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La grande musica leggera italiana, Franco Battiato 

Franco Battiato, soprannominato “Maestro” grazie alla sua singolare abilità di muoversi dal genere pop alla musica impegnata, è stato un grande innovatore nel panorama della musica leggera italiana e ci ha lasciato un’eredità più unica che rara. 

Franco Battiato: l’inizio della carriera e l’inversione di marcia 

Franco Battiato nasce a Ionia, in Sicilia, il 23 marzo del 1945. Ben presto la passione per la musica prende spazio nella sua vita: infatti, ha solo 19 anni quando si trasferisce a Milano dove firma i primissimi contratti con alcune case discografiche. 

In una prima fase della sua carriera da musicista scende a compromessi, dedicandosi ad una musica che potesse combaciare con i gusti dell’epoca, fatta di canzoni leggere e poco impegnate. 

Subito, però, subentra nell’artista una frustrazione dovuta al fatto di non riconoscersi in questa attività: quindi, deluso dal mondo discografico del tempo, decide di sciogliere i contratti siglati. 

Inizia per Battiato un periodo di crisi profonda e, anche se all’epoca lui ancora non lo sa, sarà proprio questo momento buio a dargli il coraggio di seguire la sua vocazione musicale. 

Così, si avvicina alla filosofia e alla sperimentazione musicale che lo accompagnerà per tutti gli anni Settanta.  

Il frutto della sua sperimentazione è fatto di un grande utilizzo di elettronica tanto che, Franco Battiato, sarà il primo in Italia a utilizzare il sintetizzatore nella musica rock. 

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Dopo la sperimentazione, Franco Battiato e la sua eredità musicale 

Quando, finalmente, trova se stesso, Battiato produce album di valore indiscutibile, come Fetus, Pollution e Sulle Corde di Aries

La sua capacità di portare all’attenzione del pubblico qualcosa di completamente nuovo lo renderà popolare anche al di fuori dei confini nazionali, tra apprezzamenti e critiche. 

Terminato il decennio che lo vede impegnato in una musica dalle atmosfere essenziali e filosofiche, Franco Battiato fa di nuovo marcia indietro e torna ad avvicinarsi al genere pop ma in un modo totalmente diverso dalla prima volta. 

Il mix incredibile che riesce a creare tra citazioni di alto spessore, musica tipologicamente leggera e parole impegnate, rende ogni pezzo di Battiato unico e immediatamente riconoscibile, oltre al fatto che porta un enorme successo al cantautore anche in termini di vendite. 

Il significato delle canzoni più celebri di Franco Battiato 

Un Maestro, un uomo libero nella vita e nella musica: Franco Battiato ha condotto la sua carriera come la sua vita privata, dedicandosi solo a ciò che suscitava reale interesse in lui senza mai cedere ai condizionamenti provenienti dall’esterno. 

Per questo, spesso è stato descritto come un uomo dal carattere sgradevole, in alcune occasioni anche misogino (caratteristica che ha prontamente smentito). 

Eppure, nella sua vita libera, pur avendo ricevuto non pochi attacchi, ha dato origine ad una serie di brani che hanno lasciato il segno nel panorama musicale italiano e internazionale. 

Brani dal significato profondo e spesso difficile da cogliere, soprattutto in un primo approccio con l’artista, ma che si lasciano riascoltare all’infinito. 

Ecco, quindi, una breve spiegazione di alcuni dei brani più apprezzati dell’artista. 

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E ti vengo a cercare 

Un brano dalle note morbide, calde e delicate che sprigiona un carattere divino, evidente soprattutto dai cori che accompagnano la fine della canzone e che ricordano una preghiera. 

Il testo sottolinea il bisogno intrinseco degli esseri umani di avere un confronto gli uni con gli altri, anche in una condizione da eremita, nella quale comunque non smetteremmo di avere bisogno dei nostri simili per conoscere più a fondo noi stessi. 

Povera patria 

Una critica sotto forma di canzone che ha nel suo mirino le istituzioni e i governi che, nonostante appartenga agli anni Novanta, risulta ancora molto attuale. 

In questo brano Franco Battiato si umanizza, allontanandosi per un attimo dalle atmosfere a cui aveva abituato i suoi ascoltatori e interessandosi alle vicende più attuali del momento, quelle che riguardavano il suo Paese. 

Proprio in merito a questa canzone dichiarerà, durante un’intervista, che l’ha scritta perché coinvolto nelle dinamiche italiane del tempo: “Ogni sera guardare il telegiornale è una sofferenza, a meno che non si resti indifferenti a questo passare, che so, da Riccardo Muti ai morti ammazzati”. 

Già al tempo esprimeva forti critiche alla gestione del governo italiano, alla società individualista ed egoista che si stava configurando ma nutriva, al tempo, ancora una speranza per un domani migliore. 

Di fatti, la canzone termina con questa strofa: “Vedrai che cambierà, si può sperare […] che non si parli più di dittature, se avremo ancora un po’ da vivere”. 

psicologiacontemporanea

La Cura 

Una canzone d’amore tra le più belle mai scritte e cantate, incentrata su un amore tutt’altro che egoista, anzi: sul sentimento più altruista che possa appartenere all’uomo, la cura. 

Le parole di questo brano non sperano in un amore passionale né in un amore ricambiato, quello che desiderano è il benessere della persona amata, fatta di fragilità e debolezze. 

Una canzone di profondo amore umano, una che guarda al vino e un’altra realista, in cui Franco Battiato con i piedi ancorati a terra grida al cambiamento: tre brani estremamente significativi che, nella loro diversità, rappresentano la sua abilità di spaziare da un genere all’altro e da un tema all’altro senza mai cadere nel banale né cedere alla tentazione di dare al pubblico ciò che si aspetta. 

E forse, è stato proprio il suo carattere, solitario ma non misogino, solido e particolare, a consentirgli di usare la musica per mostrarsi a nudo, in tutte le sue sfaccettature. 

Copertina: rai

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