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Teramo, Gole del Salinello 

Il territorio di Teramo, città posta a confine tra Marche e Abruzzo, ospita una serie di incantevoli panorami naturali che, nell’arco di pochi chilometri, conducono dalle montagne al Mar Adriatico. Una menzione particolare va fatta in particolar modo per i Monti Gemelli, due colossi rocciosi quasi identici conosciuti come Montagna di Campli e Montagna dei Fiori, posti nelle vicinanze della città-fortezza di Civitella del Tronto; i due sono separati da un fiume, il Salinello che, nel corso della sua storia, ha dato vita a straordinarie gole naturali egrotte incredibili trasformatesi, via via, in vere e proprie attrazioni turistiche. Scopriamole assieme. 

Le Gole del Salinello sono state istituite, nel 1990, come Riserva Naturale Protetta, appartengono al territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga e, attualmente, vengono gestite dalla Cooperativa Verdelaga, che si occupa anche dell’organizzazione di numerose e interessanti visite guidate.  

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Caratteristiche delle Gole del Salinello 

L’acqua del fiume, durante il suo percorso millenario, ha scavato un grande canyon che, nel suo punto più stretto, riporta un’ampiezza di pochissimi metri ed è circondato da pareti di roccia alte più di 200 metri. Tutto il percorso è caratterizzato dalla presenza di depositi di calcari marnosi micritici che formano delle ampie scarpate e, in alcuni punti, anche delle piccole piscine naturali. In estate, infatti, è possibile fare un bagno rigenerante nel fiume, tenendo conto dello sbalzo termico, visto che la temperatura delle sue acque non supera mai i 16°C. 

Tutto il territorio circostante, invece, ospita numerose grotte di natura carsica ed eremi rupestri di origini antichissime che, insieme, offrono al visitatore uno spettacolo mozzafiato, ricco di storia e natura selvaggia. Giusto a pochi passi dalla riserva, poi, si trovano i resti di Castel Manfrino, una fortificazione del tardo Medioevo, nella località di Macchia del Sole del comune di Valle Castellana.  

Storia delle Gole del Salinello 

Appena prima dell’inizio delle Gole del Salinello si trova la Grotta di Sant’Angelo, intitolata a San Michele Arcangelo, all’interno della quale sono stati rinvenuti reperti risalenti a ben 6mila anni fa.  

Questa caverna scavata nella roccia, abitata dall’uomo fin dal Paleolitico Superiore, rappresenta una delle più importanti testimonianze preistoriche italiane. Custodisce una preziosa parete stratigrafica alta 3 metri con piccole punte di frecce, cilindri scavati in osso, lame e raschiatoi scolpiti dall’uomo preistorico con l’osso di cinghiale arcaico e tantissime ceramiche dipinte a mano.  

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È stata un luogo di culto dei pagani, nella grotta si svolgevano riti propiziatori per la fertilità, come fanno pensare i numerosi resti ossei umani appartenenti prevalentemente a individui molto giovani.  

Con l’avvento del Cristianesimo, la grotta assume un valore religioso tanto che, nel 1236, al suo interno venne eretto un altare dedicato proprio all’Arcangelo Michele. Dello stesso periodo sono anche alcuni eremi posizionati in altri punti della riserva, come l’eremo di Santa Maria Scalena e l’eremo di San Francesco alle Scalelle.  

L’intera area ha, da sempre, avuto una rilevanza storica molto forte: per molti secoli, infatti, ha segnato la linea di confine tra lo Stato della Chiesa e il Regno Borbonico e ha rappresentato lo scenario bellico tra le due potenze.  

Il Museo della Grotta di Sant’Angelo 

La Grotta di Sant’Angelo, inoltre, accoglie al suo interno un piccolo museo interamente dedicato alla bellissima storia della grotta e delle Gole del Salinello. La grotta è un luogo di culto dal neolitico, quando probabilmente la devozione era dovuta alla Madre Terra e al culto delle acque. La scralità è arrivata fino a noi con l’altare cristiano di cui abbiamo parlato. 

Il museo è direttamente collegato con il Centro Visite di Ripe di Civitella, poco distante, e offre ai visitatori una suggestiva e che impeccabile ricostruzione di una capanna preistorica, ricreata soprattutto per fini didattici.  

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Escursioni alle Gole del Salinello 

Le Gole del Salinello sono un’ottima meta per tutti coloro che amano compiere escursioni e passeggiate all’aria aperta, soprattutto durante la stagione primaverile; in questo periodo, infatti, il fiume è stracolmo ed è quindi possibile ammirarlo in tutta la sua bellezza. In estate, invece, il livello dell’acqua tende a diminuire, quindi il suo attraversamento è più semplice e più alla portata di tutti.  

L’ambiente che caratterizza il territorio è molto variegato e ciò consente di offrire diversi tipi di escursioni e percorsi, da scegliere soprattutto in base alla propria esperienza e alla propria resistenza fisica.  

Il percorso fino a Castel Manfrino 

Una volta raggiunta la frazione di Ripe e aver parcheggiato l’auto nell’apposito spiazzale, si può dare inizio al percorso che conduce a Castel Manfrino: dopo un lungo sentiero sterrato, il cammino continua in discesa fino a quando la strada si rivela più sconnessa e porta a un sentiero munito di staccionata di protezione; proseguendo si arriva in pochi minuti alla Grotta di Sant’Angelo, che è possibile visitare previa prenotazione.  

Superata la grotta, si giunge a un bivio: imboccando il sentiero segnalato si arriva, alla fine, a Castel Manfrino, un rudere posizionato su uno sperone di roccia a 900 metri di altezza, dalla quale è possibile godere di una vista panoramica sensazionale.  

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Il percorso fino alla Grande Cascata 

Se al bivio, invece, si prosegue verso il percorso in discesa, scendendo una ripida scala protetta da staccionata e svoltando a sinistra si arriva alla cascata più bella delle Gole del Salinello.  

Il posto si chiama “Lu Cacchema”, cioè “il pentolone”; qui si trova la maestosa cascata, alta ben 35 metri, le cui acque vanno a formare un piccolo lago di colore verde circondato da candide rocce.  

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Gole del Salinello e canyoning 

L’attività che i visitatori amano svolgere alle Gole del Salinello è senza alcun dubbio il canyoning che, grazie allo scenario offerto dal luogo, si rivela particolarmente adrenalinico ed emozionante! 

Le escursioni guidate durano circa 4 ore e mezzo, attraverso percorsi di media difficoltà dal punto di vista tecnico; ovviamente, tutti coloro che desiderano vivere quest’esperienza devono essere in grado di nuotare e indossare l’attrezzatura di sicurezza. 

Rotto il ghiaccio, il canyoning è semplicemente entusiasmante: ci si divincola tra alcuni tratti particolarmente stretti alternati a rocce imponenti, si attraversano cascate e pozze d’acqua e, in alcuni punti, è anche possibile tuffarsi.  

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Cosa mangiare alle Gole del Salinello 

Alle Gole del Salinello, o meglio nei suoi pressi, è possibile assaporare il meglio della tradizione culinaria abruzzese, caratterizzata da sapori semplici e ingredienti di origine contadina.  

I piatti tipici imperdibili sono i seguenti: 

  • arrosticini: fatti di carne di pecora e poi cotti alla brace, rientrano tra gli street food più conosciuti e amati non solo in Abruzzo, ma in tutta Italia; 
  • pallotte cacio e ova: si tratta di vere e proprie polpette a base di uova e formaggio; 
  • ventricina: consiste in un salume di suino crudo fermentato a lunga stagionatura tagliato a punta di coltello; 
  • pipindune e ove: il classico spuntino di chi si sveglia presto al mattino per lavorare la terra, realizzato con i friggitelli (cioè i classici peperoni di colore rosso) cotti in padella con un filo d’olio e accompagnati da uova leggermente sbattute; 
  • spaghetti alla chitarra: preparati con farina di semola di grano duro e acqua, risultano sempre callosi e al dente;  
  • scrippelle ‘nbusse: si tratta di crespelle a base di latte, uova, farina e sale che, una volta cotte, vengono cosparse di formaggio grattugiato, arrotolate come i cannelloni, cotti e serviti in brodo di gallina;  
  • sagne e fasciul: consistono in una sorta di maltagliati preparati con acqua e farina, da servire prevalentemente con i fagioli;  
  • brodetto di pesce: è realizzato con pesci poveri e, a volte, cozze, vongole e crostacei;  
  • cicerchiata: si tratta di piccole palline di impasto fritte e poi cosparse di miele e zuccherini, molto simili agli struffoli napoletani;  
  • fiadoni: simili ai ravioli ripieni, sono preparati con farina, uova, olio e vino bianco, mentre il ripieno è a base di formaggi a pasta dura. Si cuociono in forno e vengono serviti come antipasto in occasione della Pasqua.  

Ovviamente, i piatti tipici appena elencati devono essere categoricamente accompagnati da vini locali gustosi e adeguati; l’Abruzzo, tra l’altro, rientra tra le regioni d’Italia che vanta un’ampia produzione vinicola, amata e conosciuta in tutto il mondo. I suoi pezzi forte sono indubbiamente il Montepulciano d’Abruzzo, il Cerasuolo d’Abruzzo, il Trebbiano d’Abruzzo e il Pecorino. Vini per tutti i gusti da bere responsabilmente. 

Copertina: travel.thewom

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