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Amerigo Vespucci: storia della più bella nave del mondo

 “Qui Uss Independence, identificatevi”.

“Qui Nave scuola Amerigo Vespucci della Marina Italiana”.

“Siete la nave più bella del mondo”.

Questo breve dialogo registrato nel 1962 tra la portaerei americana Independance e l’Amerigo Vespucci descrive bene la considerazione che la nave scuola della nostra Marina ha nel mondo.

Tre alberi maestri, ventisei vele, una superficie velica di oltre 2000 metri quadrati e un nome altisonante che rende omaggio ad uno dei più celebri esploratori e navigatori. No, non si tratta di un veliero dei film sui pirati a cui siamo abituati ma della nave Amerigo Vespucci, prestigiosa nave scuola della Marina Militare italiana dedicata all’addestramento degli allievi ufficiali dell’Accademia Navale.

Come la storia del grande navigatore da cui prende il nome, la Amerigo Vespucci naviga a vele spiegate, prorompente, imponente, maestosa. Così, da novant’anni, questo veliero della Marina Militare italiana è parte integrante dell’addestramento degli allievi ufficiali dell’Accademia Navale ed è ormai divenuto un vero e proprio simbolo della tradizione nautica italiana. La sua crociera biennale intorno al mondo permette ai cadetti della Marina di vivere un’esperienza unica.

Il progetto di costruzione della Amerigo Vespucci risale al 1925, quando viene progettata per sostituire la precedente nave scuola, assieme alla gemella Cristoforo Colombo, dapprima ceduta all’URSS e in seguito andata distrutta in un incendio nel 1963. Il varo ufficiale della nave avviene nel febbraio del 1931 a Castellammare di Stabia, luogo in cui è stata costruita.

La Amerigo Vespucci in numeri

Abbiamo già detto che gli alberi maestri di questo veliero sono tre, alti rispettivamente 54, 50 e 43 metri, con un totale di 26 vele in tela olona, una fibra grezza naturale molto resistente, e una superficie velica di oltre 2000 metri quadrati. La lunghezza del veliero è di 101 metri, la larghezza di 15,56 e il pescaggio – la parte della nave che finisce sott’acqua – è di 7,3 metri.

La capienza della nave è notevole, ospita infatti un equipaggio fisso di di 264 membri, di cui 15 ufficiali, 64 sottufficiali e 185 marinai, ma può arrivare anche al doppio imbarcando allievi volontari e allievi dell’Accademia Navale.

Storia e tradizioni della Amerigo Vespucci

Varata, appunto, nel 1931, la nave Amerigo Vespucci è pensata come nave scuola e destinata quindi all’addestramento. Fino alla fine della seconda Guerra Mondiale, affiancava la nave Cristoforo Colombo, dopo di ché – dal 1946 al 1952 – è rimasta l’unica nave di addestramento a vela della Marina Militare italiana. In seguito, è stata affiancata dall’Ebe e successivamente dal Palinuro, altro veliero, nel 1955.

Nel corso degli anni, la Amerigo Vespucci ha anche ricoperto il ruolo di ambasciatrice della cultura nautica e dell’arte italiana sul mare, navigando nei porti più importanti del mondo. Infatti, è stata presente ad Atene per l’apertura delle Olimpiadi del 2004 e a Portsmouth per la commemorazione della battaglia di Trafalgar nel 2005.

La perseveranza nel conservare vive le tradizioni nautiche più antiche si evince anche dal fatto che le vele, come accennato, sono ancora in tela olona, una fibra che genera un tessuto molto resistente e che viene usata in nautica da secoli. Ma non solo, anche le cime sono ancora in materiale tradizionale e le manovre vengono eseguite a mano, sotto ordine impartito dal comandante tramite il nostromo.

“La più bella nave del mondo”

Ad oggi, la Amerigo Vespucci è la più anziana nave della Marina Militare ancora in servizio. Ma oltre ad essere tra le più antiche al mondo, nel 1962 è stata definita dalla portaerei statunitense USS Independence “la più bella nave del mondo”, durante il loro incontro nel mar Mediterraneo.

Per via della sua imponenza e della sua maestosità, la nave Amerigo Vespucci è uno dei simboli di cui il nostro paese va più fiero. Simbolo di eleganza, di potenza e una tradizione nautica secolare alla quale l’Italia è notevolmente attaccata e di cui può farsi vanto. Dal 1978 il motto della nave, che in una prima versione inneggiava al Re e alla Patria e successivamente alla furia dei venti, è “Non chi comincia, ma quel che persevera“.

Copertina:ilriformista

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