Le sue origini sono molto antiche; nel 1568 era già famoso, grazie alla sua presenza in un canovaccio rappresentato probabilmente nella corte di Baviera. Pantalone si presenta sul palco come un vecchio vizioso che si diverte a insidiare le giovani innamorate e a combinare matrimoni vantaggiosi per i suoi figli, anche se questi vanno a discapito della loro felicità. Fu con Goldoni, però, che egli perse il suo aspetto più comico per assumere quello più rassicurante del padre burbero, saggio, conservatore e avaro, come testimoniato dalle commedie I rusteghi e Sior Todero brontolon.
La storia del suo nome è incerta. Questo potrebbe derivare dal santo patrono della città, San Pantaleone, oppure da “pianta-leone”, ossia l’atto con il quale i soldati e i ricchi mercanti veneti erano soliti piantare lo stendardo della Serenissima in ogni territorio conquistato o acquistato. La terza ipotesi è quella più semplicistica: il nome potrebbe derivare dai lunghi pantaloni indossati dal personaggio.
Il suo personaggio, da sempre molto amato a Venezia, rappresentava certamente l’anima commerciale e il fiuto per gli affari tipiche di quella borghesia veneziana che stava prendendo potere in quel periodo, e ancora oggi si rivela essere una figura emblema dei tempi che cambiano.