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Alla scoperta dei tesori della provincia di Matera

Gli antichi borghi della Basilicata in provincia di Matera, con le loro strade tortuose e i paesaggi unici, invitano i turisti a scoprire la loro ricca eredità storica, artistica e architettonica. Tricarico, Irsina e Montescaglioso sono un’ottimo esempio di connubio fra architettura, storia, cucina e panorama.

Tricarico, breve storia

L’origine di Tricarico è avvolta nel mistero, con testimonianze archeologiche risalenti al VI-V secolo a.C.; tuttavia, le prime documentazioni storiche risalgono all’anno 849 d.C., durante il dominio longobardo. Subì poi l’influenza araba tra il IX e il X secolo, diventando una fortezza bizantina. Tricarico fu contea dei Sanseverino, una nobile famiglia normanna, e sede di comando militare. Nel XV secolo, Tricarico ospitava una comunità ebraica, seguita nel XVI secolo da una cospicua comunità albanese. Tricarico conserva un notevole patrimonio artistico e storico-architettonico, ed è sede d’importanti servizi e istituzioni.

Che cosa vedere a Tricarico

La cittadina si eleva a 698 metri sul livello del mare, si trova nella parte settentrionale della provincia di Matera e confina con la provincia di Potenza.

Tricarico è considerata una cittadina arabo-normanna e possiede il centro storico più conservato dell’intera regione.

E’ ricca di monumenti civili, chiese antichissime e il suo centro è diviso in cinque quartieri: Civita, Saracena, Ràbata, Monte e Piano.

La città si estende secondo uno schema «a fuso», tipico delle città medioevali sui colli.

Tra i suoi monumenti principali vi sono: la cattedrale di Santa Maria Assunta, il convento di Santa Chiara, il convento di Sant’Antonio di Padova, il convento di Santa Maria del Carmine, il convento di San Francesco d’Assisi e il convento di Santa Maria delle Grazie. Tra le strutture difensive spiccano la torre normanna, alta 27 metri e dotata di pareti spesse oltre 5 metri, le torri della Saracena e della Ràbata, e le porte della città fortificata, tra cui la Porta Fontana, risalente al Duecento e ancora dotata dei cardini in pietra del portone. Il Palazzo Ducale, che ospita il Museo archeologico, e i palazzi nobiliari, risalenti principalmente al Quattrocento e al Seicento, completano il quadro architettonico della città.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta è la chiesa più importante di Tricarico, costruita su ordine del sovrano normanno Roberto il Guiscardo e luogo dell’incoronazione di Luigi I d’Angiò nel 1383. Il suo elemento distintivo è dato da due imponenti archi di sostegno aggiunti alla facciata nel Seicento per garantire la stabilità dell’edificio. 

La struttura interna della chiesa presenta tre navate con transetto, cappelle laterali e un presbiterio diviso in tre ambienti quadrangolari. Tra le reliquie custodite vi sono quelle di Sant’Antonio Abatee di San Potito, patrono della città. La cappella «Secretarium» è adornata con una serie di stucchi seicenteschi e ospita un frammento di sarcofago del III secolo d.C. raffigurante il mito pagano di Mirra e Adone.

Tra le opere d’arte presenti nella cattedrale si segnala un trittico della Madonna con i santi Francesco e Antonio, attribuito al cosiddetto Maestro ZT, tele di Cesare Scerra e dipinti di Pietro Antonio Ferro.

Il campanile quadrato conserva una bifora duecentesca e una campana coeva. 

Il Palazzo Ducale di Tricarico, un antico palazzo nobiliare del ‘500, ospita un importante Museo. Il Palazzo Ducale fu la residenza dei conti di Tricarico fin dai primi anni del Trecento, poi ampliata con strutture tipiche di un castello, incluso un portone di accesso, torri e corti inferiori e superiori. Oggi ospita il Centro Espositivo di Tricarico, con reperti archeologici che testimoniano l’importanza storica dell’area del medio Basento, il più lungo e importante fiume della Basilicata.

L’ingresso al Museo di Palazzo Ducale è gratuito, verificare sul sito ufficiale del Museo gli orari di apertura.

Per i turisti amanti dell’archeologia, da vedere il sito archeologico di Piano della Civita. L’area si trova a Tre Cancelli, territorio comunale di Tricarico, e ospita i resti di un insediamento del IV secolo a.C. con acropoli e cerchie murarie concentriche. Accessibile dalla s.s. 7 Appia, mostra tecniche edilizie greche con pavimenti a mosaico e strutture romane come una domus e un tempietto. 

Esperienze gastronomiche a Tricarico

La cucina lucana offre sapori mediterranei, con formaggi e salumi tipici. Il Caciocavallo Lucano è rinomato, mentre tra i salumi vi sono salsiccia, soppressata, capocollo, lombino, pancetta, guanciale e il Pezzente della Montagna Materana. Quest’ultimo è un salame artigianale, presidio Slow Food, ottenuto con parti meno nobili del maiale, senza conservanti artificiali. A Tricarico, si possono gustare piatti come il baccalà con peperoni cruschi e cavatelli con cime di rapa. Tra i dolci, i taralli all’aviglianese e i calzoni dolci con le castagne. 

Irsina, breve storia

Irsina è tra i più antichi paesi della Basilicata, con reperti archeologici greci e romani.

Fino al 1895 il suo nome era Montepeloso, poi fu cambiato in Irsina.

Assediata dai Saraceni nell’anno 895 d.C. e distrutta nell’anno 988, fu ricostruita da Giovanni II di Salerno. Contesa tra Bizantini e Normanni passò sotto il dominio normanno nel 1041. Nel 1059 fu elevata a Ducato di Puglia sotto i Normanni. Durante il periodo svevo diventa marchesato e poi passa agli Angioini. Nel 1309 fu donata a Bertrando del Balzo e fu confiscata dagli Aragonesi nel 1500. Nel 1799 aderì ai moti repubblicani, repressi duramente dalle truppe del cardinale Fabrizio Ruffo. Durante il ventennio fascista, divenne sede di confino. 

Che cosa vedere a Irsina

Irsina si eleva a 548 metri sul livello del mare nell’estrema parte settentrionale della provincia di Matera, confina con Tricarico e la parte occidentale della città metropolitana di Bari. Irsina è ricca di edifici sacri e civili di enorme valore storico e artistico, senza contare l’area archeologica di Monte Irsi, appena fuori la cittadina. Da vedere assolutamente la bellissima Cattedrale di Sant’Eufemia, costruita nel XIII secolo e ricostruita nel 1777, presenta una facciata barocca e un campanile gotico. Al suo interno, si trovano un fonte battesimale in marmo rosso e diverse tele napoletane del XVIII secolo. 

Nella cattedrale si può ammirare una stupenda statua di Sant’Eufemia, attribuita sia a Mantegna sia a Pietro Lombardo, che ha suscitato dibattiti accesi tra gli studiosi.

Foto : Unsplash

Inoltre, meritano una visita, le seguenti chiese:

— La Chiesa del convento di San Francesco, in origine un castello di Federico II del XII secolo, fu restaurata in stile barocco nel XVIII secolo. Conserva un Crocefisso ligneo del XVII secolo e affreschi del XIV secolo nella cripta.

— La Chiesa di Maria Santissima del Carmine, nota anche come Chiesa del Purgatorio, ospita opere d’arte di Andrea Miglionico, Pietro Antonio Ferro e altri artisti.

— La Chiesa della Madonna della Pietà, eretta nell’XI secolo vicino a un monastero benedettino, fu restaurata nel XVI secolo. Presenta un arco medievale e un portale tardo rinascimentale.

Tra i palazzi nobiliari di Irsina da visitare ci sono i Palazzi Cantorio, Lombardi e Angeletti.

Inoltre, appena la cittadina, nelle sue campagne, si trovano gli antichi acquedotti sotterranei di Irsina, chiamati Bottini, risalenti al Medioevo. Composti di cunicoli scavati manualmente nella roccia con volte a botte, raccolgono acqua sotterranea per alimentare fonti e cisterne. Le prime testimonianze sicure risalgono al 1436 e menzionano la Fontana monumentale, nota come «Le dodici fontane«, alimentata da questo sistema.

Verificare sul sito del Comune di Irsina, gli orari  di visita ai Bottini.

Esperienze gastronomiche a Irsina

Tra i piatti tipici di Irsina si annoverano: cavatelli con fagioli e finocchietti selvatici, timballo di purè di fave e cicoria, e il celebre «callaridd» a base di agnello adulto e verdure. Per i secondi, si possono gustare patate alla vignarola, agnello con patate al forno, arrosto con pomodori e cipolla, baccalà con pomodorini, e peperoni lunghi cotti con pomodori rossi freschi. Tra i dolci tradizionali irsinesi, preparati soprattutto per i matrimoni, si trovano le ciambelle «ciamm’llen«, i dolcetti «mastaccer» e le paste di vino cotto «pzzitt«.

Montescaglioso, breve storia

Montescaglioso ha origini antichissime, le prime tracce d’insediamento risalgono all’età del bronzo, ma il nucleo abitato si formò tra i secoli VIII e IX avanti Cristo. 

La cittadina ha radici bizantine e fu in seguito dominata da varie famiglie feudali. Durante il Medioevo, Montescaglioso conobbe un periodo di crescita sotto la dominazione normanna. Lo sviluppo della città si deve principalmente all’Abbazia di San Michele Arcangelo (1079), con affreschi rinomati. 

Oltre all’Abbazia, furono fondati altri monasteri, contribuendo all’espansione urbana e demografica.

Che cosa vedere a Montescaglioso

Montescaglioso sorge a 352 metri sul livello del mare nell’estrema parte centro-orientale della provincia di Matera. Confina con le provincie di Bari, Taranto, e con la stessa città di Matera. 

Possiede un notevole patrimonio artistico — storico, ricco di chiese, architetture civili, palazzi nobiliari e aree archeologiche.

In città ci sono ben undici edifici religiosi antichi, che spaziano dal secolo X fino al XVI e tra questi, i più importanti da vedere sono: la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, l’Abbazia benedettina di San Michele Arcangelo e la Chiesa di San Rocco.

La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, purtroppo non conserva più nulla delle sue antiche origini, ma merita una visita in ogni caso per ammirare gli stupendi quadri di Mattia Preti, uno dei più importanti pittori della Scuola napoletana. La chiesa, rifatta nel 1776 in stile tardo barocco, ha un grande portale d’ingresso e tre navate. All’interno un altare e una balaustra di marmo policromo, una cupola decorata con altorilievi e quattro tele di Mattia Preti. Ospita anche un organo del Settecento, una cantoria decorata con lo stemma del Comune, due acquasantiere scolpite e dipinti di Giovanni Donadio. Il battistero e il lavabo provengono dall’abbazia di San Michele Arcangelo, mentre nella sacrestia è conservata una tela quattrocentesca raffigurante la Madonna col Bambino.

L’Abbazia, fondata nel XII secolo in onore di San Michele Arcangelo, presenta imponenti portali realizzati da Altobello e Aurelio Persio. Il campanile normanno ha due bifore per lato, con accanto un tiburio cilindrico e una lanterna. Trasformata dal 1590, le navate laterali divennero quattro cappelle per lato. La cupola cilindrica, completata nel 1650, mostra affreschi del Seicento della scuola del Donadio. Il coro ligneo e l’altare maggiore in marmo sono ora in altre chiese. La Chiesa di San Rocco, del XVI secolo, sorge in Piazza Roma su un sito che un tempo ospitava antiche tombe greche. La sua struttura rettangolare è sormontata da un campanile e conserva la statua di San Rocco, patrono di Montescaglioso dal 1684. Danneggiata dal terremoto del 1827, fu restaurata con nuove volte in pietra e una facciata rinnovata. Al suo interno si trovano dipinti a olio risalenti al Seicento e al Settecento. 

Tra le architetture civili merita una visita, il Castello normanno, eretto dalla famiglia Maccabeo alla fine dell’XI secolo. Il castello controllava Porta Maggiore, una delle antiche porte di Montescaglioso. Ha un cortile d’ingresso con un portale e due torri, conserva cisterne, depositi, giardino pensile, stalle e un portico al piano terra. Passato attraverso vari feudatari, fu trasformato in palazzo nel XVII secolo dai nobili Grillo. Restaurato, presenta affreschi nelle ampie camere del piano superiore. Nel 1857, la facciata sul Corso della Repubblica, fu ricostruita in stile neomedievale. 

Esperienze gastronomiche a Montescaglioso

La cucina di Montescaglioso offre moltissimi piatti tipici della cucina lucana.

Tra i primi: lagane e ceci, fusilli fatti a mano conditi con la salsiccia, orecchiette con le rape, zuppa maritata.

Tra i secondi: agnello al tegame, baccalà alla lucana, beccacce ripiene, capitone allo spiedo. La gastronomia tipica di Montescaglioso è nota per la festa tradizionale del 5 gennaio, detta del Cucibocca e i nove bocconi dell’Epifania. Si mangiano i «nove bocconi» ovvero nove prelibatezze locali della Collina materana, tra cui struffoli, pettole e cartellate natalizie, segnando la fine del pranzo natalizio. Si onorano riti antichi prima dell’Epifania, e la credenza popolare considera che le anime defunte tornino a casa dal purgatorio, trovando rifugio nelle tavole preparate dai vivi.

Come raggiungere Tricarico, Irsina e Montescaglioso

Per raggiungere queste tre località, il mezzo migliore è l’automobile seguendo le indicazioni stradali.

In treno: Tricarico, e Irsina non hanno una stazione ferroviaria propria, ma si può arrivare nelle vicinanze utilizzando i treni che fermano a Ferrandina-Pomarico-Miglionico. Da lì, prendere un autobus o un taxi per arrivare nelle due cittadine.

Anche Montescaglioso non ha una stazione propria, si può scendere a quella di Matera Centrale e poi proseguire in taxi, in auto a noleggio oppure con un autobus.

In autobus: ci sono servizi di bus che collegano le tre località ad altre città della regione. Verificare gli orari e le fermate degli autobus presso la stazione locale o consultando i siti web delle compagnie di trasporto.

In aereo: gli aeroporti più vicini sono a Bari oppure a Brindisi, e poi proseguire il viaggio verso le tre destinazioni utilizzando altri mezzi di trasporto come autobus, treno o noleggio auto.

Copertina: Unsplash

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