C’è un giorno, in Italia, che non compare nei calendari religiosi come solennità, ma che ogni anno racconta qualcosa di profondo del nostro modo di essere. È il Lunedì dell’Angelo, che tutti chiamiamo semplicemente Pasquetta: il giorno della gita, del pranzo all’aperto, della libertà ritrovata.
È la festa dell’Italia che si rimette in moto, che si prende una pausa dalla frenesia quotidiana.
La Pasquetta del 2025: voglia di normalità e natura
Dopo gli anni difficili che hanno segnato l’ultimo decennio – pandemie, crisi energetiche, tensioni internazionali – il Lunedì dell’Angelo 2025 assume un sapore ancora più profondo.
Secondo i dati di Coldiretti, oltre 7 italiani su 10 hanno deciso di trascorrere la giornata all’aperto: nei parchi, nelle campagne, sulle colline o lungo le spiagge. Agriturismi e picnic sono tornati a essere le mete più amate, seguiti da gite culturali e visite nei borghi storici. Non è solo voglia di evasione. È un bisogno collettivo di respirare. Di rallentare. Di tornare a una dimensione più umana e meno virtuale. Anche solo per un giorno.
Un rito che attraversa le generazioni
Oggi i più giovani organizzano escursioni digital detox, pranzi “green” con prodotti locali, esperienze enogastronomiche. Le famiglie scelgono agriturismi didattici, parchi naturali, piccoli musei. Il filo conduttore è sempre lo stesso: riconnettersi, con gli altri e con sé stessi.
Tra fede e leggenda: il significato originario del Lunedì dell’Angelo
Pochi ricordano il significato religioso della giornata. Il Lunedì dell’Angelo commemora l’incontro tra l’angelo e le donne al sepolcro vuoto di Gesù, secondo i Vangeli. Un annuncio di resurrezione che, nel tempo, è diventato un invito alla gioia, alla condivisione, all’uscire da sé per tornare alla vita.
Forse è per questo che, ancora oggi, il giorno dopo Pasqua ci spinge fuori casa. A cercare qualcosa anche solo un momento di pace.
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