Il Naviglio della Martesana nasce dal fiume Adda, a Concesa, nelle vicinanze di Trezzo, e dopo un corso di trentotto chilometri – affiancando la Via Gallica che un tempo collegava Vaprio e Cassano – conclude la sua corsa a Milano, davanti alla Cassina de’ Pomm, proseguendo poi per pochi chilometri ancora sotto la superficie stradale. I territori toccati dal suo corso sono compresi nell’Ecomuseo della Martesana, un “museo diffuso” che, invece di esporre opere d’arte e cimeli, comprende al suo interno un intero territorio da salvaguardare e valorizzare con tutte le sue risorse e attrattive naturalistiche e ambientali, artistiche, storiche e culturali. Lungo il suo corso lambisce numerosi centri, tra cui Vaprio e Gropello d’Adda e, infine, Gorgonzola – patria del famoso formaggio – prima di entrare nel territorio di Milano, ed è costeggiata da una ciclovia che conduce fino a MIlano.

Nel 1443 fu Filippo Maria Visconti ad approvare il progetto che avrebbe in seguito portato alla realizzazione del naviglio, ma fu Francesco Sforza, nel 1447 a emanare l’editto che ufficialmente segnò l’inizio della progettazione e della costruzione del canale. Sotto la signoria di Galeazzo Maria Sforza divenne navigabile il primo tratto, mentre l’opera fu completata nel 1496, durante il ducato di Ludovico il Moro. Il corso d’acqua, infatti, fu progettato per irrigare i campi dell’area nord-orientale del capoluogo lombardo, ma anche per potenziare il sistema di trasporti via acqua che aveva come suo centro proprio la città di Milano. Nel corso del ‘700, la Martesana divenne particolarmente trafficata, e nel secolo successivo vide la nascita delle cosiddette barchett de vaver, imbarcazioni-corriera che furono immortalate nel film L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi.
La Martesana, come abbiamo visto, lungo il suo corso tocca diverse località che conservano un notevole interesse storico, artistico e culturale. A partire proprio da Trezzo sull’Adda, dove sorge il Castello visconteo di Trezzo, che secondo la tradizione sarebbe stato costruito sui resti della Rocca della regina longobarda Teodolinda. Conteso dall’imperatore Federico Barbarossa e Milano, e in seguito dagli stessi Visconti e la casata avversaria dei Torriani, il castello oggi è costituito dai resti della fortezza fatta costruire da Bernabò Visconti nel 1370, presso la quale fu in seguito imprigionato e ucciso nel 1385 per mano di Gian Galeazzo Visconti. La visita guidata consente di scoprire il pozzo del ’400, i sotterranei con le ex prigioni, e la Torre quadrata. Nel museo, allestito nel Parco, sono esposti i ritrovamenti e le riproduzioni degli oggetti d’oro provenienti dalla necropoli longobarda di Trezzo, riportata alla luce tra gli anni ’70 e ’90. Nella frazione di Concesa, dove nasce il Naviglio Martesana, sorge il santuario della Divina Maternità, costruito tra il 1635 e il 1647 – sotto la rocca di Concesa, lo sperone roccioso che domina la valle dell’Adda – da Francesco Richini e Carlo Buzzi, ed affrescato da Gian Stefano Manetta. Il complesso, composto dal santuario barocco e da un piccolo convento che comprende sei chiostri, fu meta di pellegrinaggi riservati al quadro miracoloso della Madonna di Concesa, e all’acqua che sgorgava presso il campanile parrocchiale, l’Acqua della Madonna, dotata di poteri benefici.

Cassano d’Adda, invece, conserva la chiesa di Santa Maria Immacolata e San Zeno, con il campanile costruito da Beatrice Regina della Scala alla fine del ‘300, dichiarato monumento nazionale, e la splendida Villa d’Adda Borromeo, progettata nel ‘700 dal grande architetto Piermarini, ricca di 142 stanze e abbellita da uno straordinario giardino all’italiana. Senza dimenticare il Castello di Cassano, eretto per assicurare il controllo sul fiume Adda, diventando nel corso dei secoli una possente rocca affacciata su un’ansa del fiume. Al suo interno, sono visibili oggi duemilacinquecento metri quadrati di decorazioni e affreschi.

Vaprio d’Adda, a metà strada tra Bergamo e Milano, è una meta di assoluto interesse prima di tutto per essere profondamente legata alla presenza e all’eredità di Leonardo da Vinci, che qui soggiornò in momenti diversi. L’edificio di maggiore interesse storico e artistico è la chiesa romanica di San Colombano, nei pressi della Villa Castelbarco, costruita nel XII secolo sulle rovine di un precedente tempio eretto da san Colombano, il monaco irlandese che transitò nelle terre lombarde nel 612. Nel presbiterio, è visibile una scultura in cui compare il tema dell’uomo tra le fiere, e – su un capitello del pilastro di destra – un personaggio barbuto, con lunghi capelli e fornito di doppia coda, a rappresentare probabilmente una sirena maschio. Villa Melzi, invece, è la residenza affacciata sul fiume Adda presso la quale soggiornò Leonardo Da Vinci nel periodo in cui si dedicò agli studi sulla canalizzazione delle acque, tratteggiando alcuni disegni tecnici oggi conservati presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano. Sempre legati al grande artista e inventore toscano sono da vedere anche il Lavatoio monumentale detto di Leonardo Da Vinci, che si trova nei pressi della Villa dei Visconti di Modrone, realizzato nel XIII su suo progetto, e la Casa del Custode delle Acque, che fungeva da stazione di sosta per i viaggiatori che attraversavano l’Adda a bordo del traghetto o che utilizzavano i barconi che facevano servizio sulla Martesana. La Casa era anche sede del dazio e residenza del “camparo”, il cui compito era quello di regolare il flusso delle acque. Di grande interesse è anche Villa Castelbarco, sorta su un insediamento dei monaci di San Colombano, particolarmente interessante per la sua meridiana “a ore francesi” e per un ipogeo costituito da sale a tema, con pareti, pavimenti e soffitti decorati a mosaico.

La Martesana, entrata nel territorio di Milano, costeggia la via Idro e piega in prossimità della località Tre Case, nel borgo di Crescenzago, dove ancora oggi sorge la storica Trattoria Novelli, che vanta una storia ultracentenaria, e che vide tra i suoi frequentatori personaggi come Adriano Celentano, Enzo Jannacci e Renato Pozzetto. Qui, bagna la cosiddetta Riviera di Crescenzago, su cui si affacciano numerose ville e residenze estive, ricordo di quando la zona era una delle più apprezzate mete di villeggiatura, tra ‘700 e ‘800. Proseguendo, giunge in prossimità del cosiddetto “Bagnin de Gorla”, luogo dove sorse la prima piscina pubblica all’aperto di Milano, e poi attraversa il borgo di Gorla, un tempo chiamato “La piccola Parigi” per la presenza di eleganti ville di delizia nobiliari, boulevard, ristoranti, luoghi dedicati agli spettacoli e al divertimento dei cittadini milanesi. Dopo aver fiancheggiato la via Tofane, la Martesana giunge all’altezza dell’antica Cassina de’ Pomm, costruita e sviluppata nel XV secolo per volontà di Francesco Sforza. L’edificio divenne nel XVI secolo una posta per cavalli, mentre due secoli fu trasformato in albergo, sulla strada che conduceva da Milano a Monza, e nel secolo scorso fu adibito a osteria. Tra le sue mura sostarono Stendhal, il poeta Carlo Porta, Casanova vi scrisse una pagina delle sue gesta erotiche milanesi, e vi soggiornarono anche Napoleone Bonaparte e Giuseppe Garibaldi.

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