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Costruire ponti, i “ponti che abbracciano”

I ponti che abbracciano : La Biennale di Venezia è un evento che coinvolge artisti e intellettuali di tutto il mondo: tante le opere esposte, tanti gli appassionati, gli studiosi o, semplicemente, i curiosi che vengono in città per godere di un’atmosfera quasi magica, ricca di cultura e design. 

Tra i vari artisti italiani che hanno lasciato il segno sia per l’opera stessa, sia per il suo significato, spicca Lorenzo Quinn, figlio del famoso attore messicano-americano Anthony Quinn. Un volto noto a Venezia (e non solo per le sue origini), ha lasciato tutti senza parole con la sua controversa scultura Building Bridges, esposta alla biennale del 2019. Monumentale e maestosa, l’opera è rimasta impressa sui partecipanti, sulla stampa e sugli estimatori per i valori e i temi che ha portato con sé in occasione di un’iniziativa così importante per il mondo.

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Building Bridges: l’unione che vince su tutto 

Nel corso della sua carriera, Lorenzo Quinn ha realizzato diverse opere dal forte significato umanitario: amore, legame umano, solidarietà sono solo alcuni dei temi trattati con la sua arte che, in un perfetto mix tra grandi sculture e una forte carica espressiva e figurativa, sono sempre riusciti a colpire a prima vista.

Building Bridges

Nello specifico, l’opera Costruire Ponti è stata immediatamente collocata nel bacino dell’arsenale, nel Sestiere Castello di Venezia: si tratta di un’opera scenica composta da sei mani, ciascuna alta 15 metri e larga 20 metri, che indica la vicinanza tra i popoli. Insomma, quello che Quinn è un invito ad abbattere ogni tipo di differenza (etnica, religiosa, linguistica) concentrandosi, piuttosto, sull’unione e sulla collaborazione. 

Non è un caso, infatti, che ogni coppia di mani celebri uno dei sei valori umani universali:

  • amicizia, che consente di costruire un futuro migliore; 
  • saggezza, che consente di prendere decisioni che sono buone per tutti; 
  • l’aiuto, che è la base di relazioni stabili e durature; 
  • la fede, che migliora l’autostima e ti spinge a seguire il tuo cuore; 
  • la speranza, che ci spinge a superare gli ostacoli per raggiungere un certo obiettivo; 
  • amore, l’elemento inevitabile per fare qualsiasi gesto.

Ma perché l’idea di un ponte? L’artista, su questo, è stato molto chiaro: “Venezia è una città patrimonio dell’umanità ed è la città dei ponti – ha detto – è il luogo ideale per diffondere un messaggio di unità mondiale e di pace in modo che molti di noi in tutto il mondo costruiscano ponti con gli altri piuttosto che muri e barriere”. 

Come i ponti uniscono territori lontani, così i Ponti Edificanti di Lorenzo Quinn connettono gli esseri umani sulla scia di un sentimento di stima, solidarietà, amicizia e amore in grado di superare ogni tipo di discriminazione. 

Chi è Lorenzo Quinn

Nato il 7 maggio 1966 a Roma, Lorenzo Quinn è figlio dell’attore Anthony Quinn e di Iolanda Addolori. Ha vissuto tra gli Stati Uniti e l’Italia, prima di trasferirsi a Barcellona, in Spagna, nel 1988, dopo il matrimonio con Giovanna Cicutto.

Lorenzo Quinn

La sua carriera artistica inizia nei primi anni Ottanta con l’iscrizione all’American Academy of Fine Arts di New York e, allo stesso tempo, si dedica anche alla recitazione: interpreta il giovane liutaio italiano Antonio Stradivari nel film “Stradivari”diretto da Giacomo Battiato nel 1988 e dall’artista spagnolo Salvador Dalì in “Dali”, insieme all’attrice inglese Sarah Douglas, grazie alla quale ha vinto il premio come miglior nuovo attore al Festival di Biarritz. 

Nei primi anni 2000, Lorenzo decide di abbandonare la carriera di attore per dedicarsi completamente ed esclusivamente all’arte, una scelta vincente che gli dà fin dall’inizio grandi soddisfazioni: Le sue opere, infatti, fanno parte di collezioni pubbliche e private esposte in tutto il mondo, dall’Inghilterra al Qatar, dai Paesi Bassi a Singapore e si distinguono sempre per la profonda attenzione alla forma della mano, al volto umano e al cerchio perfetto. 

La scultura Building Bridges del 2019 non è stata l’unica opera esposta a Venezia: nel 2017, infatti, Quinn si era già presentato alla Biennale con Support, inaugurata nel Canal Grande per richiamare l’attenzione sul cambiamento climatico e sull’inevitabile innalzamento del livello del mare. Due grandi mani sono uscite dall’acqua per “sostenere” le pareti dell’Hotel Ca’ Sagredo, indicando il fatto che solo le mani dell’uomo possono preservare e custodire il mondo, evitando la sua disintegrazione.

Support, Lorenzo Quinn

Quinn si è presentato per la terza volta a Venezia, in occasione della Biennale 2022, con la sua nuova scultura Baby 3.0: un bambino affronta il Canal Grande nel giardino della Città Metropolitana di Venezia come simbolo di rinascita e omaggio al mistero della vita che unisce ogni essere umano e che, allo stesso tempo, dà speranza per il futuro. 

Baby 3.0, Lorenzo Quinn

Sempre nel 2022, in occasione della Coppa del Mondo Fifa, Hyundai ha commissionato all’artista la scultura The Greatest Goal, una gigantesca cornice sempre incarnata da due mani super maestose che, tenendosi tra loro, simboleggiano la missione dell’iniziativa: spingere il mondo a unirsi in nome della sostenibilità. 

Copertina: guidedtoursinvenice

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