È il 30 settembre 1948 quando nelle edicole italiane debutta il primo albo a striscia di Tex, formato ai più giovani sconosciuto. Tex, personaggio scritto e creato da Giovanni Luigi Bonelli, cresce e prende carattere nelle mani del figlio – Sergio Bonelli – che lo plasma nel tempo conferendogli l’aura di mito e icona del fumetto in Italia e nel mondo.
Finalmente dotato di personalità e di un archetipo chiave che caratterizza il suo operato, a Tex manca ancora un volto, un tratto, una fisicità di carta. E’ allora che subentrano la mente e la matita di Aurelio Galeppini, pioniere di una serie di disegnatori e artisti che hanno avuto l’onore di mettere al servizio di un personaggio cardine della storia del fumetto la propria creatività ed il proprio estro artistico, insieme agli altrettanti autori che si sono cimentati nel donargli nuova linfa con storie sempre più avvincenti.
Le prime pubblicazioni e i formati di Tex
Il mondo di Tex esordisce sul mercato con il formato a striscia, ma è lo standard successivo a far esplodere il “fenomeno Tex”: un formato tutto nuovo più vicino nella dimensione ad un libro, quasi un cimelio di cultura pop da collezionare e rileggere, molto amato dai fan forse anche per il suo “spessore” non solo culturale. Ed è proprio grazie ai fan che – si sa – sono i giudici supremi dell’industria e dei consumi culturali, che il fumetto Tex acquista valore e da semplice passatempo per i più giovani assurge al ruolo di forma di entertainment per gli adulti fino ai giorni nostri.
Striscia – Tex
Rivoluzionario sotto tutti gli aspetti, il Tex che conosciamo oggi non solo ha cambiato i connotati al fumetto del suo tempo cogliendo quello che il sociologo e filosofo Morin chiamava lo Spirito del Tempo, ma è anche entrato a far parte dell’immaginario collettivo grazie alla sua capacità di rinnovarsi e rinnovare il mercato adattandosi al suo target: grato del successo ottenuto per merito dei suoi Lettori, Tex (ed i suoi visionari autori) sceglie di non abbandonarli, ma di crescere e rinnovarsi con loro con una capacità adattiva ed uno Zeitgeist non solo per tematiche uniche.
Tex – Formato Bonelli
Il “Formato Bonelli” – così battezzato – ha contribuito non poco all’intera editoria dandogli un nuovo look e cambiando l’intero settore del fumetto di quei tempi.
Un ranger italiano per le vie dell’America
L’invincibile ranger dalla camicia gialla è stato per tutti questi anni il marchio di fabbrica del fumetto italiano nel mondo. Nelle sue avventure a cavallo per le sconfinate terre del selvaggio West, dove la legge e l’ordine sociale costituiscono entità opinabili, Tex non può fidarsi di nessuno né cedere a regola alcuna fatta eccezione per quella dettata dall’unica autorità possibile: il “BANG!” della sua Colt.
Regola: nessuna. Obiettivo uno soltanto: difendere i più deboli dalle ingiustizie.
E sotto l’egida di tale memento, Tex continua a muoversi alla conquista dei cuori del suo pubblico sempre più nutrito ed eterogeneo da un punto di vista generazionale. Una vera passione tramandata da padre in figlio.
La forza della contraddizione: un eroe – antieroe
È indubbio che il Novecento e poi gli anni Duemila abbiano vissuto una contestazione nei riferimenti narrativi e caratteriali di Tex. Il ranger, tipico personaggio rigido e convesso molto amato dalle generazioni passate, è stato tuttavia in grado di rimanere fedele a sé stesso nonostante le scosse telluriche vissute dal panorama affabulatorio del fumetto, facendo del suo essere ormai anacronistico un ulteriore plus che lo ha reso – se possibile – ancor più amato: protagonista dalle caratteristiche sempre più rare in un universo come quello attuale in cui sbocciano costantemente personaggi viceversa ricettivi e passivi – per dirla con le parole di Paolo Giovannetti – convessi, che abbandonano tragicamente ogni speranza di aggredire frontalmente le cose, e preferiscono invece subirle, lasciandosene compenetrare in una posizione disponibile e pensosa che li rende molto più vicini al lettore attuale, ma di contro troppo verosimili per chi desidera avventurarsi per le strade del West.
Parte della popolarità di Tex risiede, in effetti, nella componente avanguardistica che prescinde dall’epoca in cui si trova, ma si evolve col tempo languendo aspetti di volta in volta differenti.
Secondo lo studioso genovese Enrico Testa, le modalità di rappresentazione romanzesca della realtà studiate in Eroi e figuranti hanno riconsegnato il romanzo all’uomo attraverso personaggi che non fanno nulla per nascondere la propria indole e vocazione all’identificazione con il lettore tanto osteggiata dallo strutturalismo. Una teoria, questa, che potrebbe apparire contraddittoria date le premesse del paragrafo precedente; tuttavia è proprio la dicotomia a donare energia a Tex: la sua effimera introspezione psicologia, la sua indole al pragmatismo e all’ “atto” più che al pensiero, la sua missione di giustiziere e portavoce del bene, ben convivono pur ossimoricamente con la propensione ad essere a-politico (o meglio a collocarsi al di sopra della politica), con le sue debolezze più volte riscontrate nella lotta contro gli antagonisti e le défaillance spesso inserite nell’arco narrativo e nella sua Bildung, anche stavolta, statica e dinamica allo stesso tempo, utile a far evolvere un personaggio che rimane, in fin dei conti, sempre uguale e fedele a se stesso.
Contraddizioni, quelle appena enunciate, che rendono Tex umano, un eroe tanto simile e tanto diverso, ma per questo tanto amato dai lettori.
Senza tempo o per le strade in un west dorato, Tex è un ranger atipico e in quanto tale esige il rispetto della legge mantenendosi lontano dalla politica, incurante degli orpelli giuridici o delle scelte comandate dal buon senso: quello che conta è la vittoria del bene sul male.
Personaggio effetto, funzione, operatore o algoritmo, in Tex finiscono per coesistere, fantasmaticamente legati dall’intreccio, causa ed effetto, eroe e antagonista in quanto la configurazione dell’io texiano nasce dal suo continuo porsi contro qualcuno o qualcosa, è cioè un “protantagonista”. Questo «algoritmo disgiuntivo» – dichiara Testa – si pone progressivamente al centro della macchina «enunciativa e narrativa» del fumetto (nelle descrizioni di figure, nelle interpretazioni di eventi e nelle riflessioni del protagonista) fagocitando in sé il lettore.
Gli indiani italiani
Potremmo definire Tex come figura narrativa polisemica, oltre che contraddittoria come visto in precedenza: ranger (archetipo della legge che vige di giorno e regola la società) e Aquila della notte, come capo tribù dei Navajo, convivono nel medesimo uomo.
Ulteriore aspetto semioticamente fondante sono gli indiani che, con la loro cultura, contribuiscono notevolmente alla definizione del personaggio.
Sono molte, infatti, le avventure che vedono Tex alle prese con la difesa dei nativi americani, nel bene e nel male. Perché per Tex l’obiettivo, l’abbiamo ricordato, è la giustizia e non importa se a violarla sia un nemico o un fratello: la nemesi è inesorabile. E catartica. Perché è così che si concludono le avventure di Tex. La giustizia. Costi quel che costi.
L’amore straniero
Ultimo cardine del successo di Tex è la capacità di intuire ed interpretare le leggi del mercato. In un periodo storico dove il fascino dell’esotico diventa dominante, anche l’amore si declina in base alle aspettative del pubblico. E così sarà proprio con una donna indiana della tribù Navajo che il nostro Tex si sposerà e dalla loro unione nascerà Kit Willer.
La sua amicizia con i pellerossa ha reso possibile nelle storie la scoperta e l’approfondimento di molte usanze degli Indiani d’America con un’attenta trasposizione filologica sia nel disegno che nella terminologia.
Eroe d’infanzia di molti ragazzi ora divenuti ex-giovani, il mondo del West oggi ha superato i tempi d’oro nell’era dei supereroi, ma nei primi anni 50 spopolava grazie anche al cinema hollywoodiano ed ai blockbuster che ne mostravano le gesta dei protagonisti.
Nonostante l’esotico del West sia oggi in gran parte sdoganato se non nelle sue forme più distopiche (come nella serie di successo Westworld) Tex tiene ancora il suo posto d’onore tra i personaggi Bonelli, un po’ come capostipite di una generazione fondata sui valori più semplici, valori che tanto soddisfano i nostri desideri profondi di giustizia e di ordine di cui, in un mondo liquido e complesso, talvolta sentiamo tutti l’esigenza.
Un regalo per gli appassionati
A conferma del suo status che da eroe lo ha reso mito, è di poche settimane fa la notizia che partirà una nuova collana dedicata a Tex che racconterà le sue avventure da giovane così da arricchire di nuovi racconti il suo passato e aggiungere altri pezzi a questo enorme puzzle Western.
Per i suoi 70 anni a Milano è presente una mostra presso il Museo della Permanente dove si potrà ripercorrere l’intero cammino storico di questo personaggio a fumetti, insomma tutti in sella al proprio cavallo alla scoperta del vecchio West con il sole in faccia e la propria Colt carica nel cinturone per scoprire che il bene può ancora vincere e non finisce mai di affascinarci. Perché, in fondo, chiusi nei nostri uffici e imbottigliati nelle strade sempre meno sicure delle nostre città 3.0, come non avvertire il desiderio di rincorrere la chimera di un vero paladino della giustizia su cui contare?