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Villa Brignole Sale Duchessa di Galliera, una villa nobiliare genovese

Se vi trovate a Genova o state per visitarla potete abbandonarvi alla meraviglia della natura nel cuore del quartiere di Voltri, dove sorge il Parco Villa Duchessa di Galliera.

Quando ci si avventura alla scoperta della città, che sia la propria o quella che ci sta ospitando, a stupire è spesso la natura che ci si infiltra dentro. Il parco, la campagna lasciata prosperare, la dimensione del selvaggio che si apre alla vista all’improvviso, in mezzo ai palazzi e agli orpelli dell’umanità, offre un piacere istintivo, che sembra in qualche modo legato alla nostalgia di tempi (e luoghi) andati. 

Sconosciuto persino a molti degli stessi genovesi il Parco è un tesoro caro soprattutto a chi ha conservato tra i suoi viali ricordi d’infanzia: le passeggiate mano nella mano con il nonno, le campane festose del Santuario Madonna delle Grazie o i giochi nel cortile della scuola elementare Voltri, che ha sede ancora qui.

Il Parco e la Villa che sorge al suo interno conducono in realtà a ogni sorta di scoperte, non solo naturalistiche, e costituiscono così un itinerario alternativo fuori dai soliti giri. 

Dal web

A zonzo tra i viali del Parco, una guida per orientarsi

Il Parco Villa Duchessa di Galliera è uno di quei luoghi del cuore  in cui vale la pena lasciarsi passeggiare, perdendosi persino un po’. L’esplorazione conduce infatti a cascate, grotte, terrazze pensili, recinti con animali e poetici scorci sul mare. 

L’ordine imposto dal giardiniere alle specie botaniche nelle aiuole si alterna alla spontaneità dei rovi che costellano il sottobosco.

A tanto romanticismo si perdona qualche indicazione mancante: l’orientamento all’interno del Parco è un po’ difficile ma questa è un’occasione imperdibile per godersi -una volta tanto- una giornata senza to do (e “to view”) list.

Se siete in macchina raggiungete il Parco dall’uscita autostradale di Prà, girando verso Voltri. Proseguite sull’Aurelia per circa 1 km e cercate parcheggio preferibilmente sul lungomare perché all’ingresso non si può lasciare l’auto. 

Per chi invece arriva in treno il Parco è raggiungibile in pochi minuti a piedi dalla stazione ferroviaria.

Una volta entrati potete subito visitare il giardino all’italiana prospiciente la Villa, imboccare una delle strade principali o scegliere di gironzolare tagliando per i sentieri. Qui incontrerete, di tanto in tanto, alberi monumentali, piante autoctone e non, fontane, aree giochi per i bambini, panche e tavoli. 

Il giardino all’italiana

Ospita rose nobili, di nome di fatto. Esemplari unici creati da maestri ibridatori o legati a importanti personalità della storia nazionale. Nella fontana centrale trovano posto specie acquatiche come l’iris mentre nei boschetti laterali godrete della sentimentale compagnia di magnolie grandiflora ed esemplari di sophora japonica.

Nella prima metà dell’800 le camelie del giardino venivano inviate in regalo a Maria Teresa, regina di Sardegna e moglie di Carlo Alberto di Savoia. Passeggiando tra i vialetti è facile immaginare scene di un lontano passato, battute di caccia e corteggiamenti tenuti al segreto dall’ombra delle siepi. 

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La villa e il teatro

La prima non è visitabile perché, come premesso, ospita un’istituzione scolastica. Soltanto in alcune speciali occasioni -eventi o celebrazioni- avrete accesso alla Sala delle Conchiglie, sontuosamente decorata con ciottoli di corallo, marmo, serpentino e conchiglie realizzate in porcellana e vetro. 

Da qui sono passati ospiti illustri e coronati: Maria Cristina di Savoia, Ferdinando II di Borbone, re Carlo Alberto, la regina Maria Teresa d’Asburgo e gli imperatori Francesco Giuseppe d’Austria e Guglielmo II di Germania.

Il teatro -datato 1786- è tra i più antichi d’Italia. Vi si accede da un percorso espositivo che raccoglie pregiati marmi rinvenuti nella Villa. Alcuni originari meccanismi di scena (opera di Tagliafichi, capo macchinista del teatro Sant’Agostino in Genova) fanno ancora bella mostra di sé. 

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Il belvedere

Uno dei tanti punti panoramici del Parco, regala la possibilità di immergersi in un paesaggio fiabesco attrezzato con castello, laghetti, cascata (all’interno stalattiti e stalagmiti) e grotte percorribili.

Il bosco romantico

Sul lato di levante si trova il bosco romantico: sovrasta l’autostrada ma una volta entrati nel fitto della vegetazione (tipica ligure) i suoni della natura hanno la meglio sui motori. Qui ci si dimentica delle code e degli impegni e anche la mente più affaticata trova modo di ricaricarsi. 

Questa zona è stata recentemente restaurata sula base delle tracce rinvenute nella documentazione storica ma anche seguendo i dettami del gardenesque (conosciuto anche come “giardino vittoriano”, nell’800 costituiva un vero status symbol) e del wild garden, con la creazione di stanze all’aperto dedicate a diverse specie e fioriture di forte impatto cromatico.

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Il Santuario N.S. delle Grazie

Custodisce opere architettoniche e pittoriche risalenti al Quattrocento, una galleria di ex voto e la cripta.

L’uliveto storico

Risale alla fine del 1.600 e dopo anni di abbandono è oggi di nuovo produttivo.

Recinti dei daini e delle caprette

Al termine del percorso, proprio in cima, la vista si apre su ampi recinti che ospitano daini e caprette. Hanno finito l’erbetta all’interno e si lasciano conquistare facilmente dai ciuffi freschi che è possibile strappare con le proprie mani nei dintorni. 

Accessibilità del Parco

Il Parco ha un’estensione generosa (33 ettari e 18 km), tenetene conto nel programmare la visita. Dal cancello principale fino al punto più in alto, dove si trovano i recinti con gli animali, il tempo di percorrenza è di circa 20 minuti. 

Le strade sono in salita, asfaltate o battute, in ogni caso solo quelle principali sono facilmente percorribili in passeggino o carrozzina. Nelle zone attrezzate si può consumare una merenda o un pranzo a sacco. 

Quando visitare il Parco

In ogni stagione il Parco Duchessa di Galliera offre la possibilità di apprezzare le trasformazioni della natura, spontanea o impiantata. Il clima è sempre piacevole, a volte leggermente ventilato, con ampie ombreggiature.

La visita è da sconsigliare probabilmente solo subito dopo le piogge più abbondanti. La manutenzione del Parco è un’impegnativa incombenza riservata a un gruppo di volontari e può essere necessario un periodo di tempo consistente per ripristinare eventuali smottamenti nei sentieri e, in generale, per attendere che le pozze d’acqua si asciughino. 

Il Parco è anche teatro suggestivo di eventi e spettacoli da segnare in agenda seguendo la pagina Facebook della struttura: visite guidate, birdwatching, aperitivi musicali, degustazioni di olio e vini, laboratori tematici per i bambini. Su prenotazione è possibile anche ambientare qui feste di matrimonio e altri eventi privati.

Poiché alcune aree della struttura vengono periodicamente chiuse per lavori di ripristino è meglio verificare che l’accesso sia consentito contattando il numero di telefono 3279235389 o scrivendo alla direzione tramite social. 

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L’esperienza gastronomica da aggiungere alla visita

Proprio dove la città sfuma nella campagna, troverete un’osteria tradizionale. Il menù di cucina tipica ligure che potrete gustare comprende l’arrosto alla genovese (manzo in salsina di cipolle, in realtà di origine campana e quindi esempio significativo di contaminazione infra-regionale), il coniglio alla ligure (con patate, olive taggiasche e pinoli) e il brandacujun con salsa aioli. 

Quest’ultimo è una sorta di baccalà mantecato servito con patate e salsa all’aglio. La curiosa origine del nome fa riferimento allo scuotimento vigoroso necessario perché si raggiunga il perfetto grado di mantecatura

Nell’estremo ponente della città di Genova regna poi una versione speciale della focaccia genovese. Passando di fronte ai forni a conduzione familiare del quartiere vi conquisterà fin dall’aroma, confermandosi poi al morso come una vera specialità con una consistenza croccante molto caratteristica

I panificatori di Voltri sono particolarmente attenti alla qualità delle materie prime e alla loro origine esclusivamente locale. Giurano che a dare il sapore alla fugässa contribuiscono il mare, il vento e l’umidità. Ogni striscia delle 1.600 tonnellate sfornate ogni anno nella città di Genova avrà allora un suo sapore distintivo. 

Inutile provare a riprodurla in casa, tocca gustarsela a passeggio nel Parco, resistendo alla tentazione di condividerla con gli animali che, al contrario nostro, ne ricaverebbero solo un mal di pancia.

Copertina dal web

Autore articolo Blogger Eleonora Di Mauro

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