Search

Venezia, varata la porta che apre il Mose alle navi

Ciclopica, maestosa  alta 17 metri, larga 55 metri e pesante più di 2mila tonnellate: si tratta della “porta” della conca di navigazione alla bocca di porto di Malomocco, a Venezia, costruita appositamente per permettere alle navi di poter accedere all’interno della laguna e raggiungere il porto, anche in presenza di acqua alta e quindi con le paratoie del Mose alzate.  

Secondo la commissaria straordinaria per il Mose Elisabetta Spitz si tratta di “un nuovo passo avanti per il completamento del sistema Mose”, nonché “un’opera attesa perché garantisce la piena operatività del porto e del traffico commerciale anche nelle fasi di chiusura delle paratoie a partire dalla prossima stagione di sollevamenti”. 

Ma come in tutta la storia ultra quarantennale del sistema Mose di Venezia, costellata da scandali e processi non mancano le polemiche. Attualmente, sono due le porte di accesso alla conca di Malomocco: una lato laguna e una rivolta verso al mare.  

Porta di Malomocco, Venezia

Secondo Michele Gallo, presidente di Assoagenti del Veneto la nuova porta  “È sottodimensionata, lo diciamo da sempre”, ha infatti dichiarato, facendo riferimento al fatto che la costruzione di tutta la conca di navigazione risale ai primi anni Duemila, quando le navi in transito erano decisamente più piccole rispetto a quelle di adesso. 

A rispondergli per le rime è Tommaso Marella, direttore dei lavori della conca: “A Mose alzato la “porta” si apre facendo entrare la nave, quindi si chiude e, scaricata parte dell’acqua, si apre un secondo varco per entrare in laguna” ha spiegato, sottolineando che dovrebbe essere in grado di consentire il passaggio di imbarcazioni e rimorchiatori lunghi fino a 280 metri, larghi fino a 39 metri e con un pescaggio inferiore ai 12 metri. 

Secondo le prime stime, il progetto sarebbe costato circa 300 milioni di euro. Oggi si calcola in quasi 6 miliardi di euro il costo totale fin qui sostenuto. Ma salvare Venezia non ha prezzo. 

Cos’è il Mose

Il Mose (acronimo di Modulo Sperimentale Elettromeccanico) consiste in un’opera di ingegneria idraulica progettata e costruita a Venezia per difendere le sue gondole e la sua laguna dalle inondazioni causate dall’acqua alta. Era il 4 novembre 1966 quando la città è stata devastata da una tremenda alluvione: l’acqua, in quell’occasione, è riuscita a invadere ben 16mila case, paralizzare tutte le attività commerciali e distruggere quasi tutte le vetrerie di Murano. Secondo il Gazzettino, i danni ammontavano a circa 35miliardi di vecchie lire solo per il centro storico. Fu questo disastro a generare l’idea del Mose. 

Mose, Venezia

A seguito di quanto accaduto, nel 1973 è stata varata la prima legge speciale per Venezia, la quale ha sancito una volta per tutte la salvaguardia della città come un argomento di “preminente interesse nazionale”. Si dovrrà aspettare il 20 luglio 2020 per vedere in azione per la prima volta e con successo il Mose. 

Le origini del Mose

Dopo l’introduzione dell’apposita legge, nel 1980, il ministro dei Lavori Pubblici dell’epoca ha incaricato un gruppo di esperti qualificati di redigere un progetto per risolvere la questione; l’idea è stata fin da subito molto chiara: bisognava puntare sui principi di “sperimentalità”, “reversibilità” e “gradualità”, introducendo nuovi studi e ricerche a ogni singolo passaggio. 

L’incarico è stato affidato nello specifico al Consorzio Venezia Nuova, al quale si deve l’introduzione delle paratoie mobili, cioè la soluzione ideale per assicurare il ricambio dell’acqua in laguna e per non danneggiare l’attività del porto e della pesca. 

Mose, Venezia

Nel 1988 è stato, quindi, presentato per la prima volta il Modulo Sperimentale Elettromeccanico, in arte Mose che, nel corso degli anni, ha subìto diverse modifiche e revisioni che ne hanno inevitabilmente allungato i tempi di realizzazione. La sua approvazione, però, è stata fin da subito assolutamente necessaria per un motivo in particolare: le previsioni sui cambiamenti climatici che, già quasi 35 anni fa, preannunciavano l’innalzamento dell’acqua negli anni a venire. 

Come funziona il Mose

Ma come fa il Mose a proteggere Venezia dall’acqua alta? La struttura è composta da 4 barriere, a loro volta costituite da 78 paratoie mobili indipendenti tra loro, che hanno il compito di separare la laguna dal mare quando si alza la marea e si rischia l’inondazione. Le paratoie sono posizionate alle 3 bocche di porto, cioè quei varchi naturali del cordone litoraneo attraverso i quali le acque del Mar Adriatico confluiscono all’interno della laguna: si tratta della bocca di Malomocco, della bocca di Chioggia e della bocca di Lido

Queste paratoie sono definite mobili perché quando la marea è in condizioni normali rimangono adagiate sul fondale. Ciascuna di esse è costituita da una struttura metallica a scatola che, quando si riempie d’acqua, rimane in posizione orizzontale sul fondo, all’interno del “cassone” (cioè la struttura della fondazione) realizzato in calcestruzzo. Per far sì che si sollevi, viene inserita al suo interno dell’aria compressa, che manda fuori l’aria e, sfruttando la spinta di galleggiamento, la porta in posizione verticale.

Le paratoie sono collegate al cassone tramite delle cerniere, che consentono loro di ruotare e oscillare con ampia libertà di movimento mantenendo, al contempo, il dislivello di marea tra mare e laguna. 

Ogni paratoia è dotata di 4 parabordi, che hanno il compito di attutire il suo impatto sul cassone e si sostenerla quando si trova a riposo. Su ciascuno spigolo, invece, sono state installate delle alette di gomma che evitano il “traferro”, cioè lo spazio d’aria che si crea tra una paratoia e l’altra. Ma non solo, perché le alette servono anche per ridurre l’accumulo di sedimenti dentro il cassone e di limitare i flusso d’acqua tra mare e laguna. 

Un altro elemento importante oltre le paratoie, quindi, è il sistema dei cassoni: insieme, formano la base fissa delle barriere di difesa, cioè di quel vano che ospita le paratoie mobili. Custodiscono al loro interno i condotti d’aria compressa, i sistemi elettromeccanici, i sistemi di comunicazione e di controllo. 

Come avviene la manutenzione del Mose

Affinché il Mose funzioni correttamente e protegga costantemente la città è indispensabile un costante lavoro di manutenzione, che consiste principalmente nella sostituzione di tutte le paratoie ogni 5 anni (quindi all’incirca 4 paratoie all’anno per ciascuna barriera). Per fare ciò è stato realizzato un apposito mezzo navale, chiamato Jack-up, che viene utilizzato sia per installare, sia per sostituire le paratoie. 

Viene effettuata, inoltre, una manutenzione ordinaria che prevede la semplice pulizia delle paratoie da sabbia e altri depositi, il ripristino della vernice sulle superfici danneggiate e la sostituzione di alcune parti elettromeccaniche. 

Cosa prevede il futuro del Mose?

In base alla sua progettazione, il Mose è in grado di proteggere Venezia e la sua laguna da maree alte fino a 3 metri e da un innalzamento del mare fino a 60 centimetri. L’idea di partenza fa parte di un progetto più ampio che prevede anche il rinforzo dei litorali, il rialzo delle rive e delle pavimentazioni e la riqualificazione della laguna. 

Nel 2005 il suo costo ammontava a 5,4 miliardi di euro, ma quello che preoccupa maggiormente a oggi riguarda i futuri costi di manutenzione che, trattandosi di barriere tenute costantemente sott’acqua, potrebbero rivelarsi davvero salati. 

C’è da dire, inoltre, che quando il Mose sarà operativo e completo al 100% sarà in grado di entrare in funzione anche con maree superiori ai 110 centimetri, quindi una sicurezza in più per la città e i suoi abitanti. 

Non è possibile, quindi, fare un bilancio preventivo di cosa possa accadere nei prossimi anni. Oggi  il Mose, con la sua struttura e le sue funzionalità, è assolutamente indispensabile per per preservare una città meravigliosa come Venezia, le sue attività commerciali, la sua popolazione, i turisti e, ovviamente, la natura e le bellezze architettoniche. L’augurio è che, a prescindere dai costi, il Mose possa rimanere attivo e funzionante il più a lungo possibile. 

Copertina_ ilgazzettino

Write a response

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
Your custom text © Copyright 2018. All rights reserved.
Close