L’icona del lusso torna italiana per 1,25 miliardi
Il brand Versace torna sotto bandiera italiana. Con un’operazione da 1,25 miliardi di euro, il Gruppo Prada ha acquisito la celebre maison della Medusa da Capri Holdings, chiudendo un accordo storico che segna un momento cruciale per l’industria del lusso tricolore.
L’intesa prevede un pagamento in contanti, con un valore che potrà subire lievi variazioni alla chiusura definitiva, attesa nella seconda metà del 2025. Per Capri Holdings – che aveva acquisito Versace nel 2018 per 1,85 miliardi – si tratta di un’uscita strategica, utile a rafforzare il bilancio della holding americana e a sostenere i marchi rimanenti, Michael Kors e Jimmy Choo.
L’operazione riporta in Italia uno dei simboli più riconosciuti del Made in Italy nel mondo, ma non si tratta solo di una mossa simbolica. Prada punta a dare nuova linfa a Versace, valorizzandone l’identità unica all’interno di un portafoglio che già include nomi come Miu Miu, Church’s e Car Shoe.
«Versace ha un DNA diverso, e proprio per questo è complementare ai nostri brand», ha spiegato Lorenzo Bertelli, responsabile della sostenibilità e strategia del gruppo, che ha affiancato il CEO Andrea Guerra nelle trattative. «Non ci saranno sovrapposizioni, ma sinergie produttive e commerciali da esplorare».
Donatella Versace lascia la direzione creativa ma resterà come Chief Brand Ambassador, mentre a raccoglierne l’eredità sarà Dario Vitale, già designer di punta in Miu Miu. Una scelta che conferma la volontà di Prada di rinnovare il linguaggio creativo del brand, pur preservandone l’anima audace e provocatoria.
L’attuale CEO Emmanuel Gintzburger resterà in carica in questa prima fase, a garanzia della continuità gestionale. L’acquisizione è stata sostenuta da un finanziamento di 1,5 miliardi concesso da BNP Paribas e Intesa Sanpaolo, a conferma dell’operazione di ampio respiro.
L’analisi
Questa operazione rappresenta un colpo di scena nel panorama del lusso italiano e internazionale. Se da un lato si assiste a un ritorno identitario – con Versace che torna a parlare italiano – dall’altro si tratta di una manovra strategica, in un mercato dominato da colossi francesi come LVMH e Kering. Prada non solo rafforza il proprio ruolo di polo indipendente del lusso, ma lancia anche un messaggio chiaro: l’Italia può ancora giocare da protagonista, se unisce creatività, governance solida e visione di lungo periodo.
Plauso anche da parte del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha definito l’operazione “un segnale forte al mercato” e “una conferma della leadership italiana nel mondo della moda”. Ma la sfida resta aperta: il rilancio di Versace richiederà tempo, coerenza e una strategia raffinata, capace di coniugare l’eredità del passato con le esigenze di un mercato in rapida evoluzione.
Per Prada, questa acquisizione non è solo una scommessa sul lusso. È una dichiarazione di fiducia nel valore del Made in Italy. E un passo verso un futuro in cui anche l’identità è un asset strategico.
Copertina : Unsplash