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Capolavori del Rinascimento italiano

La Basilica di Santa Maria delle Grazie è una delle perle architettoniche di Milano e dell’Italia tutta, capolavoro del Rinascimento italiano, universalmente riconosciuta non solo per la sua bellezza intrinseca ma anche perché ospita uno dei più grandi tesori dell’arte mondiale

Santa Maria delle Grazie, Rinascimento dello spirito

Costruita tra il 1463 e il 1497 la basilica è un esempio impeccabile di stile gotico lombardo, poi arricchito con gli elementi rinascimentali aggiunti dal Bramante. 

L’edificio fu commissionato dal duca Ludovico il Moro con l’intento di creare un mausoleo di famiglia. 

La facciata austera contrasta splendidamente con l’interno finemente decorato. Le navate, con soffitti a volta e colonne eleganti, sono adornate con affreschi e decorazioni che narrano storie bibliche e raffigurano santi con una maestria senza pari. 

L’interno della chiesa è caratterizzato da una rigorosa impostazione geometrica, basata su precisi rapporti proporzionali. Questa attenzione meticolosa alle misure si riflette anche nella facciata a capanna, interamente rivestita in laterizio, come il lato sud della chiesa, che è l’unico visibile. 

La facciata è suddivisa in cinque zone grazie a sei contrafforti sporgenti, che rivelano chiaramente la struttura interna, articolata in navate e cappelle. Anche sul lato la sequenza dei contrafforti indica la suddivisione interna delle cappelle, ognuna delle quali è illuminata da due ampie finestre a ogiva e da un rosone centrale.

L’altare maggiore, magnificamente ornato, e le splendide vetrate colorate che filtrano la luce naturale, danno vita ad un ambiente di rara bellezza e profonda spiritualità. 

La basilica non fu soltanto un luogo di culto ma anche un centro vitale per la comunità milanese, avendo spesso ospitato importanti eventi religiosi e sociali. 

Uno degli aspetti più affascinanti della basilica è il suo chiostro, angolo di pace e bellezza nascosto nel cuore frenetico di Milano. 

Il chiostro della Basilica di Santa Maria delle Grazie è uno degli angoli più affascinanti del complesso monastico. Si tratta di uno spazio concepito per la meditazione e il raccoglimento dei monaci, caratterizzato da un’armonia e una simmetria che invitano alla contemplazione.

Il chiostro è circondato da un portico con colonne eleganti che sorreggono archi a tutto sesto, creando una serie di corridoi coperti che incorniciano uno spazio centrale aperto. Le colonne, realizzate in pietra bianca, contrastano delicatamente con i mattoni rossi delle pareti, creando un effetto visivo di grande raffinatezza. 

Ogni lato del chiostro è meticolosamente progettato per mantenere un equilibrio estetico e gli archi creano un senso di ritmo e continuità che guida lo sguardo del visitatore. Le decorazioni sono sobrie ma eleganti, con dettagli che rivelano la maestria artigianale dell’epoca.

Riconosciuta come patrimonio mondiale dell’UNESCO, Santa Maria delle Grazie non è solo un monumento di rilevanza storica e artistica, ma anche una tappa imperdibile per chi desidera comprendere appieno l’eredità culturale di Milano. La sua architettura affascinante e la ricchezza dei dettagli artistici offrono ai visitatori un’esperienza indimenticabile, alla quale si aggiunge l’emozione di trovarsi al cospetto di una delle opere più importanti della storia dell’arte mondiale: il Cenacolo di Leonardo.

Leonardo da Vinci e il Cenacolo

L’Ultima Cena (o “Cenacolo”) di Leonardo da Vinci, dipinta tra il 1495 e il 1498, è situata nel refettorio del convento adiacente alla basilica. 

L’opera è senz’altro una delle più famose e studiate al mondo e -come noto- rappresenta il momento in cui Gesù annuncia che uno dei suoi discepoli lo tradirà. 

La genialità di Leonardo si manifesta nella disposizione drammatica e innovativa dei personaggi, che cattura le emozioni e le reazioni individuali dei dodici apostoli. L’uso del chiaroscuro, la prospettiva e l’attenzione ai dettagli, come i riflessi degli utensili sul tavolo, rendono l’affresco straordinariamente realistico e dinamico. 

Curiosamente in questo caso Leonardo decise di sperimentare una tecnica mista su secco invece che dedicarsi all’affresco tradizionale, una scelta che ha purtroppo contribuito alla rapida deteriorazione del dipinto.

Foto : Cenacolo Vinciano

Una battaglia contro il tempo: il restauro continuo dell’opera

L’Ultima Cena ha subito numerosi interventi di restauro nel corso dei secoli, a causa della fragilità della tecnica utilizzata e dei danni provocati dall’umidità e dalle guerre. 

Uno dei momenti più pericolosi per l’integrità del dipinto fu vissuto durante la Seconda Guerra Mondiale, quando una bomba distrusse gran parte del refettorio, lasciando però miracolosamente intera l’opera di Leonardo. 

Il restauro più significativo e controverso è stato completato nel 1999 ed è durato vent’anni. Sono stati in questa occasione rimossi gli strati di vernice e stucco aggiunti nei restauri precedenti e questo processo ha rivelato dettagli originari e colori più vicini all’intento di Leonardo, sebbene alcune parti dell’affresco siano andate irrimediabilmente perdute. 

La sfida continua oggi con l’uso di tecnologie avanzate per monitorare e preservare l’opera per le future generazioni.

L’Ultima Cena nella cultura popolare: un simbolo universale

L’Ultima Cena non è solo un capolavoro artistico, ma un’icona culturale che ha influenzato profondamente la nostra visione del Rinascimento e della religione cristiana. 

La disposizione dei personaggi e il simbolismo del dipinto sono stati oggetto di innumerevoli studi, interpretazioni e riproduzioni. È stata citata nei film, nella letteratura e persino nella pubblicità, dimostrando la sua pervasiva influenza nella cultura popolare. 

Un esempio celebre è il libro “Il Codice da Vinci” di Dan Brown, che ha acceso un rinnovato interesse globale per l’opera e il suo contesto storico. 

L’incredibile capacità di Leonardo di fondere arte e narrazione continua insomma a stupire e ispirare, facendo dell’Ultima Cena un punto di riferimento per artisti, storici e appassionati di tutto il mondo.

Copertina: Cenacolo Vinciano

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