A buona ragione ritenuto il più grande regista italiano, Federico Fellini avrebbe appena compiuto la veneranda età di 102 anni. Eppure, nonostante siano passati quasi 30 anni dalla sua scomparsa, la sua arte continua ad affascinarci e a trasportarci in un turbinio di emozioni che molto difficilmente riusciremo a dimenticare.
Definito uno dei maggiori registi della storia del cinema di tutto il mondo, Federico Fellini amava definirsi come un artigiano che non ha niente da dire, ma sa come dirlo. Parole quasi incomprensibili ma che racchiudevano al meglio l’essenza di un uomo che ha fatto letteralmente la storia del cinema. Oltre quarant’anni di cinematografia sono stati permeati dalla sua arte e dalla sua sapienza nel raccontare spaccati di vita reali e autentici.
Vale la pena ripercorrere la lunga carriera di Federico Fellini e soffermarsi sui momenti più significativi della sua vita, per analizzare e comprendere a pieno la complessità e la bellezza di quella che, se fosse stato un poeta, avremmo definito la sua poetica.
Biografia, infanzia, gioventù e approccio al cinema
Federico Fellini nasce a Rimini il 20 gennaio 1920 in una famiglia semplice e benestante, che gli consente di studiare e di coltivare le sue passioni per il disegno e le imitazioni, dando sfogo fin da subito a quella vena artistica che difficilmente sarebbe riuscito a nascondere.
All’età di diciannove anni, si trasferisce poi a Roma per frequentare l’università e per tentare la strada verso il giornalismo, iscrivendosi alla facoltà di Giurisprudenza. Ed è proprio durante il periodo universitario che Federico Fellini fa il suo esordio nel mondo dello spettacolo, entrando nel mondo radiofonico collaborando con l’Ente Italiano Audizioni Radiofoniche.
L’approccio alla sceneggiatura e l’esordio alla regia
Parallelamente, Fellini riesce a collaborare alla stesura di alcune sceneggiature, tra cui il film Quarta Pagina, di Nicola Manzari, e Avanti c’è Posto di Mario Bonnard. Conosce poi registi del calibro di Roberto Rossellini e Vittorio De Sica, massimi esponenti del neorealismo cinematografico italiano.
Tuttavia, è solo all’età di trent’anni che Federico Fellini esordisce alla regia di un lungometraggio: si tratta di Luci del varietà, co-diretto assieme a Alberto Lattuada. Ci vorranno ancora due anni finché Fellini non diriga un film completamente da solo. La pellicola Lo Sceicco Bianco, del 1952, segna infatti il suo esordio alla regia che, però, non viene accolto favorevolmente dalla critica.
L’apice del successo, La Dolce Vita e le ultime produzioni
Il vero successo del Federico Fellini regista avviene successivamente al suo esordio. Il successo internazionale arriva con il film La Strada, del 1954, in cui racconta estremamente poetico il rapporto tra due artisti di strada, Gelsomina e Zampanò, che si spostano per l’Italia nel dopoguerra. In seguito al successo di questa pellicola, la carriera del regista riesce a decollare e fanno seguito altre produzioni, come Il Bidone e Le Notti di Cabiria, che si aggiudica un premio Oscar.
Ma è nel 1960 che la carriera di Fellini raggiunge l’apice, segnando per sempre il cinema italiano e internazionale e donando al nostro Paese uno dei più grandi motivi d’orgoglio per cui, ancora oggi, veniamo ricordati nel mondo cinematografico. Parliamo de La Dolce Vita, pellicola picassiana che racconta il binomio tra decadenza morale e benessere in cui versava la società degli anni ’60.
Successivamente, la bravura di Fellini fu consacrata da ulteriori produzioni come 8 1/2, Giulietta degli Spiriti e Fellini Satyricon, questi ultimi due per la prima volta a colori. E’ impossibile, poi, non citare altre pellicole come I Clowns, Roma, Amarcord o Il Casanova, tutte impresse in modo indelebile nella mente di generazioni di appassionati cinefili.
La morte e l’eredità
Federico Fellini muore il 31 ottobre 1993, esattamente il giorno dopo aver festeggiato il cinquantesimo anniversario di matrimonio con la moglie Giulietta Masina, conosciuta ai tempi della collaborazione radiofonica con l’Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, che morirà cinque mesi dopo di lui.
In onore di Federico Fellini, vengono celebrati funerali di Stato e le strade della riviera riminese sono state intitolate ai suoi film. Tuttavia, il vuoto lasciato nell’arte cinematografica continuerà ad essere percepito per molti anni, anni in cui diverse generazioni di studenti e di cinefili continueranno a guardare alle opere di Fellini come a qualcosa di irraggiungibile, perfetto e intramontabile.
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