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Porto Flavia, galleria scavata nella roccia sul mare 

La Sardegna è l’isola delle meraviglie, soprattutto per quanto riguarda il suo patrimonio paesaggistico. Tra queste rientra Porto Flavia, uno straordinario monumento di archeologia industriale straordinariamente inserito nella scogliera di una costa incantevole che regala i visitatori una vista mozzafiato sul mare di Masua e sull’emozionante faraglione di Pan di Zucchero, località fra le più incantevoli del Sud Sardegna. 

Porto Flavia è un vero e proprio capolavoro di ingegneria che ha nettamente migliorato le condizioni di lavoro dei minatori e ha notevolmente ridotto i tempi e i costi di trasporto del minerale. Prima della sua costruzione, infatti, i minerali venivano caricati manualmente su piccole imbarcazioni a vela, per poi essere trasportati fino al porto di Carloforte da cui partivano grandi navi da carico per distribuirli in tutto il mondo.  

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Dal 1924, cioè dall’inaugurazione di Porto Flavia, la situazione cambiò del tutto: i minerali estratti dalla miniere di Masua e delle zone vicine venivano condotte attraverso una ferrovia a scartamento ridotto all’interno della falesia, per poi essere caricati dentro grandi silos da 1000 tonnellate; poi, tramite un sistema di nastri trasportatori, i minerali venivano trasferiti direttamente nelle stive delle grandi navi.  

Il nome del porto è stato scelto dall’ingegnere Cesare Vecelli, progettista dell’opera, che ha optato per il nome di sua figlia Flavia. La struttura è rimasta operativa fino agli anni Sessanta, per poi trasformarsi in una vera e propria attrazione turistica, che oggi ci  lascia senza fiato. 

Accanto a ciò che resta dell’antica miniera si trova, oggi, la spiaggia di Porto Flavia circondata da una grande pineta. Da qui è possibile ammirare un panorama meraviglioso, con vista sul mare blu della costa di Iglesias e sui faraglioni di Pan di Zucchero. 

La vicina località di Iglesia, inoltre, presenta tantissime altre spiagge, oltre che cale meravigliose; sicuramente, è consigliato fare un salto anche a Porto Paglia e Nebida, altra zona mineraria oggi patrimonio di archeologia industriale del Parco Geominerario della Sardegna, Patrimonio dell’Unesco.  

E per tutti gli amanti delle escursioni, invece, è previsto il cammino minerario di Santa Barbara, un bel percorso lungo 400 chilometri da percorrere a piedi o in mountain bike! 

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Perché visitare Iglesias? 

Il nome Iglesias deriva dallo spagnolo e significa “chiese”; non a caso, questo luogo dal passato glorioso, in particolare durante il dominio catalano-aragonese, è stato centro prediletto per la celebrazione dei riti della Settimana Santa con forme e colori tipici della tradizione spagnola.  

Tra le chiese più belle meritano particolare attenzione la Cattedrale di Santa Chiara, la Madonna delle Grazie, la Chiesa del Collegio e San Francesco, tra gli edifici in stile gotico-catalano più significativi della Sardegna.  

Altra tappa importante è quella ai ruderi di San Salvatore, tra i pochi edifici cruciformi di epoca bizantina.  

Oltre al cammino minerario di Santa Barbara prima citato, un’altra esperienza da vivere prevede la partecipazione al corteo storico medievale: si svolge ogni anno nel mese di agosto, tra musicisti, sbandieratori e figuranti in abiti tradizionali che sfilano tra i quartieri storici.  

Le miniere hanno giocato un ruolo fondamentale nell’economia e nella ricchezza di Iglesias, per questo ancora oggi questa tradizione viene ampiamente celebrata soprattutto attraverso i suoi musei, come il Museo dell’Arte Mineraria, ospitato nell’Istituto Asproni, e il Museo delle Macchine

Chi lo desidera, può scoprire fino in fondo come si svolgeva l’attività mineraria partecipando ai percorsi guidati a Monteponi, Masua e Porto Flavia; al contempo, si possono visitare i tre chilometri di spiaggia a Porto Paglia, i faraglioni di Masua e Pan di Zucchero, un monumento naturale alto ben 132 metri, oltre che la spiaggetta di Porto Flavia e il Canal Grande di Nebida.  

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Cosa mangiare a Porto Flavia 

Così come in tutta la Sardegna, anche a Iglesias è possibile assaporare pietanze tipiche, semplici e buonissime al tempo stesso. Alcuni piatti sono legati a festività specifiche, altri invece a ingredienti stagionali ma sono tutti accomunati da una lunga tradizione gastronomica caratterizzata dalla genuinità delle materie prime spesso a chilometro zero. 

Nonostante il passare del tempo, l’amore della cucina da parte del popolo sardo non si è mai spento, anzi, ha sempre cercato di tramandare le ricette più significative per farle arrivare fino ai giorni nostri. Ecco perché, dopo aver visitato le principali attrazioni del luogo, è doveroso gustare almeno uno dei seguenti piatti:  

  • i culurgiones, ravioli ripieni di formaggio fresco sardo, spinaci e zafferano; 
  • I malloreddus semplici e squisiti gnocchetti ottimi con i sughi di carne; 
  • il cascà, che deriva dal cous cous tunisino, a base di ceci, semola lavorata e cavolo cappuccio (o cavolfiore); 
  • i bomboloni, frittelle tonde, gonfie e soffici fritte in olio di semi e poi rotolate in zucchero semolato.  

Da non dimenticare, poi, i numerosi vini eccellenti, dato che la provincia di Carbonia-Iglesias offre etichette davvero sublimi. Tra i vini rossi primeggiano il Cannonau, il Carignano e il Monica, mentre tra i vini bianchi il Nuragus, il Vermentino e la Vernaccia, vino liquoroso ottimo a fine pasto.  

Copertina: mybestplace

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