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Villa d’Este, simbolo del Rinascimento italiano

Celebre in tutto il mondo per  il suo giardino all’italiana, il più bello d’Europa,  per le sue fontane sonore, per i suoi giochi d’acqua e le sua architetture rinascimentali, Villa d’Este a Tivoli è tra i simboli della bellezza del rinascimento italiano. 

Tivoli, paese alle porte di Roma ospita una meravigliosa villa rinascimentale circondata da un paesaggio naturalistico contraddistinto da valli e pianure: si tratta di Villa d’Este, costruita alla fine del XVI secolo su progetto dell’architetto Pirro Logorio e per volere del Cardinale Ippolito d’Este (figlio di Lucrezia Borgia e Alfonso I d’Este, duca di Ferrara). Nella mente del cardinale Villa d’Este avrebbe dovuto rivaleggiare con la villa dell’imperatore Adriano, sempre a Tivoli.  

Villa d’Este, Tivoli

E proprio insieme a Villa Adriana e Villa Gregoriana, Villa d’Este fa parte del trittico di luoghi da visitare quando ci si reca a Tivoli. Dalla bellezza eclatante, nel 2001 è stata inserita tra i siti patrimonio Unesco

La storia di Villa d’Este

Villa D’Este  è stata costruita per volere di Ippolito d’Este sulle spoglie di un antico monastero. Il suo obiettivo era di realizzare una gemella del maestoso palazzo romano che, contemporaneamente, aveva ordinato di costruire a Monte Giordano, a Roma. La villa sarebbe dovuta diventare un delizioso luogo d’incontri e colloqui riservati, anche perché il luogo che la ospitava aveva il nome di Valle Gaudente. 

Il progetto fu affidato a Pirro Ligorio, eccellente architetto dell’epoca, che ebbe diversi ostacoli da superare: dalla destituzione del cardinale accusato di condurre una vita dissipata e simoniaca, ai mancati permessi per l’acquisto del materiale. La costruzione della villa non si rivelò affatto semplice.  

Di fatto Ippolito d’Este ebbe appena il tempo di godersi l’inaugurazione, per poi morire poco dopo e lasciare la villa in eredità al nipote Luigi e, successivamente ad Alessandro, entrabi cardinali d’Este. 

Villa d’Este, Tivoli

In seguito, la villa passò nelle mani degli Asburgo, che la lasciarono deperire al punto che molte collezioni antiquarie andarono disperse. Solo a metà Ottocento, il cardinale Gustav Adolf von Hohenlohe-Schillingsfürst decise di ristrutturarla e porla al centro di intense attività artistico-mondane; tra i frequentatori più assidui dell’epoca figura Franz Liszt che, proprio all’interno della villa, trovò l’ispirazione per la composizione di numerosi brani. 

L’ultimo proprietario della villa fu l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo-Este, intenzionato a vendere la villa allo Stato Italiano per una cifra esorbitante non ne ebbe il tempo. L’arciduca venne assassinato nel 1914 a Sarajevo e dal suo omicidio cominciò la prima guerra mondiale. Dopo il primo conflitto mondiale l’edificio divenne proprietà italiana nel 1918, Fu sottoposto a grandi lavori di restauro e venne aperto al pubblico durante gli anni Trenta

Cosa vedere all’interno di Villa d’Este

Villa d’Este è semplicemente incantevole; tralasciando le stanze immense e i loro affreschi, i nobili corridoi e le sale sfarzose, ciò che colpisce maggiormente è la parte esterna, dove è possibile ammirare elementi architettonici non solo affascinanti, ma anche estremamente preziosi. 

Il giardino 

Il giardino di Villa d’Este, progettato da Pirro Ligorio, è composto da terrazze e pendii e segue uno schema architettonico tipicamente romano. Il suo aspetto lascia a dir poco senza parole, caratterizzato da splendide fontane, alberi e piante di varietà infinita. 

Il giardino di Villa d’Este

Per realizzarlo, Ligorio sfruttò le vecchie mura urbane e, così facendo, risolse anche il problema dell’approvvigionamento di acqua che, per poter alimentare tutte le fontane presenti, doveva essere molto abbondante. Di conseguenza, costruì un sistema di tubazioni e una galleria lunga ben 600 metri sotto la città di Tivoli per prelevare ben 300 litri di acqua al secondo direttamente dal fiume Aniene. 

Il Vialone 

Il Vialone è il primo grande viale che si incontra scendendo la doppia scala che lo collega alla sala centrale della villa: si estende parallelamente alla facciata del palazzo e viene delimitato da una parte dalla Gran Loggia e, dall’altra, dalla Fontana Europa

Il Vialone, Villa d’Este

Proprio qui il cardinale era solito soggiornare insieme alla sua corte durante le giornate più calde, per godere della frescura proveniente dal giardino e per assistere ai vari spettacoli periodicamente organizzati. 

La Grotta di Diana 

Il giardino custodisce, al suo interno, la Grotta di Diana: interamente decorata con mosaici e pietre, stucchi e bassorilievi, è stata realizzata da Curzio Maccarrone e Lola e Paolo Calandrino, mentre il pavimento era composto da maioliche coloratissime. 

La Grotta di Diana, Villa d’Este

Inizialmente, la grotta era adornata da statue che raffiguravano Minerva e Diana, alla quale è stata dedicata; oggi, entrambe si trovano al Museo Capitolino. Sulle pareti, invece, è possibile ammirare altorilievi di Nettuno e Minerva, delle Cariatidi e delle Muse. 

La Rotonda dei Cipressi

Vicino all’ingresso originario, ecco la Rotonda dei Cipressi: un piazzale a forma di esedra circolare composto da giganteschi cipressi secolari che si innalzano verso il cielo. Sono frai più antichi esemplari esistenti ed erano in grado di affascinare i visitatori adornando le bellissime statue rappresentative delle Arti liberali

La Rotonda dei Cipressi, Villa d’Este

La Fontana del Bicchierone

Sotto la Loggia di Pandora è posizionata la Fontana del Bicchierone, conosciuta anche come la Fontana del Giglio. Dall’aspetto grazioso e pacato, è stata inserita circa un secolo dopo la realizzazione della villa su commissione del cardinale Rinaldo d’Este a Gian Lorenzo Bernini

La Fontana del Bicchierone, Villa d’Este

La fontana rappresenta un calice dentellato (un “bicchierone”, appunto) sovrapposto a un altro molto simile, entrambi sorretti da una conchiglia. La sua attivazione risale al 1661 per onorare gli ospiti illustri che erano soliti giungere alla villa. 

La Fontana di Pegaso

Alle spalle della Sibilla Albunea si trova la Fontana di Pegaso, una grande vasca di forma circolare che ospita al centro una grande roccia sormontata da una statua raffigurante il mitico cavallo alato Pegaso, ad ali spiegate come se stesse per spiccare il volo. 

La Fontana di Pegaso, Villa d’Este

Il Viale delle Cento Fontane

Il Viale delle Cento Fontane è così chiamato perché è fiancheggiato, per ben cento metri, proprio da cento fontane. Collega la Fontana dell’Ovato con la Rometta e, lungo il suo percorso, vede due file di maschere antropomorfe sovrapposte alternate a sculture di gigli, obelischi, navicelle e aquile estensi, tutti simboli che sembra siano stati esperessamente scelti dalcardinale. 

Il Viale delle Cento Fontane, Villa d’Este

La Fontana dell’Ovato

Alla sinistra del Viale delle Cento Fontane, appena in disparte, si trova la Fontana dell’Ovato o Fontana di Tivoli. Progettata sempre da Pirro Ligorio, raccoglie l’acqua convogliata dal fiume Aniene attraverso un canale posto sotto la città. Il suo nome deriva dalla sua forma a esedra ovale, con al centro una grande vasca caratterizzata da graziosi zampilli. 

La Fontana dell’Ovato, Villa d’Este

La Fontana dei Draghi

La Fontana dei Draghi (o della Girandola) può essere definita il cuore del parco per via della sua posizione centrale. Anch’essa ideata e costruita da Pirro Ligorio, la leggenda narra che venne realizzata in una sola notte in omaggio a Papa Gregorio XIII, ospite nella villa. 

La Fontana dei Draghi, Villa d’Este

La fontana è caratterizzata da un gruppo scultoreo centrale composto da quattro draghi disposti in cerchio che, dandosi le spalle, “sputano” uno zampillo d’acqua. Inizialmente si chiamava Fontana della Girandola per via dei complessi meccanismi idraulici ideati da Tommaso da Siena, in grado di riprodurre velocemente i rumori di petardi, cannoni o altre armi da fuoco. 

La Rometta

In fondo al Viale delle Cento Fontane, la Rometta offre un belvedere davvero straordinario che si apre sulla pianura romana. Al suo centro è rappresentata Roma in trono. Vi si accede attraverso un ponticello che si erge sopra un canale rappresentante il Tevere, che accoglie la riproduzione di un’antica nave romana rappresentante l’Isola Tiberina (cioè il luogo dove si instaurò il primo nucleo romano). 

In passato, la fontana era adornata da altri gruppi scultorei simboleggianti i principali monumenti romani, come l’Arco di Tito, la Colonna Traiana, il Pantheon e il Colosseo; di questi, purtroppo, oggi non rimane alcuna traccia. 

La Fontana di Proserpina

Accanto alla Fontana della Civetta, la Fontana di Proserpina era inizialmente una sala da pranzo all’aperto. Composta da un ninfeo centrale e due nicchie laterali, è stata progettata dall’architetto ferrarese Giovanni Alberto Galvani che, all’origine, avrebbe voluto dedicarla agli imperatori romani (quali Cesare, Augusto, Traiano e Adriano); in realtà, le statue pensate inizialmente vennero sostituite da un gruppo in stucco di Platone che rapisce Persefone, la cui statua è andata ufficialmente perduta. 

La Fontana di Proserpina, Villa d’Este

La Fontana della Civetta

Costruita da Raffaello Sangallo su progetto di Giovanni Del Duca, la Fontana della Civetta si trova alla sinistra della Fontana dei Draghi e prende il suo nome dal complicato meccanismo che, sfruttando la caduta dell’acqua, permette a degli uccelli metallici di comparire sui rami di bronzo e di intrecciarsi nella nicchia della fontana emettendo, al contempo, un cinguettio. 

La Fontana della Civetta, Villa d’Este

Purtroppo, questo meccanismo si è perso nel tempo e, solo recentemente, è stato possibile recuperarlo solo in parte. Rimane invariato, invece, lo zampillo d’acqua che scendendo forma delle piccole cascate su due livelli. 

La Fontana dell’Organo

Anche la Fontana dell’Organo prende il suo nome dal meccanismo ad acqua che custodisce al suo interno e che, azionandosi, permetteva di riprodurre i suoni tipici di un organo. Al suo centro si trova un’abside che, secondo il progetto originale, doveva ospitare la statua di Diana d’Efeso. Solo successivamente, il cardinale Alessandro d’Este fece aggiungere un piccolo tempio commissionato al Bernini. 

La Fontana dell’Organo, Villa d’Este

Il meccanismo non ha funzionato per molto tempo e, solo nel 2003, è stato possibile riattivarlo e consentire alla Fontana dell’Organo di emettere nuovamente i suoi suoni meravigliosi. 

La Fontana di Nettuno

La Fontana di Nettuno è la più imponente e scenografica di tutta la villa. É stata realizzata nel 1927 da Attilio Rossi con la collaborazione dell’ingegnere Emo Salvati restaurando una vecchia cascata del Bernini. Prende il suo nome dalla presenza del busto di Nettuno, inizialmente destinato a un’altra fontana contrapposta alle Peschiere ma mai realizzata. 

La Fontana del Nettuno, Villa d’Este

Le Peschiere

Di fronte alla Fontana di Nettuno si ergono le Peschiere, cioè tre grandi bacini di forma rettangolare animati da zampilli che fuoriescono dai vasi collocati lungo i loro bordi. Si tratta di un luogo molto rilassante e ideale per piacevoli passeggiate, ideato inizialmente per allevare pregiate specie di pesci d’acqua dolce. 

Le Peschiere, Villa d’Este

La Fontana dell’Abbondanza

Conosciuta anche come la Fontana della Madre Natura, la Fontana dell’Abbondanza si trova vicino al vecchio ingresso della villa, su Via del Colle. Su un fondo calcareo è posta la copia della Diana di Efeso, caratterizzata da numerose mammelle che simboleggiano la fecondità della natura e lo scorrere ininterrotto della vita. 

La Fontana dell’Abbondanza, Villa d’este

Copertina: dltviaggi

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