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Lo Scoppio del Carro fiorentino

Lo Scoppio del Carro è una delle manifestazioni folcloristiche più caratteristiche del centro Italia, che si tiene proprio durante il periodo di Pasqua. La celebrazione risale ai tempi della prima crociata, indetta per liberare il Santo Sepolcro dalle mani degli infedeli.

La storia racconta di un giovane fiorentino di nome Pazzino, membro della nobile famiglia Pazzi che, in occasione della Prima Crociata della Guerra Santa del 1099, dimostrò di avere un grande coraggio. Fu il primo a salire sulle mura di Gerusalemme e a innalzare il vessillo cristiano; in onore di questo atto coraggioso, gli furono date in dono tre pietre focaie provenienti dal Santo Sepolcro, oggi conservate nella chiesa di Santi Apostoli. Ad avviso degli storici, liberata Gerusalemme, nel giorno del sabato santo, i crociati si radunarono nella chiesa della Resurrezione e consegnarono a tutti il fuoco benedetto come simbolo di purificazione.

A questa cerimonia risale l’usanza pasquale dei fiorentini che si recavano nella cattedrale e accendevano una piccola torcia dal fuoco santo (acceso con le scintille indotte dallo sfregamento delle tre schegge), per poi andare in processione per tutta la città e portare il fuoco santo in ogni casa. Con il tempo la festa si è arricchita sempre più. Venne introdotto anche l’uso di trasportare il fuoco con un carro dove ardevano i carboni infuocati. Il carro decorato, detto anche “il Brindellone” fu realizzato nel 1622, e ha la forma di una torre alta 2-3 piani. Viene trainato da due buoi ornati con ghirlande in giro per le strade di Firenze, fino a piazza del Duomo, precisamente nello spazio che si trova tra il battistero e la cattedrale.

Come iniziazione di questa cerimonia è usanza che un prete, verso le 10 del mattino, strofini tre pietre focaie, accendendo così la candela di Pasqua, usata per dar fuoco ai carboni localizzati direttamente sul carro. Dopo aver percorso le strade della città, la processione consegna il Fuoco Santo all’Arcivescovado davanti al Battistero. Alle ore 11 il corteo si trasferisce in Duomo dove, durante il canto del Gloria in excelsis Deo, viene dato fuoco ad un razzo a forma di colomba (da qui ne deriva il suo nome “Colombina”, simboleggiante lo Spirito Santo) che, grazie ad un filo che ripercorre tutta la navata della Chiesa e arriva direttamente al carro, accende i mortaretti e i fuochi d’artificio posti sul Brindellone. Lo spettacolo dura all’circa 20 minuti.

La tradizione vuole che se il rituale procede regolarmente, il raccolto dell’anno avrà buoni auspici e sarà quindi ricco. L’ultima volta che la cerimonia non si concluse come previsto fu nel 1966 (anno in cui, nel mese di Novembre, ebbe luogo una terribile alluvione che arrecò diversi danni non solo alla città di Firenze ma anche a gran parte della Toscana).

La Pasqua italiana: oltre l’uovo c’è di più. Lasciati sorprendere dall’IT5 della settimana.

 

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