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Giardini Hanbury, meraviglioso parco botanico a Ventimiglia 

Un giardino incantato all’inizio della Costa Azzurra, questo sono oggi i  Giardini Hanbury di Ventimiglia. Un magnifico parco botanico, creato scientificamente nel 1867 con piante provenienti da tutto il mondo, e restaurato dalla stessa famiglia dopo la Grande Guerra. Oggi é perfetto per concedersi una pausa rigenerante e rilassante, godendo dell’incedibile varietà della fioritura primaverile, oppure per fare due passi dopo pranzo in riva al mare in ogni momento dell’anno.  

Fonte: italian-riviera.com 

I Giardini Hanbury si trovano sul promontorio di Capo Mortola, quasi al confine con la Francia e si estendono per circa 18 ettari. La loro superficie è in parte dedicata alla coltivazione di piante subtropicali e originarie delle zone a clima mediterraneo come Cile, California, Sud Africa e Australia, mentre la restante parte è occupata da vegetazione mediterranea totalmente spontanea.   

Sul promontorio il clima è eccezionalmente mite, con temperature invernali che raramente raggiungono gli 0°C; al contempo, la compresenza di microclimi ha favorito la messa a dimora e l’acclimatazione di diverse specie provenienti da diverse latitudini. 

La storia dei Giardini Hanbury 

I Giardini Hanbury sono stati realizzati nel 1867 per volere di Thomas Hanbury, che acquisto l’antico Palazzo Orengo e i terreni pertinenti per trasformarlo in vero e proprio giardino di acclimatazione di piante esotiche.  

Il fratello di Thomas, Daniel, in qualità di botanico e farmacista, ha svolto un ruolo importante sia nell’ideazione, sia nella realizzazione del progetto; quest’ultimo prevedeva, fin dall’inizio, la destinazione di circa la metà del territorio alla coltivazione di piante esotiche provenienti da ogni parte del mondo riunite, successivamente, sulla base di criteri ecologici, fitogeografici, sistematici ed estetico-paesaggistici.  

Durante tutta la sua vita, Thomas Hanbury intrecciò rapporti e contatti stabili sia con la riviera francese, sia con altre zone d’Europa tanto che, nell’arco di poco tempo, i Giardini Hanbury attirarono l’attenzione di studiosi di tutto il mondo.  

Fonte: marventimiglia.it 

Alla morte di Thomas, i suoi Giardini erano conosciuti ovunque per la grande varietà di piante tropicali e subtropicali ospitata al loro interno e per la grande importanza scientifica delle collezioni. A proseguire il suo progetto subentrarono il figlio Cecil e la moglie Dorothy, che arricchirono i Giardini con viali, fontane e scorci panoramici.  

A seguito dei numerosi danni causati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, Dorothy decise di vendere i Giardini allo Stato Italiano. Successivamente, nel 1987, sono stati affidati in gestione all’Università degli Studi di Genova e dal 2000 sono un’area regionale protetta.  

In visita ai Giardini Hanbury 

Attualmente, i Giardini Hanbury rientrano tra i principali giardini botanici di acclimatazione dell’area mediterranea. Ma cosa significa “acclimatazione”? 

Al loro interno è possibile ammirare piante che crescono naturalmente in climi molto diversi tra loro e che, a poco a poco, si adattano al clima mediterraneo, crescendo e sviluppandosi insieme ad altre specie spontanee. Tutto questo è possibile soprattutto perché un territorio come quello ligure lo consente, dato che offre particolari condizioni meteorologiche che favoriscono la formazione di microclimi.  

Chi visita i Giardini Hanbury può, quindi, scoprire piante che crescono in zone con climi temperato-caldi, tropicali e subtropicali.  

Inoltre, è bene sottolineare il vero obiettivo dei Giardini Hanbury: non si tratta di un parco ornamentale, realizzato esclusivamente per piacere ai visitatori dal punto di vista estetico e decorativo ma, piuttosto, di un luogo molto attento ai cicli vitali e riproduttivi delle piante

Fonte: wikimedia.org 

In pratica, si lascia la natura libera di fare il suo corso e la mano dell’uomo interviene il meno possibile, tanto da evitare di rimuovere manualmente le foglie secche o di irrigare più del dovuto durante i mesi più caldi.  

Non appena si entra, si percorre la via maestra, caratterizzata da diverse deviazioni che consentono di scoprire anche gli angoli più nascosti dei Giardini. In ogni caso, basta seguire l’apposita segnaletica per evitare di perdersi! 

Tra piante di aloe, agave e yucca, è possibile ammirare un rilevante patrimonio storico, artistico e culturale, a cominciare dal portale d’ingresso: realizzato a fine Ottocento, riporta l’incisione dell’ideogramma cinese Fô (cioè felicità) per omaggiare l’ambasciatore cinese in Inghilterra Kuo Sung Tao, in visita nel 1879.  

Fonte: blogspot.com 

A seguire, si possono ammirare la Fontana Nirvana, realizzata nel 1872 da Winter, e l’area delle Quattro Stagioni, tra le più suggestive. Quest’ultima è dominata dal Tempietto, giunto all’interno dei Giardini nel 1947, sotto il cui pavimento si trovano le ceneri di Lady Dorothy.  

Scendendo a valle ci si imbatte nella Fontana della Sirena, allestita in posizione prospettica insieme alla scala che si sviluppa in modo perpendicolare al percorso principale.  

Fonte: agriturismolegirandole.com 

Visibile da più parti del parco, ecco il Palazzo, costruito nel XI secolo dalla famiglia Lanteri di Milano, per poi essere acquistato da Thomas Hanbury nel 1867. Il nuovo proprietario ha aggiunto anche diverse opere d’arte, come il mosaico raffigurante Marco Polo e la Campana Giapponese in bronzo proveniente da un tempio buddista.  

Fonte: fai-platform.imgix.net 

Nelle vicinanze del portale che conduce al Palazzo si estende la Topia, una pergola con pilastri in pietra e piante rampicanti. Il corridoio termina, poi, nel Rondò Vecchio, un belvedere situato nel comune di Bordighera.  

Fonte: italian-riviera.com 

I Giardini ospitano anche il Mausoleo Moresco, al cui interno sono custodite le ceneri di Thomas Hanbury e della moglie Katherine Pease. Percorrendo il Viale dei Cipressi, si arriva al ponte sulla Strada Romana e, successivamente, nella zona inferiore dei giardini, destinata ad agrumi e ulivi.  

Fonte: itinari.com 

Passeggiando su Viale degli Ulivi si arriva, infine, allo snack-bar corredato di area pic-nic e accesso alla spiaggia. Da qui, poi, inizia la risalita seguendo il percorso da levante, che consente di scoprire altri angoli fioriti e numerosi monumenti decorativi.  

I Giardini Hanbury sono aperti tutto l’anno, ma il consiglio è di visitarli nel periodo della fioritura, cioè tra metà aprile e inizio maggio. In estate, infatti, per via della siccità, sono poche le piante che fioriscono e sarebbe un peccato non poterle ammirare in tutta la loro bellezza. 

 Copertina: viaggiamo

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