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Alla scoperta di Sassari, città regale

Sassari, città antica e oggi principale comune del Nord Sardegna, è il capoluogo dell’omonima  provincia. Celebre per la sua bellezza,  per la sua storia, divenne libero comune alla fine del Duecento, per la sua università che è un’eccellenza nazionale e per il mare maestoso della sua provincia.

Che cosa vedere a Sassari

Sassari è una città che sorprende i visitatori con la sua ricchezza storica e culturale. I monumenti civili e religiosi offrono uno spaccato della storia locale e dell’arte, mentre i giardini e i parchi permettono di avere momenti di relax immersi nella natura. Questa combinazione rende Sassari una destinazione affascinante e degna di essere scoperta.Tra le principali attrazioni di Sassari merita una visita, la Cattedrale di San Nicola. 

Situata nel cuore del centro storico, questa cattedrale è un esempio straordinario di architettura gotica — catalana, con influenze barocche. L’interno è riccamente decorato con opere d’arte di valore, tra cui una splendida Madonna del Trecento di Scuola senese.

La Chiesa di Santa Maria di Betlemme, situata in piazza Santa Maria, è dedicata alla Vergine. La facciata a capanna, in pietra arenaria, risale al Duecento e presenta tre livelli: il primo con un portale strombato e decorato da archetti pensili, il secondo con un grande rosone, e il terzo con un oculo del XVIII secolo. Esternamente, spiccano la cupola ellittica e il campanile cilindrico con cupolino. 

L’interno, a navata unica con cappelle laterali, transetto e presbiterio profondo, è coperto da volte a crociera e scandito da lesene aggiunte nel XIX secolo. Le cappelle laterali, ampliate tra Quattrocento e Cinquecento, sono tre a destra e quattro a sinistra. Il transetto ottocentesco, ha pianta centrale con quattro cappelle e nicchie contenenti effigi di santi francescani, separate da colonne con capitelli compositi.

La Chiesa di San Leonardo di Bosove, ora Madonna del Latte Dolce, si trova a Sassari nel quartiere omonimo. Intitolata così dal 1825 per un affresco ritrovato, la chiesa originaria risale al XIII secolo e sorge su un sito citato nel Condaghe di San Pietro di Silki, un importantissimo documento monastico.

La chiesa aveva un lazzaretto fondato nel 1178 e amministrato prima dai rettori del Monastero di San Leonardo di Stagno e poi dalle clarisse di Santa Chiara di San Miniato, provincia di Pisa. Dell’originale restano i prospetti laterali con monofore. Nel XIV secolo fu aggiunta un’abside gotica e nel XIX secolo fu rinnovata la copertura e il prospetto.

Sassari custodisce in città numerose bellissime chiese, sia antiche sia moderne da visitare, offrendo ai turisti un’ampia scelta di tesori architettonici e storici.

Tra i monumenti civili spicca il Palazzo Ducale, costruito nel XVIII secolo, ottimo esempio di architettura civile dell’epoca, oggi è sede del Municipio della città. Il palazzo, in stile barocchetto piemontese, ha un sobrio prospetto in pietra calcarea locale e si sviluppa su tre piani, ciascuno delimitato da fasce marcapiano. Le finestre del piano nobile hanno timpani semicircolari e triangolari, mentre le aperture dell’ultimo piano sono incorniciate da un cornicione rococò, decorazione in seguito adottata in altri edifici della città.

Una delle fontane ornamentali più famose della Sardegna, si trova proprio a Sassari, è la Fontana di Rosello, risalente al XVII secolo, in stile tardo-rinascimentale, caratterizzata da 12 bocche che rappresentano i mesi dell’anno. È situata nel quartiere di Monte Rosello, una zona della città edificata negli anni Trenta del secolo scorso.

Le Mura di Sassari, risalenti al XIII secolo, circondavano il centro storico con torri e porte. I lavori di restauro proseguirono fino al XIX secolo. Oggi, i resti sono visibili esternamente lungo Corso Trinità, Corso Vico e Via Torre Tonda.

Il Castello di Sassari, costruito dagli Aragonesi nel 1330, fu demolito nel 1877. Al suo posto fu edificata la Caserma La Marmora, sede della Brigata Sassari, e creata l’omonima piazza. Recenti scavi archeologici nella piazza hanno portato alla luce le fondazioni del castello, ora in fase di valorizzazione.

La parte visitabile del castello è il bastione del XVI secolo, chiamato «antemurale«. Include diversi corridoi su due piani con postazioni per cannoni. L’area, accessibile e illuminata, è protetta da una struttura moderna con copertura verde e aree vetrate per la  luce naturale. Ci sono due ingressi: uno per l’accesso a monte dell’area archeologica e uno per l’uscita attraverso la scala interna originale. Si può esplorare un fossato di circa 60 metri e un livello superiore più breve. L’area archeologica è stata inaugurata nel dicembre 2011.

Foto: Unsplash

La ricchezza storica e culturale di Sassari si riflette anche nei suoi principali Musei assolutamente da visitare: la Pinacoteca Nazionale in Via Santa Caterina 4, e il Museo nazionale archeologico ed etnografico “ Giovanni Sanna”.

La Pinacoteca Nazionale si trova nel centro storico della città nel palazzo dell’ex Convitto Nazionale Canopoleno. La collezione del museo comprende oltre quattrocento opere, principalmente pittoriche, che documentano la produzione di diverse scuole e artisti italiani ed europei dal medioevo ai giorni nostri. Include anche un’importante rassegna di artisti sardi del primo Novecento e una ricca sezione di grafica.

Il Museo Sanna è un punto di riferimento culturale, archeologico e antropologico della Sardegna settentrionale. Intitolato all’imprenditore e politico sassarese Giovanni Sanna, che contribuì con parte della collezione archeologica esposta, il museo ospita oggetti che vanno dal Paleolitico alla fine del Medioevo e all’Età Moderna. Nel corso degli anni, la raccolta si è arricchita con un’espressiva sezione etnografica, comprendente tessuti, legni, ceramiche e abiti tradizionali donati da privati. Il Museo Sanna si trova in un edificio in stile neoclassico, ispirato alla tipologia del tempio, realizzato agli inizi del Novecento su progetto dell’architetto Michele Busiri Vici. Gli spazi originali sono stati ampliati con una moderna e luminosa struttura contemporanea, pensata per ospitare al meglio le collezioni. Il Museo si trova in Via Roma 64.

Sassari ospita numerosi giardini e parchi, tra cui i Giardini Pubblici situati tra viale Pasquale Stanislao Mancini e Corso Margherita di Savoia, i Giardini di via Venezia, i Giardini di Monte Rosello, i Giardini di via Di Vittorio nel quartiere di Luna e Sole, e i Giardini di Li Punti. 

Il Parco di Monserrato, risalente al XVII — XIX secolo e recentemente restaurato, si trova tra la SS 131 e via Budapest. Altri spazi verdi includono il Parco di Baddimanna, una grande pineta nel quartiere di Monte Rosello, e il Parco di Bunnari, recentemente riqualificato, che offre un centro polifunzionale, una piscina, la ricostruzione di un villaggio nuragico e i due laghi artificiali ora in secca.

Per i turisti che amano l’archeologia, appena fuori Sassari si trova un monumento davvero singolare in Europa: l’Altare prenuragico di Monte d’Accodi.

Il complesso prenuragico di Monte d’Accoddi è unico in Europa e nel Mediterraneo, noto per le diverse tipologie costruttive impiegate. La struttura principale è un altare che ricorda le ziqqurat orientali, con un villaggio annesso. L’accesso avviene tramite una rampa di oltre 40 metri. Ai lati della rampa si trova una grande lastra, usata per offerte o sacrifici, e un menhir di oltre 4 metri d’altezza.

Il sito archeologico si trova presso la Strada Statale 131- Km 222,20 Sassari — è aperto da aprile a settembre, con orari di visita da rispettare e con un biglietto d’ingresso.

Le spiagge della provincia di Sassari sono tra le più belle della Sardegna.

Foto: Unsplash

Breve storia di Sassari 

Sassari ha una storia antica, con insediamenti sin dal periodo pre — nuragico e numerosi siti durante l’età nuragica. Durante l’epoca romana, la zona era ricca di fattorie appartenenti ai latifondisti di Turris Libisonis (Porto Torres). Le origini di Sassari moderna risalgono all’Alto Medioevo, quando gli abitanti di Turris Libisonis si rifugiarono nell’entroterra per sfuggire alle incursioni saracene. La prima menzione di Sassari risale al 1131, e nel 1135 è citata la chiesa di San Nicola a Sassari in alcuni documenti riferiti a un nobile del posto. Queste informazioni su Sassari si trovano nel Condaghe di San Pietro di Silki, compilato tra il 1165 e il 1180. Si tratta di un importantissimo  codice medievale scritto in antica lingua logudorese.

Sassari fu capitale del Giudicato di Torres e diventò un libero comune confederato a Genova nel 1294 con gli Statuti Sassaresi. La borghesia sassarese si unì al Regno di Sardegna, ma le tensioni con i catalano-aragonesi portarono a ribellioni popolari. Nonostante tentativi di colonizzazione, la città divenne regia nel 1331. Durante la guerra sardo-catalana fu conquistata dagli Arborea, diventando capitale del Giudicato di Arborea fino al 1420. Gli Aragonesi costruirono il Castello di Sassari, demolito nel 1877 e ora visitabile nella piazza omonima.

Nel XVI secolo, Sassari subì una grave crisi economica e sociale dovuta a invasioni francesi, incursioni piratesche ed epidemie. Tuttavia, nella seconda metà del secolo, la città conobbe una rinascita culturale con l’apertura della prima università sarda nel 1562. Questo rinascimento fu sostenuto da artisti come Giovanni Muru e Andrea Lusso, e da figure influenti come il vescovo Giovanni Francesco Fara e l’arcivescovo Salvatore Alepus. La rivalità con Cagliari spinse Sassari a rivendicare un Parlamento e la sede dell’Inquisizione.

Nel 1528, un’epidemia di peste decimò la popolazione. La dominazione spagnola causò decadenza a Sassari e alla Sardegna per il minore interesse spagnolo nell’isola. Dopo il trattato di Utrecht nel 1713, Sassari ebbe una breve dominazione austriaca, seguita dal passaggio alla dinastia dei Savoia nel 1720. Verso la fine del XVIII secolo, la nobiltà sassarese, ispirata dai movimenti locali e dalla Rivoluzione francese, chiese autonomia da Cagliari. Ciò provocò una reazione da parte di Cagliari, con manifestazioni in città nel 1795. Il Viceré Filippo Vivalda inviò Giovanni Maria Angioy come rappresentante per calmare gli animi ma Angioy, dopo il fallimento del suo piano, dovette arrestare la marcia verso Cagliari e fuggire a Parigi. Anche dopo il ritorno dell’ordine, i dissensi continuarono fino alla metà del XIX secolo, con episodi come l’esecuzione del patriota sassarese Efisio Tola nel 1833. Durante il XVIII e XIX secolo, Sassari visse una seconda rinascita culturale e urbanistica.

L’Università fu riaperta e l’espansione urbana continuò oltre le Mura di Sassari, abbattute principalmente durante un’epidemia di colera. Nuovi quartieri ispirati a Torino con strade ortogonali, insieme a edifici pubblici come ospedali, carceri, e teatri furono costruiti. Furono realizzate reti ferroviarie, fognarie e d’illuminazione a olio e gas. Il Porto di Torres fu ristrutturato e attivati collegamenti navali con Genova utilizzando navi a vapore.

L’industria si sviluppò con l’acquisizione della miniera di Montevecchio, rendendo Sassari la seconda città italiana per la produzione di cuoio. L’espansione urbana seguì uno sviluppo regolare, adattandosi alla realtà del territorio. La crescita demografica della città fu sostenuta dalla migrazione interna, influenzando la vita pubblica italiana con figure politiche di spicco nate a Sassari.

Feste tipiche di Sassari

La Discesa dei Candelieri, che si ripete ogni 14 agosto, è un momento immutato nel tempo che unisce tutta la comunità sassarese lungo le vie della città fino alla Chiesa di Santa Maria di Betlemme. Questo evento non è solo uno spettacolo, ma soprattutto un’espressione di fede.

I portatori dei ceri lignei affrontano una dura prova durante il percorso, ma lo fanno con il desiderio di rendere omaggio alla Madonna e di sciogliere il voto fatto cinquecento anni fa per la liberazione della città dalla peste. I Gremi, con i loro abiti tradizionali, e la folla che li incita lungo il tragitto sono i veri protagonisti della «Faradda«, com’è chiamata in dialetto sassarese.

Questa festa rappresenta un prezioso patrimonio da preservare: nel 2013 è stata riconosciuta come bene immateriale Patrimonio dell’umanità, insieme alle altre feste delle macchine a spalla italiane.

Cucina tipica di Sassari

La cucina tipica sassarese è ricca e variegata, con molti piatti legati alla tradizione contadina. Gli ingredienti principali includono verdure e parti meno pregiate di agnello, vitello e maiale.

Tra i primi piatti, spiccano la «mineshtra ‘e fasgioru» (o «mineshtra ‘e patatu«), una zuppa di fagioli, patate, lardo, finocchietto selvatico e pomodori secchi, e i «giggioni«, gnocchi conditi con sugo di salsiccia. La favata è una zuppa densa a base di fave secche, cavolo, finocchio e carne di maiale, tradizionalmente consumata durante il periodo di carnevale o in occasioni conviviali. Una variante è la minestra di cavoli, dove le fave sono sostituite dalle patate.

Le fave possono anche essere cucinate a ribisari, lessate e soffritte con aglio e prezzemolo. Il termine «ribisari«, espressione della lingua sarda, implica la preparazione di cibi a fuoco molto basso, spesso per un lungo periodo, affinché gli ingredienti si cuociano lentamente e acquisiscano sapori intensi e profondi.

Oltre alle fave, i carciofi hanno un ruolo importante nella cucina sassarese, preparati tradizionalmente con le patate, consumati crudi nel pinzimonio (un intingolo di olio, sale e pepe), cotti al tegame con aglio e prezzemolo, o usati come condimento per l’agnello.

Tra i secondi piatti della cucina sassarese, principalmente a base di carne, spicca la cordula: interiora di agnello avvolte nell’intestino e cotte con piselli, cipolle e salsa di pomodoro. Il piatto più conosciuto è lo ziminu, interiora di vitello cotte alla brace, talvolta marinate prima della cottura.

Altri piatti caratteristici includono i «pedi d’agnoni«, piedini d’agnello cotti con aglio e prezzemolo o in salsa di pomodoro con abbondante aglio e aceto, e la trippa cotta nel sugo di pomodoro, condita con abbondante pecorino grattugiato.

Sassari presenta una tradizione limitata nella preparazione di piatti a base di pesce, fatta eccezione per l’anguilla, che si trova nei corsi d’acqua dolce. Questa è solitamente cotta alla brace dopo essere stata marinata o condita semplicemente con un filo d’olio a fine cottura. Anche le sardine sono preparate alla brace.

Come raggiungere Sassari

Si può raggiungere Sassari in diversi modi, secondo la propria posizione e le proprie preferenze.

1. In auto: si può raggiungere Sassari tramite la rete autostradale o le strade statali. Da Alghero, ad esempio, prendere la SS131 in direzione sud-est, mentre da Porto Torres seguire la SS131 in direzione sud. Da altre località, prendere altre strade statali o autostrade, secondo la propria posizione.

2. In treno: Sassari è collegata alla rete ferroviaria nazionale. Si può prendere un treno per Sassari dalla maggior parte delle città della Sardegna. La stazione ferroviaria di Sassari si trova nel centro della città, rendendo comodo l’accesso a piedi o con mezzi pubblici alla zona da visitare.

3. In autobus: vari servizi di pullman collegano Sassari ad altre città e località in Sardegna. Controllare gli orari e le tariffe dei servizi di autobus locali o regionali per trovare la soluzione più adatta alle proprie esigenze.

4. In aereo: se si arriva da fuori Sardegna, prendere un volo per l’aeroporto di Alghero — Fertilia o per l’aeroporto di Olbia — Costa Smeralda, che si trovano entrambi a breve distanza da Sassari. Dall’aeroporto, prendere un taxi, un autobus o noleggiare un’auto per raggiungere Sassari.

Copertina: Unsplash

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