Il Miocene è un periodo che inizia circa 25 milioni di anni fa e finisce circa 5 milioni di anni fa. È stato un periodo geologicamente fondamentale per la costituzione della Sardegna nella sua forma attuale. Perchè all’inizio di queta era geologica la Sardegna era ancora attaccata alla Corsica, ben vicina alla costa dell’attuale Francia assieme a buona parte dell’Africa.
Ma partiamo dalle basi: a quale periodo ci riferiamo quando parliamo di Miocene? Il Miocene indica l’era cenozoica a cavallo tra l’Oligocene e il Pliocene ed è suddiviso in sei piani tra cui il Messiniano.
Quest’ultimo rappresenta il periodo in cui si verifica l’evento maggiore che riguarda la zona mediterranea, cioè la crisi di salinità a causa della quale il Mediterraneo rimane isolato e si dissecca e, come conseguenza, avviene il deposito di sedimenti di gesso e salgemma.
E non solo, sempre in questa parte del Miocene, avvengono manifestazioni magmatiche in Italia che possiamo constatare in Veneto, ad esempio, con le laccoliti trachitiche dei Colli Euganei, o in Sardegna con l’emissione di lave trachitiche che continuerà anche dopo il Neogene il secondo periodo dell’era Cenozoica avvenuto circa 23,5 milioni di anni fa.
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Conformazione e caratteristiche della Sardegna nel Miocene
Ai tempi, la Sardegna era ben diversa da come la conosciamo oggi: la sua posizione infatti si trovava di fronte alle coste della Provenza, in Francia, insieme alla Corsica, una parte del Nord Africa e della Calabria.
Sardegna e Corsica, allora, formavano il blocco conosciuto come Sardo-Corso ma fu proprio durante il Miocene che i movimenti terrestri iniziarono a separare il suddetto blocco dalla costa provenzale e a farlo ruotare in senso antiorario fino a raggiungere la sua posizione attuale.
Si tratta di movimenti lentissimi, di pochi millimetri ogni anno, tanto che il cambiamento di posizione terminò definitivamente circa 16 milioni di anni fa.
Questi movimenti, tuttavia, non avvennero senza conseguenze: infatti, le placche interessate causarono immense fratture e lo spostamento di interi blocchi della crosta terrestre.
Dalle fratture più profonde emerse il magma, dando origine ad uno dei periodi di maggiore attività vulcanica in Sardegna: così si formarono molti vulcani di tipo esplosivo di cui, ad oggi, non vi è quasi più traccia e, con il passare del tempo, il materiale vulcanico appartenente a questa fase si tramutò in roccia.
La geologia della Sardegna: tra le più interessanti e studiate in Europa
Perché agli studiosi interessa così tanto la storia geologica della Sardegna? Innanzitutto perché, tramite le sue vicissitudini, essa può raccontare oltre 570 milioni di storia geologica europea, come nessun’altra regione può fare.
È stato uno studio recente, condotto dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia insieme all’Università degli Studi di Roma Tre, a portare alla luce nuove informazioni inerenti la configurazione attuale della Sardegna.
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Secondo i risultati dello studio, l’isola sarebbe il risultato dell’unione di due micro placche tettoniche indipendenti, avvenuta tra 30 e 21 milioni di anni fa quindi, in parte, anche durante il Miocene.
Questi studi sono il risultato di decenni di ricerche in quanto, ad esempio, sarebbe stato impossibile condurli senza i dati paleomagnetici raccolti in Sardegna e in Corsica durante gli anni Settanta; questi testimoniano la separazione del blocco tettonico sardo-corso dal margine europeo provenzale-catalano, avvenuto circa 21 milioni di anni fa quando il blocco, ruotando di circa sessanta gradi in senso antiorario, ha raggiunto la sua posizione odierna.
I dati raccolti durante il Novecento sono stati, quindi, fondamentali per lo svolgimento degli studi più recenti che, a loro volta, hanno fatto ancor più luce sulla geologia della Sardegna, evidenziando nuove informazioni come, ad esempio, il fatto che la parte sud-occidentale della regione sarda ha subito una rotazione maggiore di circa 90 gradi.
In più, i ricercatori hanno esaminato nuovamente dati già raccolti in passato e fatto un ulteriore passo in avanti, scoprendo che la porzione meridionale della Sardegna ha subito una rotazione ancora maggiore, di quasi 120 gradi.
I risultati di questi studi più recenti affermano, quindi, che la Sardegna si sia formata dall’unione di due placche indipendenti: una faceva parte di un unico blocco con la Corsica e la Provenza, l’altra appartenente alla placca Iberica.
Inoltre, suggeriscono che la placca meridionale, quella Iberica, fosse inizialmente molto più grande perché unita alle Isole Baleari, al blocco Calabro-Peloritano, ai blocchi Kalibi e al blocco Alboran, che corrispondono rispettivamente all’Algeria settentrionale, al Marocco e all’Andalusia.
Oggi la teoria piu in voga per descrivere i continenti è il modello dinamico della tettonica a placche, che prevede che la litosfera sia composta appunto da circa 15 placche o zolle, profonde da 100 a 200 km. Sotto di essa, nella astenosfera le rocce manterrebbero la stessa composizione ma sarebbero parzialmente fuse. Le placche si muovono sempre, ma i loro spostamenti sono apprezzabili su scala geologica, ovvero in milioni di anni.
Copertina: parcgenoni