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La longevità dei Forlenza, 50 anni di alta oreficeria a Roma

In autunno, tra i pionieri dell’oreficeria a Roma, la famiglia Forlenza festeggerà con un grande evento il cinquantenario della sua attività. Noi di Italian Traditions, che tempo fa ne abbiamo raccontato la storia, siamo lieti di annunciare con loro questo importante traguardo e portarvi con noi alla scoperta della storia di questa meravigliosa arte.

Soffermarsi davanti alle vetrine di un negozio non vuol dire solamente curiosare tra i beni che vi sono esposti o ammirarne la bellezza, ma talvolta anche alimentare e crescere ritualmente i propri desideri. Questo è ancor più vero quando dietro delle vetrine limpide di cristallo sono esposti monili e pietre preziose, lavorati e realizzati per noi come pezzi unici come accade all’oreficeria Forlenza. Noi ci siamo spinti oltre e siamo entrati nel cuore pulsante di questa attività: quel laboratorio dove un gioiello, da semplice schizzo su un foglio da disegno, prende via via forma materializzandosi tra le mani di questi abili artigiani.

Sono trascorsi ben 50 anni dal giorno in cui Gianfranco Forlenza aprì il suo ‘salotto’ dell’artigianato di oreficeria a Roma, in Via Tagliamento, nei pressi dello storico quartiere Coppedè, ed oggi il testimone è passato ai figli Michele e Alessandro. Tuttavia è sempre lui, papà Gianfranco, a supervisionare il laboratorio e a mantenere salde le radici su cui si fonda l’originalità, la personalità e lo stile di un gioiello firmato Forlenza. E’ a lui infatti che poniamo la nostra prima domanda, spinti dal desiderio di capire come si possa seguire le mode,  resistere al tempo e alle varie crisi economiche che hanno attraversato il nostro Paese durante questi cinquant’anni.

Dunque, qual è il pregio, o il talento, che Gianfranco Forlenza riconosce di più a se stesso?

“Più di tutto, direi la caparbietà e la curiosità. Se mi prefiggo un obiettivo, non mi do pace finché non l’ho raggiunto. E’ principalmente a queste due qualità che devo l’aver ottenuto, nel corso della mia vita, quello che davvero mi sta a cuore. Anche viaggiare mi è stato molto utile; mi ha arricchito sia umanamente che professionalmente. Le esperienze che via via accumulavo, le riportavo in qualche modo anche nella mia attività. Ho un ricordo ancora vivido, ad esempio, della magnificenza delle pietre dell’India, delle centinaia di botteghe artigianali di Bangkok, famose per la lavorazione dell’oro e dell’argento. Degli anni ’70 in Italia, ricordo di come determinante fosse il fiorente periodo delle fiere vicentine e le nascenti realtà dei loro laboratori. Visitandole, acquisivo rapidamente le nuove tecniche di produzione e le nuove tecnologie. Era appena iniziato il secondo decennio in cui l’industria cominciava a creare le prime grosse produzioni dei semilavorati, che prima di allora si facevano solo a mano.“

“La capacità più grande che riconosco a mio padre è il fiuto”, gli fa da eco Alessandro, annuendo alle sue parole. “Ha sempre anticipato le tendenze e le mode ancora prima che maturassero. Inoltre è meticoloso, e questo lo porta ad avere un’estrema cura del dettaglio, dei particolari, aspetto che nel nostro lavoro è fondamentale. E’ piuttosto solitario, introspettivo, e quando studia una cosa, cerca sempre prima di contestualizzarla, di fare una visione d’assieme. Direi che questa è un’altra qualità che può fare la differenza”.

Per Michele, invece, papà Gianfranco è stato sempre un faro. “Gli mostravo il semplice schizzo di un gioiello che vagamente avevo in mente e lui intuiva da subito dove io volessi arrivare  quale fosse l’idea realizzata. Lo sapeva ancor prima che lo comprendessi io stesso”.

Michele nasce disegnatore; laureato in architettura si è specializzato in design ma è anche consapevole che di questi tempi l’anima del successo consista nell’avere una strategia commerciale vincente. “Quello che da sempre mi muove è la passione, anche se principalmente svolgiamo lavori su commissione. L’ambito in cui mi sbizzarrisco di più sono le realizzazioni in argento, che mi permettono di realizzare oggetti bellissimi a costi contenuti.

Del resto, sono convinto che la qualità rimanga alta grazie all’unicità dell’imperfezione. Ogni gioiello ne possiede una sua, unica e irripetibile e per fortuna ci sono persone che riconoscono tutto l’impegno che ci mettiamo. In questo periodo storico dei social, anche i nostri cari vecchi book sono andati in pensione. Oggi la nostra produzione passa quasi interamente attraverso Instagram.”

I passaggi di testimone spesso avvengono senza discontinuità, quasi inconsapevolmente, così come è stato per voi. Cosa vi augurate per la prossima generazione Forlenza nella vostra oreficeria a Roma?

“Personalmente, cerco di trasmettere a mia figlia Matilde soprattutto l’acquisizione di un metodo, ma senza essere mai schematici” – ci racconta Alessandro – “Si può arrivare alla soluzione di un problema attraverso più di una strada. Matilde è una ragazza socievole, aperta e si sta appassionando alla musica e all’arte. Insieme facciamo tanti piccoli lavoretti di oggettistica e attualmente stiamo imparando l’antica arte degli origami, molto utile anche per il nostro lavoro.”

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Michele, invece, assieme ai suoi due figli frequenta spesso le mostre d’arte delle quali lui stesso e sua moglie sono appassionati. “La parola arte – mi spiega – in giapponese coincide con la parola gioco. Io credo che tutto si possa imparare più volentieri giocando, soprattutto quando si è ancora piccoli, ma forse non solamente da piccoli.”

Mentre conversiamo, papà Gianfranco è intento a sfogliare dei libri e mi mostra due collaborazioni di cui vanno orgogliosi tutti in famiglia: il restauro della collezione glittica di pietre intagliate del 1800 volute dall’imperatore Francesco I d’Austria per il pontefice Pio VII affidatogli dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali del Vaticano, e una collaborazione con il laboratorio di Astrofisica dell’Università La Sapienza di Roma che li ha visti impegnati nella produzione di sferette in oro puro servite per un satellite in orbita al fine di consentire la misurazione delle variazioni metereologiche.

Ci congediamo da loro e dalla nostra  visita al laboratorio di via Tagliamento con il cuore e la mente colme di bellezza. Una bellezza impreziosita dall’armonia di un lavoro di squadra di questa oreficeria a Roma.

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