Nel cuore della regione Lazio e più precisamente nella provincia di Frosinone, si trova un luogo di bellezza indiscussa e significato storico: l’Isola del Liri. Cosa la rende unica? Il centro della città offre uno spettacolo unico, ovvero le sue cascate generate dal fiume Liri, che contorna l’isola e che precipita fra le case del centro storico.
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Non è un caso che una nota piattaforma internazionale di ricerca di soggiorni turistici l’abbia inserita tra le dieci meraviglie naturali d’Italia assolutamente imperdibili.
Isola del Liri, il borgo delle cascate
Quante cascate ha l’Isola del Liri? Situata nella provincia di Frosinone, è un isolotto circondato da due bracci del fiume Liri e sul quale si è sviluppato il centro cittadino.
La biforcazione del fiume in prossimità del castello Boncompagni – Viscogliosi genera due cascate proprio nel centro cittadino, la Cascata Grande e la Cascata del Valcatoio (chiamata anche Cascata Gualcatojo).
Dal braccio di sinistra sgorga la Cascata Grande, la più suggestiva delle due: è alta ventisette metri ed è l’unica cascata in Italia a trovarsi in un centro storico. La Cascata del Valcatoio si forma dal braccio di destra, ma suscita meno meraviglia a causa dell’impiego delle sue acque come fonte di produzione elettrica. Inoltre, non salta in modo verticale, ma segue un terreno inclinato.
Perché si chiama Isola del Liri?
Il nome è legato alla natura fluviale dell’isolotto: l’Isola del Liri sorge dalla biforcazione del fiume Liri. In passato veniva chiamata anche Insula Filiorum Petri, cioè Isola dei figli di Pietro (gastaldo di Sora). È sempre stata legata alla vicina Sora, con la quale ha condiviso il destino almeno fino all’Ottocento.
Isola del Liri, la storia
L’Isola del Liri è un luogo intriso di storia. Gli antichi romani ne apprezzavano già la posizione strategica, usandola come punto di passaggio verso il centro dell’Impero Romano. D’altronde è distante poco più di cento chilometri da Roma.
Questo territorio finì sia sotto il dominio bizantino che sotto l’egida longobarda, almeno fino a quando non rientrò nel Principato di Capua.
Sotto il dominio francese, il territorio visse una rinascita a livello urbanistico ed economico, anche grazie alla famiglia Boncompagni. Dopo la costruzione del castello, divenne sede dei duchi di Sora.
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Nel diciannovesimo secolo si assistette alla nascita delle cartiere, portando il centro rurale verso una dimensione industriale. Negli stessi anni, complice la presenza dei lanifici, si sviluppò anche la lavorazione di feltri per cartiere. Per questo si rese necessario realizzare centrali per la produzione di energia idroelettrica lungo il corso del fiume Liri.
A cambiare l’aspetto urbanistico non fu il primo conflitto mondiale o il terremoto, ma l’arrivo del fascismo: asili, scuole, edifici pubblici e così via.
Successivamente l’Isola del Liri fu annessa alla provincia di Frosinone e continuò a espandersi a livello industriale fino a quando, dopo i bombardamenti dovuti alla propria posizione strategica, i cittadini a lasciarono le industrie e si trasferirono nelle campagne vicine. Poco dopo, nonostante le fabbriche distrutte e i macchinari rubati, la cittadina riprese a vivere.
Nel corso degli anni sono stati presentati diversi progetti volti a spingere verso una fusione dell’Isola del Liri con i comuni limitrofi, da Sora a Campoli Appennino fino ad Arpinio, ma hanno trovato finora una secca bocciatura.
Isola del Liri: cosa vedere?
Al centro di questa realtà urbana si erge il Castello Boncompagni Viscogliosi, una costruzione imponente che serviva a difendere la piana di Sora dai nemici e rappresentava un simbolo di potere. Non è un caso che sia stato sede de i Della Rovere, i Boncompagni e i Sforza. Questo castello racchiude al suo interno numerosi affreschi che ne testimoniano l’importanza nel contesto storico e un vasto giardino all’italiana che riporta alla natura e alla bellezza ordinata dell’epoca.
Affianco al Castello, c’è un altro elemento di grande valore storico e culturale: il parco del Castello (ex parco di Villa Correa). A prima vista sembra quasi sospeso sul margine della Cascata Grande.
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L’occhio si può spostare a Villa Lefebvre o Villa Nota – Pisani, un edificio eclettico decorato con affreschi, oggetti preziosi e vetrate che richiamano la Belle Époque voluto dalla famiglia che fondò la famosa cartiera e diventò una delle realtà più importanti dell’industria cartaria.
I visitatori dell’Isola del Liri possono visitare anche le varie chiese sparse nel centro, come per esempio la Chiesa di Santa Maria della Forma, la Chiesa della Madonna delle Grazie e la Chiesa di San Lorenzo Martire.
Essendo la patria delle cartiere, non si dovrebbe perdere l’occasione di visitare la cartiera Béranger-Coste, sede del Museo della Civiltà della Carta e delle Telecomunicazioni in cui si rivive la lunga tradizione cartaria della città.
È anche possibile muoversi lungo le tracce delle antiche macchine della carta passeggiando da Corso Roma al Parco Fluviale e raggiungendo la Cascata del Valcatoio.
Se si decide di raggiungere il colle di San Sebastiano allora si riesce ad abbracciare con lo sguardo l’intero paesaggio circostante, immergendosi nella bellezza della vallata e cogliendo l’atmosfera che caratterizza questa località. Le rovine di una torre dedicata alla ninfa Marica, che si trovano su questo colle, richiamano un passato mitologico e testimoniano la presenza di narrazioni e simboli che attraversano i secoli. Il colle è sede anche della caratteristica Chiesa di San Sebastiano.
Isola del Liri: come arrivare nel borgo delle cascate
Come si raggiunge l’Isola del Liri? La cittadina ciociara sorge vicino Sora (provincia di Frosinone) e quindi è distante poco più di cento chilometri dalla Capitale.
È possibile arrivare a destinazione prendendo l’uscita Ferentino e proseguendo sulla strada statale 214 con uscita Castelliri se si proviene da Roma (Autostrada del Sole A1) oppure prendendo l’uscita Cassino e seguendo le indicazioni per strada a scorrimento veloce 509 (Cassino – Sora –Avezzano) uscita Broccostella/Sora se si proviene da Napoli (Autostrada del Sole A1).
Si può raggiungere anche in treno (Roma – Napoli via Cassino e cambio a Roccasecca per prendere la linea Roccasecca – Avezzano con fermata Isola Liri oppure Roma – Napoli via Cassino, fermata Frosinone e collegamento CO.TRA.L per arrivare all’Isola del Liri) o con le linee CO.TRA.L da Roma.
Quanto tempo per visitare Isola del Liri? È sufficiente una giornata per visitare e ammirare le bellezze di questo comune ciociaro di circa diecimila abitanti.
Cosa mangiare a Isola del Liri?
All’Isola del Liri, al di là di dove si scelga di mangiare, i vari locali permettono di assaporare le specialità della tradizione (che strizza l’occhio alla cucina romana).
Tra i piatti tipici ci sono le fettuccine all’uovo molto sottili condite con ragù di carne; le sagne e fagioli; gli gnocchi di patate; i minestroni con legumi e verdure; il pollo con i peperoni; i tanni (simil rape) condite con olio e aglio.
Non mancano anche i richiami alla vicina cucina romana, come per esempio il capretto arrosto o l’abbacchio a scottadito.
Sorgendo tra le acque del fiume Liri, non possono mancare piatti a base di pesci di fiume, tra i quali ricordiamo gli spaghetti conditi con gamberi di fiume e la trota al cartoccio.
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Tra i dolci tipici spiccano senza dubbio i susamelli del periodo natalizio (simili ai cantucci toscani) o la pigna pasquale (dolce di pasta lievitata arricchita con uvetta e canditi). La cosiddetta “ciliegina sulla torta” è la “ratafìa”, cioè un liquore a base di amarene macerate al sole nel vino rosso.
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Copertina: ciociariaturismo