cinematografica. Morì a Roma il 26 settembre 1973, all’età di 65 anni, stroncata da un tumore al pancreas, assistita fino all’ultimo dal figlio Luca e da Rossellini, al quale si era riavvicinata negli ultimi tempi.