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La Martorana, un tesoro nel cuore di Palermo

Nel cuore pulsante di Palermo, tra le strette vie del centro storico, si erge un gioiello architettonico che incanta i turisti con la sua bellezza e la storia millenaria che incarna: la Chiesa della Martorana.

Architettura e stile unici della Chiesa

Ciò che rende la Chiesa della Martorana così affascinante è il suo eclettico mix di stili architettonici, testimonianza della ricca storia culturale della Sicilia. L’edificio originale rispecchia lo stile bizantino, con la caratteristica pianta a croce greca e l’abside semicircolare tipica delle chiese dell’Oriente cristiano. Tuttavia, ciò che rende unica la Martorana è l’influenza araba che permea la sua architettura, testimone del periodo di dominazione islamica che ha lasciato un’impronta indelebile sull’arte e cultura siciliana del periodo.

L’accesso all’edificio sacro, oggetto di numerosi restauri nel corso dei secoli, avviene attraverso un’entrata situata a piano terra del campanile. Quest’ultimo, risalente al XII secolo, è una struttura a pianta quadrata caratterizzata da arcate aperte da colonne angolari e tre livelli di ampie bifore.

La Chiesa della Martorana presenta una pianta a croce greca, estesa con il nartece e l’atrio. Un portale assiale, ancora presente, si apre sull’atrio e il nartece, seguendo la disposizione tipica delle prime chiese cristiane. Oltre il nartece, l’edificio è organizzato e decorato come una chiesa bizantina a quattro colonne, con archi a sesto acuto e pennacchi della cupola influenzati dal gusto islamico. Nel 1193, le abitazioni circostanti furono trasformate in un monastero per donne, e la chiesa sarà poi incorporata in esso. 

Il nartèce (o ardica) è una caratteristica delle basiliche bizantine e paleocristiane dei primi secoli del Cristianesimo. È uno spazio che si trova tra le navate e la facciata principale della chiesa, funzionando come un atrio breve, con la stessa larghezza della chiesa stessa.

Entrare all’interno della Chiesa della Martorana non può che suscitare meraviglia ai turisti: decorazioni di marmo, affreschi e volte in mosaici dorati e di un blu così intenso da lasciare senza parole i visitatori. Un mix straordinario di colori, tecniche, stili ed epoche diverse.

Una volta entrati nel primo corpo della costruzione, che è stato rifatto nel Settecento con volte affrescate da Olivio Sozzi, Antonio Grano e Guglielmo Borremans, ci s’imbatte in due decorazioni musive sul fronte del corpo originario.

Una di queste raffigura Ruggero II vestito da imperatore bizantino e incoronato re per mano di Gesù Cristo. Sopra Ruggero, la scritta in caratteri greci recita «rogerios rex«, utilizzando il termine latino ma scritto in lingua greca. L’altra decorazione musiva rappresenta l’atto di dedicare la chiesa alla Vergine da parte dell’ammiraglio d’oriente Giorgio d’Antiochia. In questa rappresentazione, Giorgio d’Antiochia è raffigurato in un umile atto di prostrazione dinanzi alla Madonna.

Sulla parete occidentale dello stesso locale è murata una lapide in onore di Giorgio Castriota Scanderbeg, eroe nazionale degli albanesi, posta nel 1968 per commemorare il suo quinto centenario dalla scomparsa. La lapide presenta l’incisione dell’aquila bicipite costantinopolitana, simbolo dell’Albania. Ai lati, icone bizantine commissionate dalla comunità arbëreshe adornano la chiesa.

Superato quest’ambiente, si entra nella parte medievale originale della chiesa.

I mosaici della Chiesa della Martorana, realizzati intorno al 1150, ruotano attorno al Cristo Pantocratore al centro della cupola. Cristo, simboleggiante l’onnipotenza, è raffigurato sul trono mentre benedice, circondato da angeli adoranti. Nei tamburi sono presenti i Profeti, nelle nicchie i Quattro Evangelisti. Le scene e le figure, man mano che si avvicinano al suolo, perdono importanza, simboleggiando il passaggio dal divino al terreno.

Sulla volta dell’arco di trionfo si trova l’Annunciazione, nelle absidi laterali si possono ammirare San Gioacchino e Sant’Anna, mentre nell’abside centrale, distrutto per costruire il coro delle monache, si trovava in origine l’immagine della Vergine. Gli Apostoli sono presenti sulle volte, mentre verso l’ingresso spiccano la Natività di Gesù e il Transito della Vergine.

Questo magnifico ciclo di mosaici bizantini è il più antico in Sicilia, di grande importanza storica e dall’alto valore artistico.

La Chiesa è dotata di un’antica iconostasi in marmi misti, originariamente priva d’icone. I fedeli albanesi dell’epoca provvidero poi alla realizzazione dei mosaici della Madonna, del Cristo e delle icone di Maria Vergine e San Nicola di Mira, questi ultimi messi davanti all’iconostasi.

L’iconostasi è una struttura divisoria adorna d immagini sacre, interposta fra il presbiterio e le navate in alcune antiche basiliche cristiane, e ora nelle chiese di rito greco o bizantino.

Particolarmente espressiva per i fedeli arbëreshë è un’importante icona risalente al XV secolo raffigurante San Nicolò in trono, adesso collocata nel diaconico, un locale, dove sono custoditi i paramenti sacri, messali, ecc, usati per l’officiazione della liturgia sacra. Questa icona proviene dalla chiesa di San Nicolò dei Greci, distrutta insieme al contiguo Seminario Italo — albanese di Palermo durante il bombardamento aereo del 1943. L’abside, demolita alla fine del Seicento, è stata sostituita dall’attuale cappella barocca con tarsie marmoree, su progetto di Paolo Amato.

Nella chiesa si trovano anche icone contemporanee, alcune delle quali realizzate dall’iconografo italo — albanese Zef Giuseppe Barone da Piana degli Albanesi (tra cui una croce bizantina della morte e resurrezione di Cristo, dipinta su entrambi i lati), e altre opere dell’iconografo e mosaicista albanese Josif Droboniku (come quelle raffiguranti le dodici feste despotiche e la grande crocifissione sull’altare bizantino). Queste opere costituiscono un importante patrimonio artistico della parrocchia.

Foto : Sicilia Info

Breve storia della Chiesa della Martorana

La Chiesa della Martorana, conosciuta anche come Santa Maria dell’Ammiraglio, sorge nel cuore dell’antico quartiere della Kalsa. La storia dell’edificio religioso affonda le sue radici nel XII secolo, quando il nobile ammiraglio Giorgio d’Antiochia decise di erigere questa magnifica chiesa come omaggio alla Madonna, dopo aver fatto voto di costruire un luogo di culto nel caso in cui avesse superato un pericoloso viaggio in mare. L’edificio sacro, fondato nel 1143, fu poi ampliato e arricchito dai successivi sovrani normanni e svevi, che ne fecero uno dei principali centri di culto della città.

Giorgio d’Antiochia, noto anche come Giorgio d’Antiochia di Siria, è stato un nobile ammiraglio bizantino del XII secolo. Oltre a essere famoso per essere stato il fondatore della Chiesa della Martorana, è stato uno dei protagonisti della vita politica e militare sotto il regno di Ruggero II dal 1108 al 1151.

La Chiesa della Martorana, costruita in stile siculo — normanno, sorgeva vicino al monastero benedettino fondato da Eloisa Martorana nel 1194. Fu in seguito chiamata Chiesa della Martorana in  onoredella nobildonna.

Il 7 dicembre 1433, con il privilegio di Alfonso V d’Aragona e Papa Eugenio IV, la Chiesa dell’Ammiraglio fu assegnata al monastero accanto. Le monache, usando la nuova chiesa, abbandonarono quella precedente e passarono al rito latino.

Tra il 1683 e il 1687, per adeguare l’edificio al nuovo rito latino, l’abside centrale della Chiesa fu sostituita da una rettangolare e il prospetto meridionale fu demolito su progetto dell’architetto Paolo Amato. Nel 1740, Nicolò Palma, un altro importante architetto siciliano, progettò un nuovo prospetto barocco. Nel 1846, si abbassò il piano della piazza e si aggiunse una scalinata. Tra il 1870 e il 1873, l’architetto Giuseppe Patricolo diresse il restauro, riportando la chiesa allo stato originario, ad eccezione della navata e dell’abside centrale. 

Abbandonata nel XIX secolo, la Chiesa della Martorana ritornò al culto orientale nel 1937 grazie alla comunità albanese e all’Arcidiocesi di Palermo.

La chiesa è stata ulteriormente restaurata e riaperta  di nuovo al culto nel 2013.  Essa fa parte della parrocchia di San Nicolò dei Greci, punto di riferimento per i circa 15.000 fedeli arbëreshë di rito bizantino che vivono in città e in provincia di Palermo.

La Chiesa della Martorana non ha un proprio territorio parrocchiale, ma serve la comunità albanese di Palermo. Dal 2015 è un bene mondiale Patrimonio dell’Umanità UNESCO come parte dell’Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale.

La Kalsa, il quartiere multiculturale di Palermo 

Per ammirare in tutta la sua bellezza, la Chiesa della Martorana non si può fare a meno di entrare  nel quartiere della Kalsa dove sorge l’edificio religioso.

Il quartiere della Kalsa è uno dei più antichi e spettacolari di Palermo, situato nel cuore del centro storico della città. Caratterizzato da un’atmosfera vibrante e multiculturale, la Kalsa ha una storia ricca d’influenze che risalgono all’epoca della dominazione araba e normanna della Sicilia.

Il suo nome deriva dall’arabo al Khalisa, che significa la pura o l’eletta. Il nome attuale è Mandamento Tribunali (anche se è chiamato comunemente con il vecchio nome arabo). Il nome deriva dalla presenza al suo interno dell’ex tribunale dell’Inquisizione, il Palazzo Chiaramonte-Steri.

Le strade strette e tortuose della Kalsa sono fiancheggiate da antichi palazzi nobiliari, chiese storiche e mercati vivaci, creando un labirinto di bellezze architettoniche e tradizioni locali. Tra i monumenti più espressivi del quartiere spiccano la Chiesa della Martorana, la Chiesa di San Cataldo e il Palazzo dei Normanni, che raccontano la storia millenaria della città attraverso le loro magnifiche architetture.

La Kalsa è anche conosciuta per i suoi colorati mercati all’aperto, dove è possibile trovare una vasta gamma di prodotti locali, dalle spezie agli alimenti freschi, dalle ceramiche alle opere d’arte artigianali. I visitatori possono immergersi nella vita quotidiana dei palermitani, assaporando i sapori e i profumi della cucina siciliana e interagendo con i venditori locali.

Nonostante la sua bellezza e il suo fascino intramontabile, la Kalsa ha vissuto periodi di decadenza e trasformazione nel corso dei secoli. Tuttavia, negli ultimi anni, il quartiere ha conosciuto un rinascimento culturale e sociale, con la riqualificazione di molti edifici storici e l’apertura di nuovi locali, ristoranti e gallerie d’arte che hanno contribuito a ridare vita a questa parte affascinante della città di Palermo.

Curiosità sulle monache del Convento della Martorana

La leggenda narra che nel 1535, durante la visita di Carlo V a Palermo, le monache benedettine del convento, desiderose di mostrare un giardino rigoglioso anche se gli alberi di arancio non avevano ancora i frutti maturi, crearono delle arance artificiali utilizzando pasta di mandorle. Queste finte arance, colorate e appese ai rami degli alberi, diedero l’illusione di un raccolto imminente, dando così origine ai «frutti di Martorana«. 

Dopo la soppressione delle corporazioni religiose nel 1866, il monastero fu abolito e l’attività dolciaria delle monache cessò completamente. Le specialità delle monache, tra cui la «frutta di Martorana», divennero patrimonio dei pasticceri cittadini. Il dolce divenne così popolare che persino la corte reale ne fu conquistata, ribattezzandolo » pasta riali « (pasta reale). Originariamente consumato durante la commemorazione dei defunti e per il Natale, oggi è disponibile tutto l’anno ed è considerato un’opera d’arte della pasticceria siciliana.

Come raggiungere la Chiesa della Martorana

La città di Palermo è raggiungibile via aerea, in treno, nave e automobile.

Una volta arrivati in città, la Chiesa della Martorana si trova nello storico quartiere della Kalsa in piazza Bellini n.2. 

La Chiesa,come parte dell’Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale, ha degli orari di visita e un biglietto di entrata.

Si può visitare la Chiesa dal lunedì al sabato dalle ore 9 alle 13.

Invece, per chi volesse partecipare alla Santa Messa, questi sono gli orari:

  • Da martedì a sabato ore 9
  • Domenica ore 11

Nei pomeriggi la Chiesa apre per eventuali Celebrazioni Liturgiche e attività pastorali e culturali della Parrocchia.

Inoltre, si può usufruire di guide turistiche locali per un tour all’interno e all’esterno della Chiesa.

Copertina: Sicilia Info

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