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L’Aquila, Basilica di Santa Maria di Collemaggio e Porta Santa 

È nascosta tra le vette dell’Appennino abruzzese ed esercita un fascino irresistibile: L’Aquila è una città ricca di storia, cultura e tradizione. Tra le sue gemme più preziose c’è la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, insieme alla sua emblematica Porta Santa. 

L’Aquila è una città che incanta per la sua bellezza intrisa di cultura e le tracce di un passato fatto di prosperità e difficoltà che ha saputo superare con forza e determinazione.

Fondata nel tredicesimo secolo, la città è caratterizzata da un labirinto di viuzze tortuose e piazze pittoresche e dominata da maestosi palazzi e chiese secolari. 

Basilica di Collemaggio: storia e significato di fede e cultura

Appena fuori le mura della città si erge la Basilica di Collemaggio, un tesoro dall’architettura particolare e un punto di riferimento spirituale per la comunità. 

Costruita verso la fine del Duecento, ma modificata più volte a causa di vari terremoti, la basilica ammalia con la sua facciata di pietre bianche e rosse caratterizzata da motivi geometrici e croci e tre rosoni e con il suo interno che custodisce affreschi e opere d’arte sacra.

La basilica è il luogo in cui, Pietro da Morrone (chi ha costruito la basilica di Collemaggio dopo un sogno) fu incoronato Papa con il nome di Celestino V. Il cosiddetto “Papa del Grande Rifiuto”, rinunciò al papato dopo soli cinque mesi per tornare alla vita da eremita. Il suo atto di rinuncia rese la basilica un importante luogo di pellegrinaggio e spiritualità.

Ancora oggi, oltre alla sua bellezza architettonica e artistica, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio è un simbolo di fede e devozione. Del resto è anche dove è sepolto papa Celestino V.

Porta Santa: Il Passaggio verso la Speranza

Sul lato sinistro della Basilica di Santa Maria di Collemaggio si trova la Porta Santa, una porta antica caratterizzata da intagli di particolare pregio, una lunetta con la raffigurazione della Madonna con Bambino e dei santi Celestino e Giovanni Battista e un’aquila sull’archivolto. 

Aperta solo durante gli anni giubilari con l’evento che prende il nome di Perdonanza Celestiniana, la Porta Santa invita i visitatori ad attraversarla per ottenere grazia e indulgenza plenaria. 

Questo rito risale al momento dell’incoronazione papale, quando papa Celestino V emanò la bolla pontificia “Inter Sanctorum Solemnia”, conosciuta anche come “Bolla del Perdono”, con la quale concedeva l’indulgenza plenaria ai confessati e comunicati che fossero entrati nella basilica di Santa Maria di Collemaggio. 

La Perdonanza Celestiniana assunse subito un significato importante, in quanto offriva a tutti la possibilità di ottenere l’indulgenza, indipendentemente dal loro status sociale o dalla loro capacità di comprarla.

La pratica di aprire la Porta Santa risale al Giubileo del Trecento, istituito da Papa Bonifacio VIII, è diventato un momento di riflessione e contemplazione, un’opportunità per rinnovare la propria fede e guardare al futuro con ottimismo.

Il rito prende il via al tramonto del 28 agosto, al termine del pittoresco corteo storico, quando la “Dama della Bolla” consegna il documento al sindaco, che lo legge davanti al pubblico. Poi, un cardinale nominato dalla Santa Sede, utilizzando un ramo d’ulivo donato dal “Giovin Signore”, batte tre volte sulla porta, aprendo così le porte della basilica e consentendo ai fedeli di ottenere l’indulgenza. La “Bolla del Perdono” rimane esposta all’interno per un intero giorno mentre la Porta Santa rimane aperta fino al tramonto del 29 agosto, quando si svolge la cerimonia di chiusura tenuta dall’arcivescovo di L’Aquila.

Quest’anno, la Perdonanza Celestiniana celebra con orgoglio l’edizione numero settecentotrenta, anticipando il Giubileo universale della Chiesa cattolica. 

Tuttavia, sia la Porta Santa che la Basilica di Collemaggio, dopo il terremoto del 2009, hanno assunto un significato ancora più profondo. Dopo la devastazione, la riapertura è stato un momento di speranza, perdono e riconciliazione per la città e i suoi abitanti.

Nel corso degli anni, la Perdonanza Celestiniana ha accolto una varietà di manifestazioni, che animano vivacemente l’ultima settimana di agosto. 

L’inestimabile valore culturale dell’evento è stato riconosciuto come “Patrimonio d’Italia per la tradizione” nel 2011 ed è stato inserito nella “Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità” dell’UNESCO nel 2019.

L’identità civica della Perdonanza Celestiniana

Non solo fede e spiritualità. A Collemaggio, la coesistenza di spiritualità e identità civica è evidente, come dimostrato dalla presenza di simboli civili. 

Ad esempio, l’aquila che sovrasta l’elemento architettonico dell’arco della Porta Santa sottolinea il ruolo dell’autorità civile nell’organizzazione della Perdonanza, considerando le connotazioni cerimoniali e civili che accompagnano l’evento.

A questo si aggiunge la consegna della “Bolla del Perdono” alla massima autorità civica, cioè il sindaco, il solo deputato alla lettura solenne davanti al pubblico. 

Inoltre, il periodo di celebrazione della Perdonanza in passato combaciava con la transumanza stagionale delle greggi verso il Tavoliere delle Puglie, diventando un auspicio di una prosperità derivante dagli ovini e dalla produzione di lana. 

Copertina: Wikipedia

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