Villa Pisani è una villa veneta interessante dal punto di vista architettonico e storico con al suo interno anche una sfida unica: il labirinto più difficile da risolvere che si trova in Italia.
Questa residenza si trova a pochi chilometri da Venezia e Padova e più precisamente nel comune di Stra, affacciata sul fiume Brenta.
È nota anche come “Regina delle Ville Venete” e il perché è racchiuso nell’architettura monumentale che richiama l’essenza delle dimore costruite per i nobili veneziani a cavallo tra il Quattrocento e l’Ottocento. La facciata barocca è caratterizzata dall’impianto centrale a tempio, dall’ampio a trio ornato di statue e dalle due parti laterali tipiche. All’interno è ancora possibile perdersi tra le stanze arredate secondo lo stile dell’epoca; tra le più rinomate c’è la sala da ballo per via degli affreschi di Giambattista Tiepolo.
Chi ha fatto Villa Pisani: la storia in breve
La villa veneta fu costruita per celebrare l’influente famiglia Pisani di Santo Stefano nel Settecento su una struttura preesistente: quando fu costruita Villa Pisani coincide corrisponde con la nomina di Alvise Pisani a Doge della Repubblica di Venezia nel trentacinque.
Dopo un periodo sotto il controllo di Napoleone, la dimora passò agli Asburgo e diventò uno dei luoghi di villeggiatura più amati dell’imperatrice, salvo poi diventare prima proprietà dello Stato in seguito all’annessione della Serenissima al Regno di Italia e dopo Museo Nazionale alla fine dell’Ottocento.
In quegli anni, la “villa delle ville” ha ospitato personalità politiche di spicco dell’epoca, da Alessandro I di Russia a Ferdinando II di Napoli fino a Vittorio Emanuele II e altri ancora.
Nella prima metà del Novecento, dopo un periodo di vicende poco fortunate, la villa fu restaurata in vista del primo incontro formale tra Mussolini e Hitler.
Alla scoperta del labirinto più difficile d’Italia
Il parco di Villa Pisani ospita un giardino caratterizzato da una progettazione geometrica ideata da Girolamo Frigimelica Roberti e da elementi scenografici. È proprio qui dove si trova il labirinto più difficile d’Italia.
Il dedalo di siepi di bosso conduce a una torretta con scala elicoidale sormontata dalla statua di Minerva. In quel luogo, nel tempo dell’otium, prendeva vita un gioco di corteggiamento nel quale una dama mascherata attendeva che il pretendente la raggiungesse per svelare la propria identità.
La torretta permette di godere di una vista panoramica e di scoprire la via d’uscita, altrimenti difficile da trovare. Infatti, l’intricato disegno a nove cerchi concentrici e le alte siepi creano una sfida fisica e mentale. Alcuni vicoli si intrecciano mentre altri sono ciechi, facilitando la perdita dell’orientamento. Secondo la leggenda, lo stesso Napoleone si arrese davanti alla sua complessità e non riuscì a risolverlo.
Di fatto, il labirinto di siepi non è solo un “gioco” di dimensioni generose, ma un capolavoro artistico e naturalistico noto per la complessità delle sue vie. Con un po‘ di fortuna e abilità, è possibile trovare l’uscita.
Il labirinto è visitabile?
Il labirinto è momentaneamente chiuso al pubblico in attesa del restauro finanziato con i fondi del PNRR, richiesti e approvati.
Al contrario, fatta eccezione per la serra e la parte ovest, il resto del parco (così come gli spazi interni di Villa Pisani) è visitabile acquistando i biglietti. La visita è gratuita la prima domenica di ogni mese.
Il resto del parco di Villa Pisani
Oltreal labirinto complesso da risolvere, il parco di Villa Pisani si distingue per le architetture del suo ideatore (tra cui le scuderie, l’esedra con le sue gallerie laterali e la torretta del labirinto). Chi ha realizzato gran parte delle statue del parco di Villa Pisani di Stra è invece Giovanni Bonazza.
In origine, il parco era stato realizzato con rimandi prospettici ai giardini di Versailles eadornato da statue enormi, integrando il tutto con la tradizione veneta.
Tra gli elementi distintivi del parco c’è la Coffee House, un luogo di ristoro durante le passeggiate situato su una collinetta artificiale cava all’interno e circondata da un fossato in cui l’acqua diventava ghiaccio in inverno (che veniva utilizzato come deposito di ghiaccio nei mesi caldi).
Con il periodo napoleonico, il parco venne dotato di un boschetto inglese e le aree dedicate agli orti ornamentali vennero trasformate in spazi adibiti alla coltura degli agrumi.
Fu la gestione austriaca a portare una maggiore attenzione verso la botanica con l’introduzione di serre tropicali e alberi imponenti. È a questo periodo che si fa risalire la seconda ghiacciaia e la montagnola artificiale realizzata in memoria dell’attentato fallito contro l’imperatore Francesco Giuseppe.
Oggi, il parco di Villa Pisani è un’oasi di biodiversità unica nel suo genere. È anche per questo che ha ottenuto il riconoscimento di “Parco più bello d’Italia” nel 2008.
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