Cappotto Max Mara, perché è il più famoso al mondo
Max Mara è sinonimo della qualità made in Italy che da oltre settant’anni veste le donne con un’eleganza senza tempo.
Achille Maramotti eredita la conoscenza nell’ambito della sartoria e la passione per la moda dalla bisnonna Marina Rinaldi che già nel 1850 possedeva un atelier nel centro di Reggio Emilia e dalla madre, Giulia Fontanesi, proprietaria di una scuola di taglio e cucito. Le due donne sostengono Achille nell’avvio della propria attività ed è cosi che nel 1951 nasce Max Mara.
L’idea geniale di Maramotti è quella di offrire la qualità dell’alta sartoria coniugandola con la produzione industriale, applicando il metodo della scomposizione del lavoro in modo da accelerare la confezione dei capi e dando così vita al pret-à-porter italiano. Il nome del brand deriva dal diminutivo del cognome del fondatore “Mara” e dal superlativo “Max”, simbolo di positività.
La storia di Max Mara ruota intorno ad un capo ben preciso del guardaroba: il cappotto. La prima versione viene proposta nella collezione autunno/inverno 1957-58 quando Maramotti decide di trasformare un capo spalla tipicamente maschile per adattarlo al gusto femminile. Il cappotto diventerà a partire dal 1981 il simbolo del marchio in tutto il mondo con l’ideazione del modello 101801. Dalla collaborazione di Max Mara con la stilista francese Anne-Marie Beretta nasce un soprabito dalle caratteristiche uniche: il taglio oversized dalle proporzioni perfette, il doppio petto, la cintura in vita, la manica a kimono, il tessuto di cashmere e l’iconico colore cammello. Il cappotto 101801 è senza tempo e senza età, pensato per vestire e rendere raffinata la donna in qualsiasi contesto; la sua lavorazione richiede 73 operazioni di assemblaggio e dettagli ancora oggi realizzati a mano. Nel 2013 fa la sua prima apparizione sulla passerella il Teddy Bear Coat, un altro capo spalla diventato un must have indossato da tutte le celebrity. La particolarità del cappotto realizzato in lana, alpaca o cammello è l’effetto pelliccia e la sua ampia gamma di colorazioni di tendenza.
Max Mara, il marchio che soddisfa ogni tipo di donna
Max Mara fu tra i primi, precisamente nel 1961, a pensare una linea per taglie morbide chiamata My Fair predecessore del brand Marina Rinaldi che ne prende il posto nel 1980; il nome è un omaggio alla bisnonna di Achille Maramotti. Esso è diventato il marchio di riferimento per le taglie plus size anticipando i tempi. Nel 1975 iBlues nasce come collezione di coordinati di maglieria da abbinare alla linea principale; si è sviluppata in seguito con proposte total look giovani, glamour e femminili.
Sportmax, nata nel 1969 dalla collezione Pop di Max Mara, è ispirata alla Swinging London. I capi si basano sui principi sposati dal brand sin dall’inizio, ovvero far coesistere l’aspetto artigianale con quello dell’innovazione creando uno stile che unisce il gusto classico a quello sportivo. Segue poi la prima collezione Marella, lanciata nel 1976 puntando su una linea completa, dai capi spalla agli accessori, che si distingue per praticità e raffinatezza.
Nel 1978 viene fondato Penny Black, il marchio pensato per donne che hanno una vita dinamica e quindi necessitano di un abbigliamento che sia ricercato ma anche funzionale. Continua ancora con la nascita di Weekend by Max Mara, nato nel 1983, è ideato per i momenti di svago, relax e hobby all’aperto, tutte attività di solito praticate appunto nel fine settimana. Pur mantenendo l’eleganza della linea principale le creazioni sono più casual, informali e spensierate; si ispirano ai viaggi e a una donna libera e contemporanea. In ultimo, non per importanza, nasce Max&Co è la linea retail fondata nel 1986, pensata per un pubblico giovane e moderno che non vuole rinunciare allo stile nella quotidianità. Max Mara veste la donna a tutto tondo, seguendo ogni sua esigenza con l’intento di renderla sempre impeccabile ed elegante in ogni occasione.
Immagine copertina: maxmara